giovedì 20 febbraio 2025

LA SORGENTE DI ORAZIO, LIMPIDA E CRISTALLINA

 

 

                            

                   
                          La Fons Bandusiae a Banzi (Potenza)



 “Splendidior vitro”: più limpida del cristallo. Orazio non ha dubbi a definire la sorgente, la Fons Bandusiae, in territorio di Banzi poco distante da Potenza, come una vera garanzia per le sue qualità di purezza  assoluta. 

 Entrata a pieno titolo tra le opere del grande poeta latino, l’invocazione alla fonte rappresenta una sorta di condivisione delle particolari qualità di quelle acque, un immedesimarsi nella natura vivendola come un bene di valore inestimabile.  La sensibilità di Orazio del resto è davvero straordinaria. Infinito il suo amore per la terra delle origini.

Ancora oggi meta di visitatori, segnalata da un cippo che riporta il testo latino, la fonte esercita un formidabile richiamo su studiosi e non, con il fascino struggente delle realtà che continuano a sfidare la storia e il tempo. Lì, nel silenzio degli alberi che fanno da sfondo alla sorgente, Orazio fa rivivere una stagione della vita, quasi un obbligo a interrogarci sulla definizione che dice tutto in due sole parole. Più limpida del vetro. Un monito destinato a misurare le distanze tra passato e presente, non certo a favore dell’oggi, mentre si cercano nuove fonti di approvvigionamento idrico per evitare la grande sete in una terra ricca di risorse, serbatoio per il Sud, addirittura.

A oltre duemila anni, con le varie crisi idriche provocate dagli sconvolgimenti del nostro tempo, pensare che qualcuno invocasse la fonte a garanzia della vita sembra quasi surreale. Inimmaginabile. 

Una ricchezza per la Basilicata, spesso ignorata, sconosciuta, dimenticata, la poesia di Quinto Orazio Flacco raggiunge livelli altissimi e impone una rilettura, data l’attualità dei versi che in questo caso, ma non solo, non hanno nulla di retorico. 

 Un invito a ripensare un po’ tutto? Certamente. Un salto in quel passato lontano anni luce ma ancora pieno di vita, capace di un dinamismo insospettato. Legittimo chiedersi perché.

 La bellezza  dei versi costringe a volare alto. Si, costringe  è l’unica definizione appropriata in grado di rappresentare il rapporto del venosino con la gente comune, con i lettori e non solo gli esperti, con il mondo che lo circondava e tuttora lo segue.


“Diventerai anche tu (una) delle fonti famose,

visto che io canto il leccio che sta sopra incavati

roccioni, donde mormoranti

balzano le tue acque.”(Orazio Odi 3. 13)

        

                        


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