sabato 15 novembre 2014

PARCO DELL'APPENNINO, TRA INFORMAZIONE E NECESSITÀ DI TUTELA DELL'AMBIENTE


                     
               Il Presidente Domenico Totaro in una conferenza stampa

È ormai prossima l'uscita di un numero monografico della Rivista on line del Parco nazionale dell'Appennino, a un anno dall'adesione alla Carta europea del turismo sostenibile, un riconoscimento che impone una precisa traiettoria e che ha già fatto molti passi avanti da quel novembre 2013, epoca della cerimonia ufficiale a Bruxelles.
Il numero monografico è da intendersi infatti come un valido contributo di idee per qualificare turismo e Parco insieme. Raccoglie, tra gli altri, un contributo di Filippo Bubbico, viceministro degli Interni, sul ruolo del parco, oltre a una intervista al Presidente Domenico Totaro, e al parere qualificato di Gianpiero Perri, direttore dell'Apt Basilicata e di vari esperti nel settore. 
Una corretta informazione su parchi e risorse naturali è qualcosa di più di una semplice esigenza pubblicitaria. Rappresenta piuttosto un pilastro importante se si vogliono far crescere le aree protette, intese come fonte di sviluppo qualificato e non solo compatibile. In particolare come un dato culturale di prima misura. Un moderna scelta di civiltà, in ultima analisi.
In effetti questo numero cade in un momento assai delicato del dibattito su quale informazione risulta necessaria per salvaguardare ambiente e territorio. Un dibattito che dalla Basilicata rimbalza addirittura nelle aule parlamentari e pone l'accento sul rapporto con il petrolio. 
Il Parco nazionale dell'Appennino lucano è la realtà più direttamente a contatto di gomito con le estrazioni di greggio e rappresenta anzitutto lo strumento idoneo per arginare una sorta di deriva che promette di coinvolgere ambiente e bellezze naturali, in nome dei profitti delle compagnie, questi sì mai quantificati e mai conosciuti. Ma non per limiti oggettivi dell'informazione, quanto piuttosto a causa dei mille silenzi in cui la materia è immersa fino al collo. 
Fare informazione significa dunque fornire utili elementi di approfondimento e di analisi di una gran mole di problemi, senza escludere aspetti controversi e mai approfonditi, a cominciare dall'inevitabile coinvolgimento del Parco e delle popolazioni dell'area nei progetti delle compagnie. Diverse trivelle sono in territorio protetto, ma non per disattenzione degli organi del parco, quanto perché i pozzi relativi alle estrazioni sono stati autorizzati prima della legge istitutiva dell'importante area protetta. 
Per di più le estrazioni di greggio comportano migliaia di tonnellate di reflui, in ogni caso da smaltire e non solo da parte di Tecnoparco di Pisticci. Per giunta, l'allarme lanciato da ARPAB sulla radioattività dei rifiuti è un elemento assai grave da non sottovalutare affatto. 
Per questa e tante altre ragioni il Parco nazionale dell'Appennino lucano Val d'Agri  Lagonegrese, la Regione Basilicata e il Ministero dell'ambiente dovranno muoversi d'ora in avanti in stretta sintonia. È l'unico modo per mantenere in piedi certi equilibri particolarmente fragili e delicati. 

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