La vicenda complessa, e storicamente assai tortuosa, che riguarda i protagonisti del movimento per la “terra e la rinascita” degli anni Quaranta trova una sintesi nello spettacolo che non da oggi Ulderico Pesce presenta in Basilicata come al Nord. E’ una occasione per ricordare anche, in forma di testo teatrale, la ricorrenza della nascita di Rocco Scotellaro il 19 aprile del 1923.
Il capitolo delle occupazioni delle terre, degli arresti e soprattutto del’epilogo rappresentato dai contadini caduti per mano delle forze dell’ordine, in quel tragico 1949, sono oggetto di una ricerca alla base del mio libro Morire di terra per i tipi dell’editore Lacaita.
Quando il lavoro fu pubblicato Pesce insistette molto perché gli facessi omaggio di una copia che considerava necessaria ai fini di una ricostruzione degli eventi, sulla base di dati giornalistici raccolti con una serie di interviste confluite nel libro e con un lavoro di archivio durato a lungo. Oltre alle carte rivendicative del sindacato. Operazione non facile.
Lo scopo di Ulderico Pesce era quello di arricchire il suo spettacolo e portarlo su diverse piazze, appunto. Il suo impegno, ripetutamente assunto, era di citare la fonte del mio lavoro per evitare che questa risultasse anonima o anche ascrivibile soltanto all’autore degli spettacoli.
A distanza di anni devo prendere atto, con molta amarezza, che questo impegno è stato totalmente disatteso. Il che certo non può farmi piacere, non per glorificarmi della citazione sugli annunci del lavoro teatrale, quanto per una questione minima di correttezza che va tutelata e posta, se necessario, sullo stesso piano dell’impegno civile di chi intende portare nelle piazze il tema dell’assalto al latifondo e della Riforma agraria.
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