Nella storia millenaria della Basilicata un posto d’onore spetta a questo Quarantesimo dell’Unibas, solennemente celebrato da Sergio Mattarella, in un’aula affollatissima in cui il respiro degli studenti lo si è avvertito più di ogni altra cosa. Più del rituale stesso, forse più di questo 6 marzo 2023, giorno di tutto rilievo non per la sola Università.
Quarant’anni sono un percorso non breve. Lo hanno ricordato tutti, dal Rettore, prof. Ing. Mancini, al Presidente della Regione, Bardi, al rappresentante degli studenti, Davide Di Bono. Alla stessa Moshir Pour, entusiasta di essere italiana a tutti gli effetti, lontana da ogni forma di dittatura e di repressione delle libertà individuali.
Sandro Pertini aveva inaugurato la grande avventura dell’Ateneo lucano all’indomani del rovinoso sisma del 23 novembre, e oggi il Presidente Mattarella ha apposto il sigillo a un evento che sancisce una vera rivoluzione per la Basilicata certamente, ma non solo.
Finisce l’era della periferia della scienza, dei talenti ignorati, di una marginalità di questa terra a lungo considerata piccola e forse insignificante. Tale da non poter competere in un ambito nazionale e internazionale. Questione di dignità e non di potere.
L’Università dà lustro ai lucani (non certo per amore di campanile) ma perché questo è lo stato dell’arte.
“FATE PRESTO” dice Di Bono alla classe dirigente al completo in quest’Aula del Quarantesimo. Il Presidente della Repubblica ascolta il messaggio e applaude convinto.
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