Lavoratori forestali |
Nella stagione estiva ormai alle spalle Terranova di Pollino, uno dei centri più in vista del Parco nazionale, ha fatto registrare un primato per capacità di affrontare il nodo del lavoro di migliaia di forestali impegnati nei boschi e nelle valli della Basilicata.
Il gruppo di Terranova, proveniente per buona parte dall’Ente Parco, ha elaborato una sorta di dibattito sugli scenari dei prossimi anni per imprimere una svolta a questa attività e renderla adeguata ai bisogni di salvaguardia, di difesa idrogeologica, di rilancio delle componenti turistiche e ambientali con riflessi sull’economia delle aree interne e della montagna. Non sembra poca cosa.
Dibattito che ha sfiorato anche altri aspetti, con riferimento alla possibilità dei forestali di aspirare ad altri incarichi, ad esempio, sempre nel quadro della organizzazione del lavoro, nel caso di Terranova. Obiettivo non disgiunto dalle scelte della politica e dalla complessa attività del sindacato, ovviamente.
Impegnati in molteplici attività nei punti cardine del Pollino, in particolare quelli di maggiore pregio turistico, i forestali hanno garantito quantomeno una manutenzione decisamente utile per dare una impronta diversa a luoghi fino a ieri ignorati delle correnti del turismo e dalle scelte di programmazione nel settore.
In ordine a questi temi il Commissario straordinario del Consorzio di Bonifica della Basilicata, Giuseppe Musacchio, sostiene di essere pronto a guardare a nuove esigenze, legate non solo alla bonifica in sé, quanto a una vera modernizzazione di un lavoro non semplicemente di rimozione delle erbacce e di sistemazione dei canali di deflusso delle acque piovane.
Il progetto Basento nasce, infatti, da una intuizione realistica del miglioramento del corso fluviale. Fuori dubbio un’esigenza.
Il più antico fiume del Sud, dal punto di vista geologico, che scorre alla periferia di Potenza è un vero banco di prova per la tutela di importanti equilibri, a lungo ignorati purtroppo, con un silenzio colpevole in ordine al degrado in cui versa questo corso d’acqua ridotto a una fogna a cielo aperto soprattutto nei mesi di magra estiva del fiume, con scarichi di fogne liberi e purtroppo tollerati in contrasto con qualunque norma di salvaguardia del territorio e dell’ecosistema.
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