Archeologia e storia del pensiero antico, insieme in una iniziativa di grande rilievo volta a sottolineare il valore della presenza delle due aree, Paestum e Velia appunto, nella dimensione attuale, fatta di ricerca e studi su un passato lontanissimo.
Il prossimo fine settimana in programma una serie di iniziative in occasione delle Giornate europee del patrimonio. Tema conduttore: “Elea, la rinascita”. Oggetto di approfondimento gli straordinari risultati degli scavi condotti sull’Acropoli ripercorrendo le tappe della nascita della città e della rinascita del popolo dei focei nell’intero comprensorio.
Centrali le due figure di filosofi della scuola eleatica, in questi anni oggetto di ricerche condotte a livello internazionale su Parmenide e Zenone. Da segnalare gli studi del francese Leon Robin autorevole fonte ormai da tempo, accreditata presso gli atenei italiani e in ambienti altamente qualificati.
Perché Parmenide riveste una straordinaria centralità, con riflessi sulla vicenda storica e politica della zona? Per una ragione di fondo: il grande filosofo non si limita a discussioni marginali, ma investe piuttosto il tema della vita, dell’essere e del non essere. Enorme questione, alla base di tutto, potremmo dire.
Sicchè l’archeologia diventa tutt’uno con la filosofia e la storia del pensiero greco. Per giunta la scuola di Elèa vantava tradizioni di tutto rilievo: Platone, Socrate, ma non solo entrarono nella sfera dei contatti del caposcuola.
Si tratta di scoprire oltretutto “le gesta di un popolo coraggioso” fa notare l’ufficio stampa dell’importante realtà archeologica, destinata ad affermarsi in una situazione decisamente vasta e inclusiva. Capace di attrarre l’attenzione qualificata di studiosi, ricercatori, ma anche di semplici appassionati di un passato così ricco di spunti e di cultura.
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