“Non abbiate paura della vita”: un messaggio di Enrico Medi diretto ai giovani di ieri e di oggi che i familiari dell’illustre uomo di scienza, scomparso cinquant’anni fa, hanno rilanciato in occasione delle numerose iniziative per ricordare la figura e l’opera di chi è riuscito a coniugare fede e ricerca, religiosità e scienza.
Ma chi era Enrico Medi? Uno studioso, un fisico, docente universitario, amico di Padre Pio che lo considerava un punto di riferimento essenziale nel cammino del progresso e della chiesa. Un legame con il Frate destinato a superare la sfera degli interessi personali collocandosi in una dimensione in cui l’eternità rappresenta il vero punto di riferimento per la vita umana. In occasione dell’ultima messa, il 22 settembre del 1968, Padre Pio lo salutò dicendogli: “ciao Enrico, ci vediamo in Paradiso”.
Per le sue doti di laico cristiano Medi rappresenta l’anello di congiunzione tra la comunità degli studiosi e la fede che guida l’uomo nelle varie imprese, piccole o grandi non importa.
Accanto a Tito Stagno, commentò per l’intera durata della lunga diretta lo sbarco sulla Luna di Neil Armstrong. Molto bella l’intervista di Andrea Barbato a Medi quella notte del 1969, passata alla storia. Successivamente commentando l’impresa lo scienziato scrisse: “Ore 4.56, 21 luglio 1969 dell’era cristiana.”
Un personaggio cardine nel ricordo dei settant’anni della televisione che ha portato nelle case degli italiani cultura, informazione, spettacolo e approfondimento dei temi dell’universo ai quali Enrico Medi aveva dedicato i suoi studi per conoscere e far conoscere cosa c’è alla base degli eventi, cosa c’è alla base dell’esistenza.
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