mercoledì 20 ottobre 2021

PER UNA SANITA' SICURA


                                  

                             Aldo Di Fazio



Non è mai cessato negli ultimi anni il dibattito per guadagnare l’obiettivo di una sanità davvero all’altezza del compito di tutela della salute, senza distinzioni tra Nord e Sud, tra aree all’avanguardia e quelle meno qualificate. 

In questa ottica il tema della sicurezza assume un rilievo cruciale: non è possibile rischiare per gli errori di medici e infermieri, si sente dire da più parti. Sono state realmente efficaci le cure ricevute, in caso di bisogno? Inevitabile interrogarsi. 

Questioni di larghissimo spessore che finiscono tutte in un unico calderone: i compiti dell’Osservatorio nazionale delle buone pratiche sulla sicurezza nella sanità. Di questo organismo fa parte, da alcuni giorni, per decisione del Ministro della Salute Roberto Speranza,  Aldo Di Fazio, direttore della struttura regionale complessa di Medicina legale. Un bel fardello da sostenere con tante responsabilità e un carico di lavoro non indifferente.

“L’Ossevatorio - precisa il dottor Di Fazio - è stato istituito con la legge Gelli, entrata in vigore nel marzo 2017. La Basilicata, già da quella data, era stata inserita nel blocco di otto regioni dotate di questa struttura. All’epoca ebbi l’incarico di referente della Regione. Oggi, invece,  Speranza mi ha nominato come esperto del Ministro.”


La Sanità ha bisogno di un controllore? Questo l’interrogativo che ci si pone inevitabilmente , considerata l’importanza dell’Osservatorio.


“Più che un ruolo di semplice controllo, l’Osservatorio ha una funzione di supporto alle Regioni nel campo del rischio clinico. La legge 24 istituisce i Centri regionali per il rischio clinico, sicché il collettore finale è l’Osservatorio.” 


Si tratta di un’azione svolta in sinergia tra la periferia e il Ministero. Con quali possibilità di risultati concreti, dottor Di Fazio?


“Sul piano concreto la struttura ha un suo ruolo chiaramente. Se si verificano situazioni negative, con rischio a carico dei pazienti e queste situazioni hanno un loro peso, vanno affrontate e risolte, tenuto conto peraltro che la percentuale di rischio è presente in campo medico, a tutti i livelli. Ogni volta che un sanitario timbra il cartellino entrando in ospedale, ad esempio, deve pensare non solo a quello che deve fare, ma soprattutto ai possibili errori, da non sottovalutare evidentemente. L’errore diventa così una concreta possibilità quotidiana tale da non lasciare nessuno nell’indifferenza. E non è poco, in relazione agli stessi progressi della scienza.”   


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