mercoledì 4 settembre 2019

IL CONTE BIS PREMIA LA BASILICATA



Due lucani nel governo Conte bis che si accinge a ottenere la fiducia delle Camere per entrare nel pieno della sua attività. 
Luciana Lamorgese, Prefetta di Milano, potentina di origini, e Roberto Speranza anch’egli di Potenza, già capogruppo del PD alla Camera, con una militanza politica nel mondo della sinistra alle spalle, noto per le sue posizioni nette e per un modo di esprimersi senza bisogno di urlare, ma affrontando i nodi principali delle tante questioni sul tappeto, con pacatezza ed equilibrio. Nel Governo con Speranza entrano molte istanze, proprie del mondo democratico, ispirate dalla necessità di un confronto a tutto campo sui temi di maggior rilievo, lavoro, sanità, sviluppo, giovani e Mezzogiorno. 
Certo, due tasselli importanti nella compagine governativa che riflettono, in ultima analisi, il prestigio conquistato da questa piccola, ma non insignificante, regione del Sud qual è appunto la Basilicata, terra ricca di risorse, di petrolio, di acqua ma anche di cervelli, spesso costretti ad andare via, in molti casi all’estero, per vedersi riconoscere un diritto di cittadinanza sul piano della ricerca e dei vari settori della cultura e della scienza.
Mi chiedo poi cosa cambierà con Luciana Lamorgese al posto di Salvini. Ministero chiave per le politiche sulla sicurezza e sui migranti, questi ultimi costretti a rimanere sulle navi per giorni e giorni con la chiusura dei porti. Considerati dei fuorilegge, se non dei clandestini da mandare in galera. Ma c’è soprattutto da augurarsi, con l’avvento di Luciana Lamorgese agli Interni, che si apra una fase di stringenti trattative con l’Europa e con i singoli stati perché l’Italia non sia lasciata sola in una situazione di precarietà estrema e di crescenti difficoltà. La sicurezza interna oggi non può prescindere dal grande tema delle migrazioni e dalla lotta alle mafie, ad una delinquenza organizzata che mostra di avere solide basi. 
Con Provenzano al Sud c’è poi da attendersi un cambiamento di rotta perché il Meridione entri a pieno titolo nelle dinamiche della produttività e dello sviluppo, ponendo al primo punto naturalmente il lavoro, l’ingegno, la capacità di produrre innovando.
Un banco di prova estremamente impegnativo per il Conte due, ma anche per il Paese, pronto a scommettere su una economia solida che non crolli come il ponte di Genova, con il pesante bilancio di vittime e di distruzione.   


  

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