venerdì 7 ottobre 2022

LA RIFORMA AGRARIA IERI E OGGI


                                     


                                                        Piergiorgio Quarto



40 morti, 60319 persone arrestate, 21093 condannate a 7293 anni di carcere. Questo il drammatico bilancio delle occupazioni delle terre e delle lotte degli anni Quaranta, in Italia, per ottenere una legge capace di superare il latifondo e dare la terra ai contadini. La legge arrivò il 21 ottobre del 1950 e andò sotto il nome di legge stralcio di riforma agraria. Grande conquista sul piano sociale, economico, produttivo dopo decenni di enormi sacrifici di braccianti e contadini.

Un traguardo importante, raggiunto  con il sangue, che nel corso degli anni e dei decenni successivi si è però completamente svuotato di contenuti: allo scadere dei settant’anni, nel 2020, nessuno si è ricordato di questo evento. Sembra strano ma è così. 

Recentemente l’intitolazione di una strada a Matera a Vincenza Castria, vedova del bracciante Giuseppe Novello ucciso dal piombo del vicebrigadiere Vittorio Conte, ha riportato in evidenza un capitolo tra i più significativi della storia dell’Italia unita. 

Oggi siamo al processo inverso. In Basilicata l’Alsia, l’Agenzia lucana di sviluppo e innovazione in agricoltura, sta procedendo alla dismissione dei beni della Riforma agraria, case, terreni coltivati e non, strutture ridotte a spelonche immonde come il caso di uno dei borghi più importanti, Taccone di Irsina, nel materano appunto. 

Se la memoria storica non può venir meno, è  importante che se ne parli. 

Piergiorgio Quarto, Consigliere della Regione Basilicata, è oggi tra le figure più in vista, in grado di parlare di ciò che accadde settantadue anni fa e della situazione del momento.

“Intanto bisogna mettere in risalto la ricchezza di quella legge. La Riforma agraria è uno dei pochi esempi in Italia della capacità della politica di distribuire la ricchezza. Una legge che mettendo al centro i bisogni primari della gente e del Paese Italia si occupasse della sussistenza della famiglia. Primum vivere, dice il latino. Anzitutto vivere.

Produrre ricchezza sul territorio, in effetti, era questa la parola d’ordine della legge stralcio. Furono espropriati ai latifondisti e alla Chiesa due milioni di ettari con una operazione di legittimità istituzionale, ettari distribuiti a dieci milioni di contadini perché potessero produrre direttamente con i propri mezzi e con la prospettiva di far lavorare qualcuno nella propria azienda. Ecco il valore della riforma agraria. 

Oggi cosa accade? La dismissione non è operazione facile. La legge che la disciplina si compone di molti articoli e contempla situazioni le più disparate.”


Ieri il Materano fu teatro delle occupazioni delle terre. Oggi le cose stanno in modo diverso dal passato. Ovvio.


“Da rilevare che oggi l’agricoltura è sicuramente più centrale rispetto agli ultimi quarant’anni. Non vi è dubbio. E’ ritornata a essere considerata dalla società un valore di tutti. Oggi si va recuperando quella identità dell’agricoltura che sembrava essere svanita negli anni Settanta - Ottanta. La colpa è di una industrializzazione esasperata che aveva messo da parte la qualità, ritornata centrale. 

L’agricoltore diventa in effetti garante del cibo, assicura la sostenibilità ambientale costruendo così la nuova frontiera dell’impresa in grado di di mettere al centro la produttività e livelli di qualità accettabili. Anzi elevati.”


Cosa accade oggi del Metapontino, a proposito di Basilicata del dopo 2019?


“Il Metapontino è il fiore all’occhiello di questa Basilicata, con i suoi ventimila ettari irrigui. Ha un peso assai rilevante. E’ una delle zone che assicura una opportunità lavorativa a oltre diecimila lavoratori con un indotto straordinario diffuso sul territorio. Rendiamoci conto che un’area come questa vale tre o quattro volte quanto può valere una grande industria.”


Parliamo del mercato o, meglio, dei mercati verso i quali ci si orienta fra anni.


“Siamo nel cuore del Mediterraneo con un grande mercato che dovremo cercare di sfruttare al meglio. La Basilicata fa parte del baricentro delle regioni del Sud in questa ottica. Non dimentichiamo gli apprezzamenti che i prodotti del Metapontino costantemente ricevono. In tal senso è necessario l’impegno del Governo.” 



                                   


 

1 commento:

  1. Rocco sei sempre puntuale sulle problematiche della nostra regione. Inoltre hai la lucidità di mettere alla luce gli eventi del passato (occupazione delle terre) e situazione del presente.!

    RispondiElimina