mercoledì 26 febbraio 2025

LE NUOVE "STRATEGIE" PER IL VULTURE


                  

                        

                   Suggestiva immagine dei laghi con la neve (De Rosa)

                           Riproduzione riservata


Misterioso e struggente, dai briganti ad oggi. L’antico vulcano spento da millenni attende nuove forme d’intervento per dare respiro a una realtà a lungo ignorata e trattata nel peggiore dei modi, con disinteresse e abbandono.

Dopo interminabili silenzi, dominati dallo spettacolo della baraccopoli di Monticchio laghi, il Parco si appresta a entrare in una fase diversa, quantomeno capace di interpretare l’entità della posta in gioco. Almeno c’è da sperare, nonostante il clima non proprio sereno che si respira ormai da molto tempo.

L’otto marzo la Presidente Francesca Di Lucchio introdurrà un convegno dedicato agli interventi da porre in essere per affrontare le pesanti modificazioni di flora, fauna e habitat naturali intervenute nell’arco di un tempo lunghissimo. Decenni ma forse di più.

Il convegno ha un titolo particolarmente complesso (in effetti racchiude il progetto da realizzare): “ZSC Monte Vulture (RN2000,IT9210210): valutazione dei processi di rinnovamento e frammentazione degli habitat, loro ripristino e connessione, indagine entomofaunistica”.

Roba per addetti ai lavori che sembra tuttavia non escludere la bellezza dei paesaggi, lo spettacolo dei due laghi, l’indescrivibile atmosfera che si respira una volta superata la strada in salita prima di affacciarsi sui due specchi d’acqua. 

Il progetto non è finanziato dall’Europa, e non rientra nel fondo dei venti milioni di euro, attribuiti a Rionero, comune capofila. La precisazione della dottoressa Battaglia, relatrice al convegno. L'iniziativa utilizza altre fonti di finanziamento, più modeste, si sostiene. 

Venti milioni, una somma comunque di tutto riguardo, mai prima d’ora neppure   immaginata per una realtà affidata al totale degrado e allo scempio di tanti ferragosto e pasquette con cumuli di rifiuti ai bordi dei laghi e folle di visitatori, spesso confusi e allo sbando.  

C’è attesa per le due relazioni centrali del Convegno, quelle di Donatella Battaglia e di Vincenzo Trotta, entrambi del DAFE Unibas. 

Cosa diranno i due relatori? Riuscirano a farsi portavoce dell’esigenza di rilancio dell’area e di valorizzazione delle sue peculiarità? E magari a spingere lo sguardo sul passato di Monticchio, sulla sua archeologia, patrimonio di grande valore ancora per buona parte inesplorato. Storia, archeologia e fede sono un unicum inscindibile: tra i boschi che sovrastano i laghi si nasconde ancora oggi la grotta di Carmine Donatelli Crocco, il pastore dell’azienda Saraceno, oggi prestigioso marchio Donna Giulia.  

Per ora il vero deus ex machina è l’architetto Antonio Maroscia, autore tra l’altro del progetto di recupero del territorio dei laghi e del borgo che contempla finanche le meraviglie di un attraversamento in zattera del lago piccolo. Se realizzato il progetto   finirebbe per modificare il vecchio concetto di Monticchio,  area da pic nic e al massimo di belle passeggiate. 

Appuntamento, dunque, all’otto marzo nella sede del Parco del Vulture ad Atella.


  

 

 

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