giovedì 1 agosto 2019

LA BCC BASILICATA AL TEMPO DEI BITCOIN



                   

La Presidente di BCC Basilicata Teresa Fiordelisi



Non è un paradosso. La presenza delle banche nella vita quotidiana dei cittadini è una realtà dalla quale non si può prescindere, sotto tutti i punti di vista economico, sociale e di prospettiva. Un'esigenza e un dato di fatto insieme. E ciò soprattutto sul piano strettamente individuale che coincide spesso con il destino di tante famiglie e di tante imprese.
Sicchè la notizia dei diecimila esuberi da parte di Unicredit, per ora soltanto una ipotesi, fa rabbrividire. Senza parlare poi della controversa e interminabile stagione delle crisi, dei salvataggi, della miriade di responsabilità che il mondo delle banche mette in evidenza.
Cos’è il credito per la banche?  Un interrogativo al quale non sembra facile dare una risposta. E che cosa rappresenta, in questo scenario ma non solo, il credito cooperativo? Cooperativo perché, anzitutto? 
Un argomento di grande interesse, da affrontare non certo sul terreno delle opinioni individuali, ma sotto il profilo dei risultati e delle scelte.
Prenderei ad esempio il caso della BCC Basilicata, la banca dei piccoli grandi passi compiuti nell’arco di oltre sessant’anni ascoltando il punto di vista della Presidente, Teresa Fiordelisi, e del Direttore generale, Giorgio Costantino,  che documentano il cammino percorso finora.
“L’industria bancaria è sotto pressione per mille ragioni, a cominciare dalla crisi, tuttora in atto, senza escludere l’aggressione di  Italia alcuni grandi player internazionali che fanno finanza accessoria con tutti i rischi che ciò comporta. A questa crisi non si sottrae il mondo cooperativo. Negli anni Novanta c’erano in Italia 625 Bcc ora soltanto quasi un terzo.”

Si parla di garanzia incrociata, una garanzia per il cliente o no?

“Se una banca in Trentino o in Sardegna ha, ad esempio, difficoltà può essere chiamata a intervenire anche la BCC Basilicata. Questo è un meccanismo che tutela anzitutto i clienti, chi deposita il proprio denaro. Se una banca dovesse avere problemi, questo dato è attutito dall’intervento della capogruppo. 
Si tratta di un sistema non automatico: se la Bcc Basilicata avesse lavorato male, non sarebbe così scontata la sua presenza sul territorio come accade ora.
In Basilicata negli anni Ottanta erano 23 le banche di credito cooperativo. Ora sono soltanto tre, poiché molte sono state commissariate, liquidate per cattiva gestione o altro.”

Tutto sommato il credito cooperativo lucano, negli anni, ha saputo premiare la buona gestione della BCC Basilicata e la lungimiranza degli interventi posti in essere.

“Certamente è un dato positivo per noi, ma che non era scontato affatto. La nostra banca, oltre ad avere lavorato con impegno e correttezza in questi decenni, ha saputo distribuire le proprie risorse, a sostegno di attività prevalentemente a sfondo sociale, artistico e culturale, senza escludere altri comparti importanti della vita. Circa mille progetti a sostegno di varie iniziative, nel corso degli ultimi due anni. Abbiamo dato un sostegno anche a Matera 2019, non solo per una questione di immagine, ma perché crediamo in questo percorso.”

Affrontiamo un argomento di stretta attualità. Qual è la posizione di BCC Basilicata nel campo della moneta virtuale?

“Non abbiamo un nostro prodotto come banca, anche perché si tratta di un capitolo delicatissimo, non regolamentato, che rischia di dare accesso a tutto. Non è scongiurata l’ipotesi, tra l’altro,  di una concorrenza sleale tra banche e banche, con la possibilità di un caos alla base di future crisi. 
Il bitcoin è altra cosa, molto più complessa e capace di sottrarsi a dei controlli. E’ un mondo in cui si possono fare tantissimi soldi, se ne possono riciclare tantissimi, ed è possibile perdere tutto rapidamente: ci sono stati tanti casi di sparizione del “gruzzoletto” letteralmente svanito su Internet. Discorso complesso. Al riguardo ci sono numerose inchieste anche della Guardia di Finanza.”

Cosa chiede la vostra clientela, a voi, alla BCC Basilicata?

“I nostri clienti chiedono di poter dialogare con noi, di avere certezze. Molte persone lamentano la difficoltà delle grandi reti di avere una interlocuzione, un contatto immediato. 
Il nostro impegno è quello di incontrare appunto la clientela, anche quella potenziale. Non è semplice perché parlare con le persone costa tempo, costa un lavoro. 
A volte si parla anche di cose banali che per noi potrebbero essere una perdita di tempo, ma per il cliente rappresentano un valore aggiunto. 
Nelle grandi banche ciò non accade facilmente, non perché noi siamo migliori, ma perché abbiamo una diversa connotazione, una diversa possibilità che, dal punto di vista bancario, rischia finanche di generare inefficienza. E’ più facile avere una persona che risponde al call center, anziché telefonare a un amico e dargli personalmente delle delucidazioni. 
Sulla parte creditizia c’è sempre l’esigenza di avere una consulenza, non è poco. Questo emerge da tante richieste che cerchiamo di accogliere e soddisfare nel migliore dei modi. Ecco cosa significa, in fondo, fare banca al Sud. Costa impegno, lo sappiamo." 

                                     

Il Direttore Generale di BCC Basilicata Giorgio Costantino

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