giovedì 13 novembre 2014

IL SINDACO DI POTENZA, DE LUCA: DISSESTO E PETROLIO DUE SFIDE DA VINCERE


                             
                        Dario De Luca Sindaco di Potenza

Giorni decisivi per la soluzione del dissesto di bilancio per il Comune di Potenza. Giorni nei quali peraltro vari interrogativi si sommano, fino a dare sempre più il senso di una Scanzano sostenuta dalle volontà di migliaia di giovani, di cittadini comuni, di donne e di uomini forse finora mai interessati alla vita politica e al mondo del sociale.
Il primo cittadino di Potenza, Dario De Luca, interviene nel dibattito per chiarire non tanto il percorso che si delinea davanti all'amministrazione comunale, quanto il senso di un impegno per favorire il rinnovamento. Per la trasformazione della città in elemento vivo e dinamico, in questa Basilicata di Matera 2019. 

"Il dissesto del Comune di Potenza è una condizione molto grave, inutile dirlo, perché parte da una spesa esagerata  per i servizi, addirittura ben venticinque milioni di euro in più rispetto alle entrate. Nei prossimi anni ci saranno ben poche risorse, da utilizzare al meglio. Portare l'amministrazione verso una correttezza generale, verso una gestione parsimoniosa è un obbligo imprescindibile: ecco il traguardo non facile da raggiungere. Un traguardo per il quale stiamo lavorando a denti stretti."

Ing. De Luca cosa potrà accadere in seguito. É ipotizzabile realisticamente una ripresa?  

"Non avremmo molte speranze se l'Europa non ci venisse incontro con finanziamenti che riguardano il settore dei servizi. Siamo intorno ai 150 milioni di euro da utilizzare nell'arco di tempo 2014-2020 per tutta una serie di servizi appunto, quelli sulla qualità urbana, i servizi sociali, ed altro ancora. 
Abbiamo terminato la riprogrammazione dei fondi di sviluppo in coesione. Con il positivo contributo del consiglio comunale siamo riusciti, inoltre, a mettere a punto  una serie di interventi per 26 milioni di euro che non erano stati spesi.  
Denaro che dovrà essere utilizzato per un'opera di riqualificazione della città, in vari settori. Questo determinerà  tra l'altro un forte risparmio energetico con un intervento appunto di riqualificazione del sistema d illuminazione pubblica, ma non solo."

Qual è in ogni caso il futuro di questa città, prescindendo da valutazioni tecniche, in ordine all'utilizzo delle fonti di finanziamento? 

"Il futuro di Potenza è l'università. Non ho dubbi. L'universitá oggi non partecipa alla vita cittadina e la città  non è parte della ricerca, della cultura, anche sul piano della protezione civile, della tutela del suolo. Ma pure in altri comparti.  Dobbiamo sentire questa università come il nostro ateneo, come una struttura di alto profilo capace di valorizzare la funzione della Basilicata nel suo complesso."

Matera 2019 è un evento in grado di superare i confini geografici della città dei Sassi. Potenza dunque deve adeguarsi, essere all'altezza di una situazione davvero straordinaria. È d'accordo?

"Sono convinto che Matera é una spinta ulteriore. Matera ci insegna a fare squadra e a vivere una diversa dimensione di vita, in un clima culturale davvero stimolante, tenuto con peraltro che tante energie vive si manifestano non da oggi anche nella nostra realtà. 
Per quanto mi riguarda desidero fare squadra con tutte le forze, dentro e fuori dal consiglio comunale. Ci sono molte spinte verso la riqualificazione della città. Dobbiamo imparare a unir i, a lavorare insieme con le forze attive. Esattamente come ha fatto e fa Matera non da oggi."

La Basilicata, terra del petrolio,  cerca nuovi motivi di crescita e di salvaguardia. Nuove ipotesi e nuove strategie di sviluppo con senso di concretezza. Forse mai come oggi.

"La Regione ha la responsabilità, a mio giudizio, di non avere utilizzato al meglio i proventi delle royalties, specie in passato. Non siamo stati capaci di trasformare questa grande risorsa in un momento di sviluppo. Occasione di non mancare, evidentemente.
Ma i dati che mi preoccupano sono quelli attinenti alla crescita delle patologie neoplastiche: le persone si stanno ammalando e i dati ufficiali parlano chiaro. Dobbiamo capire anzitutto come tutelare la salute dei cittadini, come farlo in modo costante e non sporadico. Come conciliare le attività estrattive con le esigenze di salvaguardia degli abitanti  e del nostro ambiente.  È un dovere dello Stato, lo prevede la Costituzione.
Bisogna essere fermi su questo. Dovremmo dire allo Stato che non vogliamo che qualcuno rovini la salute dei lucani. Non ci sono royalties che tengano. Pretendiamo tutele efficaci.
Oggi ci stiamo battendo per l'articolo 38 del decreto Sblocca Italia che accentra le competenze nelle mani dello Stato. Sono convinto che la Basilicata deve riappropriarsi delle sue prerogative, ma sono altrettanto convinto che la politica locale  deve liberarsi da tutti i condizionamenti che ci sono stati in passato. Penso che se la tutela dei cittadini deve rimanere in capo ai nostri enti, bisogna che essi facciano la loro parte."

Qual è il ruolo di Potenza, in questo ambito?

"Potenza deve avere un ruolo, come capoluogo di Regione prima di tutto, insieme ad altri centri. Non da sola evidentemente, per contenere una miriade di rischi, senza escludere ad esempio anche la situazione determinata dalla presenza del termodistruttore Fenice a Melfi. 
Oggi la nostra funzione è offuscata probabilmente dalle difficoltà del momento, non certamente lievi. Si tratta tuttavia di una partita importante che dovremo giocare insieme agli altri comuni e alla stessa Regione Basilicata. Lo sottolineo.  Se vogliamo ottenere un risultato degno di rilievo."

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