martedì 21 marzo 2023

CENTO CONTRO IL BULLISMO



Il 21 marzo è il giorno della lotta alle mafie e alla violenza organizzata, qualunque essa sia. Qualunque sia la sua matrice.  L’omicidio del giovane ucciso a Napoli per una banalità deve far riflettere tutti, nessuno escluso.

Intanto c’è una notizia passata sotto silenzio in questi giorni: il sindaco di Cento, un comune in provincia di Ferrara, ha deciso di far pagare una multa ai familiari dei ragazzi che esercitano il bullismo a danno dei compagni di classe, di scuola o di giochi. Si perché il bullismo in molti casi, direttamente o indirettamente, affonda le radici nella famiglia che non esercita spesso il ruolo che dovrebbe di momento educativo in grado di far prevalere la tolleranza e il rispetto sull’odio di diversa origine. 

Educare i ragazzi a essere cittadini e persone rappresenta il primo dei doveri dei genitori, al di là di qualunque retorica. Educare è un obbligo eterno, universale. 

Questo purtroppo non accade sempre, se si pensa che un gruppetto di ragazzi, di una piccola realtà della Basilicata (è solo un esempio) hanno apostrofato un loro compagno di classe usando una terminologia avvelenata, propria tra l’altro degli adulti provocando un danno sul piano comportamentale al loro amico. Un linguaggio fin troppo meditato per essere alla portata di bambini di poco più di dieci anni. Non solo.

La famiglia ha dunque le sue responsabilità, specie poi se si pensa che il bullismo è il primo, potenziale gradino verso una violenza di tipo diverso. Il primo gradino capace  di alimentare odio e contrapposizione, ingredienti fin troppo diffusi in questa società tecnologica e consumistica, come ricorda spesso Papa Francesco rivolgendosi soprattutto agli adulti.    

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