giovedì 29 dicembre 2016

IL TEMPO CHE VERRÁ


                               
il palco di RAI UNO in Piazza Matteotti a Potenza (foto R. De Rosa)

Imponente, austero e al tempo stesso simile a un mostro che sembra impossessarsi di Potenza. Il palco dell'Anno che verra' di RAI UNO domina incontrastato la scena nella centralissima Piazza Mario Pagano. Si tratta non solo di un evento, quanto piuttosto di un simbolo di tempi che si annunciano a portata di mano ma che continuano a chiedere enormi sforzi e uno straordinario impegno per cambiare tutto, da cima a fondo. Per cambiare la vita, come scriveva Agnes Heller, filosofa ungherese.
Il Capodanno in tv non e' da intendere soltanto come uno spettacolo da godere a casa davanti alla televisione. Contiene piuttosto una forte domanda di un riconoscimento al Paese per una terra che oggi rappresenta qualcosa di piu' di un territorio come altri. Oltre alle grandi risorse naturali e alla storia, la Basilicata rappresenta oggi il senso di un contributo vero alla vita nazionale, con la bolletta energetica e non solo.
Di questo e' ben consapevole il Governatore Marcello Pittella, che ha voluto lo spettacolo di Capodanno Rai proprio nel cuore di Potenza, punto d'incrocio di tante culture e di tanti punti di vista, dai tempi dei romani a oggi, nella stessa piazza in cui hanno parlato anni fa i nomi altisonanti della politica: da Colombo, a Berlinguer, compresi Almirante e  altri personaggi incaricati di raccontare passato e futuro, e forse il presente di questo Mezogiorno assai problematico che attende ancora delle risposte.
Il grande palco e' una testimonianza e probabilmente il segnale di un traguardo raggiunto ma ancora da conquistare  in termini di risultati obiettivi. Li' e' tutta la Basilicata che non si e' fermata a Eboli ma che vuole proseguire con fiducia il cammino intrapreso con i grandi del meridionalismo di ieri, Nitti, Fortunato, ma anche con i rappresentanti del mondo della ricerca e dell'universita'. Quelli che da Matera scrutano le radiostelle e s'infastidiscono forse a sentir parlare dei sassi come unico stemma, emblematico, di una terra stanca di secoli e secoli di infame marginalita'.
Il sindaco De Luca non esita a parlare di cambiamenti radicali nella vita e nella mentalita' dei potentini, mentre Matera, alla vigilia di quel 2019, assiste  a battaglie politiche e a lotte che minano la sua stabilita' alle radici. Eppure la posta in gioco e' assai alta e la sfida da vincere, per quanto complessa, e' capace sin da ora di disegnare scenari non trascurabili. Una sfida da lanciare con impegno e convinzione, nella quale tuttavia occorre credere. Altrimenti è tempo perduto.
Dario De Luca, parla della rigenerazione del tessuto urbano per dare nuova vitalita' ai quartieri sia del centro storico che della periferia. Quasi un concetto filosofico, assunto ad asse portante di un cambiamento pronto per essere attuato. 
"Poi c'e' una rigenerazione di quartieri nuovi, oggi disordinati, per i quali facciamo leva anche su una collaborazione con l'Universita' della Basilicata: un  progetto ambizioso che consente di guardare oltre i limiti angusti di una vicenda locale."

Alla luce anche del terremoto del centro Italia l'antica vicenda Bucaletto ha assunto proporzioni rilevanti. La cronaca nazionale ha affrontato recentemente la questione della "cittadella" dei prefabbricati a Potenza, in piedi dal dopo 23 novembre del 1980. Baracche tuttora abitate. Uno scempio da cancellare.

"Certo, d'intesa con la Regione contiamo di porre mano non solo a un'opera di trasformazione dell'intera area abitativa, quanto alla realizzazione di insediamenti sicuri e dignitosi per chi vi abita con relative infrastrutture adeguate. Andare oltre la baraccopoli del 23 novembre ci sembra un obbligo morale, anzitutto."

Il 2019 dunque non e' solo Matera.

"Certo, il 2019 e' un appuntamento non per la sola Matera ma per l'intera Basilicata che dovra' imboccare strade nuove e compiere scelte adeguate. Le premesse ci sono tutte. Le nostre emergenze e quel bagaglio di storia, scienza e cultura di cui disponiamo dovranno corrispondere a una svolta, determinare cambiamenti reali. Senza considerare l'apporto dei nostri giovani per costruire una vita migliore, in cui il lavoro non sia una raritá.   
Il Capodanno di Rai Uno assolve indubbiamente a questa missione in modo assolutamente idoneo. Fa conoscere la nostra terra in vista del 2019 e non solo. Buon anno dunque ai lucani."

Nessun commento:

Posta un commento