sabato 17 luglio 2021

FOSSA CUPA, ALLE SORGENTI DEL BASENTO




                                               Il frontespizio del progetto del Genio Civile


Boschi d’alto fusto nascondono chilometri di condotte idriche e casette superprotette da cancelli in ferro, in un’atmosfera quasi surreale, un clima da natura aspra ma incontaminata: sembra essere in un mondo tutto diverso a Fossa Cupa, bellissima località ai piedi del monte Pierfaone, a poco più di mezz’ora da Potenza. 

Sono le sorgenti del fiume Basento, che sul finire degli anni Trenta furono captate dando origine appunto all’acquedotto intercomunale del Basento, come lo definisce il primo progetto redatto dal Genio Civile di Potenza con un impegno durato mesi e mesi da parte di tecnici e progettisti impegnati senza sosta in un lavoro che rappresentò un esempio importante per la realizzazione di un’opera al servizio della città e di numerosi centri costretti fino a quel momento a rifornirsi di acqua dalle poche fontane pubbliche. 

Il lavoro, nella sua parte più cospicua, è sintetizzato in questa planimetria di cui oggi si è persa ogni traccia e che desidero sottoporre all’attenzione del nuovo direttore generale di AQL, l’ing. Alfonso Andretta, e della stessa Regione Basilicata nel momento in cui si parla di ammodernare la rete idrica lucana con perdite costanti e con enorme dispendio della risorsa acqua, quanto mai preziosa in questo momento di profondi cambiamenti climatici destinati a riservare non poche sorprese tra periodi di siccità imprevedibili e pericolose inondazioni.

Fossa Cupa è un gioiello inesplorato e noto solo a un ristretto numero di appassionati dell’ambiente e della montagna. Potrebbe trasformarsi in una risorsa da non sottovalutare anche per un turismo di qualità, alla ricerca di storia e cultura, alle radici di ciò che accade nel nostro tempo. 

Località che si estende per chilometri e che rientra nel territorio di Sasso Castalda, raggiungibile a valle da Pantano di Pignola con un tragitto della durata di meno di mezz’ora. 

Siamo oltretutto nel cuore del Parco nazionale della Val d’Agri lagonegrese che la Comunità del Parco, d’intesa con il Presidente Priore, si accinge a far decollare in maniera definitiva, badando ai grandi progetti, con un giro d’orizzonte per un recupero delle principali priorità alle quali va inevitabilmente riconosciuta una corsia preferenziale soprattutto dal punto di vista di una cultura dell’ambiente da promuovere tra i giovani, le popolazioni, senza escludere ovviamente le scuole. Questo uno dei compiti precipui di un Parco nazionale, che voglia essere tale a tutti gli effetti.

Turismo e ambiente, un binomio imprescindibile al quale Acquedotto lucano è chiamato a dare nuova linfa, in una visione diversa dell’uso della risorsa acqua e non solo nel quadro di una gestione semplicemente amministrativa dell’esistente, con l’occhio rivolto ai contatori delle abitazioni e alle bollette.   



 

   


 

   

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