Il territorio del Parco del Vulture (foto De Rosa - riproduzione riservata) |
Dopo anni di discussioni e di estenuanti confronti, il Parco naturale del Vulture nella Basilicata interna si accinge a iniziare il suo percorso, all’indomani dei decreti di costituzione del Consiglio direttivo che affiancherà la Presidente Francesca Di Lucchio. Annunciata a breve una conferenza stampa.
Per il Vulture e, soprattutto per Monticchio, si apre un capitolo nuovo ma decisamente complesso, una sfida per l’intero comprensorio con grandi prospettive, a patto che il risanamento dell’area e la sua completa valorizzazione siano davvero l’obiettivo primario dei sindaci e delle popolazioni. Ma non solo. Della stessa Regione Basilicata chiamata a dare risposte urgenti e non più rinviabili, dopo decenni di assurdo degrado, soprattutto dell’area dei laghi ridotta a una baraccopoli immonda con annessa pattumiera, specie in alcuni particolari momenti dell’anno: Pasqua, Pasquetta, per non parlare della metà di agosto con mucchi di rifiuti disseminati ovunque.
Il Comune di Rionero dispone tra l’altro di un finanziamento di 20 milioni per il “progetto pilota di rigenerazione di Monticchio”. Già assegnati alcuni incarichi ad architetti e altri professionisti, sotto l’egida del Presidente dell’Ordine, Leon.
Tra questi spicca il nome di Antonio Maroscia, noto professionista potentino, che ha legato il suo nome al Giubileo di Rifreddo, alle Scale Mobili del capoluogo e ad alcuni interventi nel territorio del Parco nazionale del Pollino.
La Presidente del Vulture, Di Lucchio, parla della volontà di estendere quantomeno la zona d’influenza a prestigiose località non distanti, a cominciare da Venosa, la terra di Quinto Orazio Flacco, il grande poeta latino del non omnis moriar celebrato da Dante nella Commedia che nemmeno la ricorrenza del bimillenario della nascita riuscì a divulgare opportunamente.
Frattanto, l’Università di Napoli è già al lavoro per la stesura del Piano del Parco, mentre contatti sono in corso con la Presidente Francesca Di Lucchio. Si tratta di mettere a fuoco una serie di questioni, anzitutto il ruolo del Vulture nella NATO con la zona Troposcatter, in cima alla montagna, di cui rimangono alcune testimonianze in ricordo della Guerra fredda, come la cupola di accesso al camminamento sotterraneo in caso di attacco aereo. Il Vulture è sempre stato uno degli anelli di maggior rilievo nella catena di ricetrasmettitori e punti di avvistamento che dalla Norvegia si spingeva fino alla Turchia. Una struttura di enormi dimensioni dotata addirittura di parabole del diametro di 20 metri, ancora oggi presenti a Dosso dei Galli in provincia di Brescia. Per la Basilicata il controllo dell'area è affidato al Battaglione Vulture di Nocera Inferiore e alle strutture del 46esimo Reggimento di Palermo con un minimo coinvolgimento delle realtà lucane. Incredibile.
Nessun commento:
Posta un commento