Un altro femminicidio, un’altra giovane vita barbaramente stroncata. E non finisce qui. La violenza bruta arma la mano di chi dovrebbe amare la propria compagna, moglie, fidanzata e invece decide di annientarla nel peggiore dei modi, con un coltello o addirittura con una calibro 9 Beretta (un’arma da guerra) com’è accaduto a Chieti per mano di un giovane originario della Basilicata, terra umile dai sentimenti puri. Si, umile perché legata a costumi e tradizioni intramontabili, spesso ignorati come dimostrano le cronache di questi anni.
Pensando al proliferare di questo fenomeno ci si chiede perché ciò accade con grande frequenza oggi, molto più che nei decenni scorsi. Perché tanti femminicidi? Perché tanta violenza assassina?
Mai un raffronto con il passato, quando l’omicidio di una donna era rarissimo o, meglio, con una frequenza pari ad altri fatti del genere.
Ieri una donna era praticamente al sicuro e oggi, invece, può o deve considerarsi una vittima potenziale, indipendentemente dalle caratteristiche e dai comportamenti di chi le sta a fianco. Domanda senza risposta che, per giunta, nessuno si pone.
Basti pensare alle cronache del caso Fenaroli, un femminicidio d’altri tempi che mobilitò i media e l’opinione pubblica italiana come non accade ora assolutamente. Si trattava dell’omicidio di Maria Martirano nel settembre del 1958.
Ventimila persone attesero la sentenza davanti al tribunale di Roma, il Palazzaccio tetro nella sua immagine, per tutta la notte dell’11 giugno del 1961. Un fatto che scosse l’opinione pubblica con i due ergastoli.
Altri tempi e altra vita. Certo. Oggi si continua a uccidere. Povere donne vittime di una violenza senza pari. Quasi un uragano che falcia e distrugge quando meno te l’aspetti. Perché? Per colpa di una passione smisurata, di un delirio. A causa di un istinto che tende a scagliarsi sui soggetti più deboli e indifesi, guarda caso sempre donne?
Un bel mistero che vede, tutto sommato, la società distratta e indifferente. Dove sono le ventimila persone in attesa di una sentenza. Nemmeno per sogno. Ogni femminicidio è un caso a sé, simile ai precedenti, destinato a essere ignorato nel giro di qualche giorno.
104 femminicidi in Italia nei primi 11 mesi del 2022. Ma il dato va aggiornato poiché dicembre non è ancora finito.
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