Il lago Piccolo di Monticchio (foto R. De Rosa - Riproduzione riservata) |
Due donne lucane protagoniste al Vinitaly di Verona: Carolin Martino ed Elena Fucci, entrambe capaci di valorizzare un marchio dalle grandi potenzialità, come risorsa del territorio e dell’ambiente: l’insuperabile Aglianico del Vulture che ritorna a farsi conoscere in campo nazionale e internazionale. Ottimo traguardo raggiunto con impegno e dedizione.
Il massiccio dalle sette cime domina una sterminata valle che lambisce il Gargano e si estende ben oltre Venosa, la terra di Orazio.
La rassegna scaligera appare quest’anno come la naturale prosecuzione di un altro importante evento, la partecipazione della Basilicata alla Borsa internazionale del Turismo di Milano dove prospettive e potenzialità concrete si sono incrociate disegnando una regione all’avanguardia con una offerta natura tra le più significative non solo all’interno del Sud.
Il Vulture ha alle spalle un intreccio di eventi che tuttora lo collocano tra le cime di assoluto interesse in questo Mezzogiorno. Protagonista della Guerra fredda con una importante postazione Troposcatter che lo collegava ai Paesi del Patto Atlantico, il massiccio è ricco di risorse naturali, di storia, di religiosità. Un ambiente unico con le sue tradizioni capaci di favorire un turismo di qualità per conservare intatto il fascino del passato e di trasferirlo al tempo d’oggi.
Carolin Martino, figlia di Armando storico produttore di vini che esporta da anni anche negli Usa, è considerata “prima donna e più giovane presidente del Consorzio di tutela dell’Aglianico del Vulture doc”, questa la motivazione del premio, ottimo riconoscimento a una giovane imprenditrice.
Un territorio mitico e ancestrale, dominato dai laghi di Monticchio e dalle storie dei briganti, anzitutto Crocco pastore dell’azienda Saraceno, che oggi ha guadagnato prestigiosi traguardi con il marchio Fattorie Donna Giulia.
Il Vulture ha davanti a sé sfide importanti, anzitutto quella di dare sslancio al Parco regionale in attesa di provvedimenti risolutivi e capaci di assegnare alla struttura una governance all’altezza della posta in gioco. Non è poco. L’importanza dell’area protetta consiste nel riuscire a determinare una svolta: non più semplice approdo di un turismo di Ferragosto e Pasquetta, con mucchi di rifiuti abbandonati ovunque all’insegna dell’anarchia, ma una realtà capace di mettere insieme passato e presente. Storia, cultura e ambiente.
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