martedì 8 ottobre 2024

TRA FANTASIA E REALTA' IL SOGNO DEL VULTURE



               


              

L’emozione di attraversare il lago su una zattera, con lo sguardo rivolto al paesaggio, ai boschi, all’Abbazia. Ma non solo questo. Nella mente di chi ha progettato la rinascita di Monticchio ci sono tanti obiettivi, dal restauro di un vecchio casone, anni Cinquanta Sessanta, alla fruibilità del borgo, senza escludere l’area archeologica di Sant’Ippolito vera svolta nel decennale abbandono con le baracche pronte a ospitare centinaia di turisti del mordi e fuggi, soprattutto nelle tante pasquette o nei mesi estivi con tonnellate di rifiuti abbandonati sul bordo dei laghi. Immagine orribile, alla quale purtroppo eravamo abituati, tutti.

Ora si volta pagina, grazie a un cospicuo finanziamento di venti milioni che servirà a determinare la sterzata di cui Monticchio Laghi e bagni hanno davvero bisogno. Non solo. C’è il Parco naturale, regionale del Vulture con alla testa la Presidente Francesca Di Lucchio, nominata un anno fa dopo lunghe discussioni ma con il consenso di diversi sindaci,  anzitutto i primi cittadini di Melfi e Rionero. Non è poco per la Presidente, poiché il consenso dei sindaci equivale ai termini della gestione del Parco stesso. 

Un ruolo trainante spetta in ogni caso al Comune di Rionero in Vulture, per dare una impronta alla espansione  di Sant’Ippolito, segno di una volontà di attribuire alla presenza dei monaci nell’antica abbazia un indirizzo determinante. Un orientamento storico e culturale di cui il Parco necessita appunto per cambiare stile di vita e darsi un’altra immagine.

Il progetto borgo rimane tuttavia essenziale. Parte da Monticchio bagni e si estende coinvolgendo sia il territorio dei laghi che la montagna stessa. Sarebbe utile inglobare anche la zona di difesa militare della Nato, alla cima del Vulture, dove esiste ancora una cupola che sovrasta il camminamento sotterraneo nell’area Troposcatter, testimonianza dei tempi della guerra fredda. Un passo in tal senso è stato fatto dalla Presidente Di Lucchio che ha informato lo Stato maggiore della Difesa competente per far rientrare nel Parco la località militare. Nessun riscontro finora.

L’idea della zattera per attraversare il lago grande è francamente romantica e al tempo stesso nell’ottica della valorizzazione di questi specchi d’acqua. Ne gode la visione dei luoghi e, al tempo stesso, ritorna l’immagine dei monaci che attraversavano il lago su una zattera, appunto, per andare a raccogliere sull’altra sponda i frutti della terra. 

Lo scopo dell’operazione è fondamentalmente questo: uscire dal ristagno di sempre per dare forza a questo attrattore ha il senso di un’idea rivoluzionaria. Senza precedenti. Un’idea in grado di conquistare l’attenzione di un turismo di qualità.

Operazioni complesse, senza dubbio. Certo, il Parco naturale del Vulture ha la funzione primaria di seguire i vari iter e indicare le diverse tappe in direzione del traguardo finale fissato per la primavera del 2026.        


                               


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