mercoledì 23 ottobre 2019

BASILICATA, MAI COME OGGI A UN BIVIO



Cosa accadrà dopo il petrolio? Quale sarà tra pochi decenni il volto della Basilicata, oggi il più grande serbatoio di greggio in terra ferma, in Europa? E ciò mentre si avvicina a grandi passi la data della scadenza del Protocollo Eni Regione e sta per entrare in attività il secondo giacimento di Tempa Rossa, in territorio di Corleto. 
Interrogativi che pesano e promettono di avere un rilievo oltre ogni previsione, come è accaduto del resto per la Val d’Agri, in cui il giacimento di petrolio ha nettamente fatto avvertire le distanze tra passato e presente, sia per la salute degli abitanti quanto per l’immagine e il destino di una realtà a grande vocazione agricola e turistica.
Ambiente e salute, un binomio inscindibile che impone il massimo dell’attenzione a chi governa e decide il destino di questa terra del Sud. 
Presidente Bardi, che fare dunque per dare garanzie agli abitanti della Basilicata, al suo territorio.       

“Le risorse naturali della Basilicata sono un patrimonio dal valore inestimabile, che va tutelato e allo stesso tempo valorizzato. Le due cose non sono in contraddizione come spesso appare, ed anzi il profilo giusto di una azione di governo degna di questo nome sta proprio nella capacità di contemperare le esigenze di tutela dell’ambiente e la necessità di promuovere uno sviluppo sostenibile e adeguato a beneficio della nostra comunità.”

Il petrolio è questione di primo piano. La rinegoziazione degli accordi in vigore, con le compagnie petrolifere, pone una serie di questioni legate al futuro di questa terra. Al domani dei suoi abitanti. La materia è stringente e delicatissima, l’impatto delle estrazioni va rigorosamente controllato con i moderni criteri di salvaguardia. Quali le strategie da porre in campo, considerato peraltro l’entrata in produzione di Tempa Rossa.

“Abbiamo una risorsa, il petrolio, e non possiamo far finta che non ci sia. Dobbiamo fare in modo che questa risorsa venga utilizzata per il bene dei lucani. Detto questo, negli accordi che ci auguriamo di stipulare con le società petrolifere bisognerà tenere in primo piano e tutelare la salute e l’ambiente per i lucani. Ogni operazione estrattiva dovrà avvenire nella massima trasparenza e con controlli efficienti. Ad Eni e Total chiediamo inoltre di rafforzare le compensazioni ambientali e di investire in Basilicata in attività alternative al petrolio, così da determinare finalmente quelle ricadute che i lucani attendono da vent’anni in termini di lavoro e sviluppo.  Al Governo, invece, chiediamo di investire sulle infrastrutture, che sono essenziali per la Basilicata, e di adeguare le royalties in primo luogo a beneficio dei territori interessati dalle estrazioni.”

C’è poi il nucleare con l’impegno da parte di Sogin di mettere a punto una bonifica soddisfacente della Trisaia di Rotondella, in grado di cancellare il passato, fatto di incidenti e di situazioni di rischio. Oggi, Presidente Bardi, come stanno realmente le cose. Il progetto di riportare l’Itrec a prato verde è possibile e, soprattutto, credibile?

“Sulla questione dei rifiuti radioattivi ci sono stati ritardi e incertezze da parte dello Stato, che speriamo non compromettano il progetto relativo all’Itrec. Nelle prossime settimane acquisiremo tutte le informazioni del caso e incalzeremo gli organi competenti per avere risposte certe.
Politiche adeguate debbono far sì che la Basilicata  diventi una regione più attrattiva innanzitutto per i nuovi investitori, che devono trovare vantaggioso portare capitali e attività produttive nella nostra regione. Ma allo stesso tempo occorre sostenere gli sforzi di chi opera già sul nostro territorio, degli imprenditori lucani che hanno accettato la sfida dell’innovazione e cercano di intercettare nuovi mercati. L’istituzione della Zes è solo il primo passo di un progetto più ampio che punta a far diventare l'intera regione il centro del sistema economico del Mezzogiorno. Un sistema che allo sviluppo delle attività industriali deve saper affiancare la valorizzazione dell’agricoltura di qualità, il turismo, la promozione del patrimonio culturale e ambientale ed il miglioramento delle condizioni di contesto, con una pubblica amministrazione che deve essere più efficiente. In questo quadro ci sono anche il welfare e la sanità pubblica, che oltre a rispondere al primario bisogno di salute dei cittadini rappresentano (attraverso le Asl) una delle più grandi aziende della regione, che deve crescere e valorizzare fino in fondo il proprio patrimonio di professionalità.”


Oltre alla FCA di San Nicola di Melfi, esiste un progetto di rilancio industriale in Basilicata, secondo quali direttrici?

“La Fca resta, e speriamo resterà ancora per molti anni, con l’attuazione del contratto di sviluppo per le auto ibride e l’avvio del Campus, il fulcro di un progetto industriale che punta sull’innovazione. Ma naturalmente sono diverse le direttrici che intendiamo seguire per delineare una strategia che porti lavoro e sviluppo alla Basilicata: dall’implementazione del turismo, mettendo a frutto in tutta la regione l’esperienza di Matera 2019, all’uso dei fondi europei per favorire la piccola e media industria, alla costruzione di infrastrutture necessarie sia al turismo che all’industria e all’implementazione dell’agroalimentare, che rappresenta esso stesso parte importante del PIL regionale.”

La sanità lucana fa registrare punte di eccellenza, ma anche zone d’ombra come è il caso della psichiatria, ad esempio, che in questi giorni avverte il peso di un notevole incremento della domanda a fronte di strutture e organici praticamente fermi, salvo alcune eccezioni.

“Per rispondere in maniera adeguata al bisogno di salute dei cittadini va innanzitutto ripensata la rete ospedaliera della regione, eliminando gli sprechi e valorizzando le strutture diffuse del territorio. Si tratta cioè di potenziare alcuni ospedali senza trascurare l’importanza di ampliare la medicina del territorio e l’assistenza domiciliare, oltre che di gestire in maniera più efficiente le liste di attesa agendo su vari fattori: ampliare l’offerta, razionalizzare le risorse, governare le richieste con i medici secondo le reali priorità, attivare precisi protocolli diagnostici.”

Il quadro politico della maggioranza, che regge la Regione, viene definito solido e all’altezza della situazione. Quali sono i rapporti al suo interno e quale la prospettiva.



“Il governo del cambiamento, per rispondere alle attese dei cittadini, ha bisogno di consolidare la propria base politica. La coalizione di centrodestra si basa sui principi di leale collaborazione fra le forze che la compongono e di pari dignità delle idee che esse esprimono. La priorità è fare sintesi da tradurre in azioni di governo. Questo è l’impegno che abbiamo preso con i cittadini lucani e che siamo impegnati a portare avanti senza risparmiare energie.”

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