martedì 21 maggio 2019

LA BASILICATA HA UNA SUA CENTRALITA' IN CAMPO EUROPEO



                            
Marcello Pittella (foto R. De Rosa)



Il polo energetico della Val d’Agri, di cui l’Eni parla in questi ultimi tempi soprattutto dopo i recenti provvedimenti della magistratura,  rappresenta un punto di svolta nelle politiche per la valorizzazione del territorio e la salvaguardia delle risorse paesaggistiche. Obiettivo strategico e decisamente impegnativo che equivarrebbe per ipotesi a una rivoluzione, specie se si scorrono le pagine della recente ordinanza del Gip dalle quali traspare una situazione non proprio rassicurante per l’ambiente e la salute, a cominciare dalla valle dell’Agri senza escludere il resto del territorio soggetto alle estrazioni del greggio.
Qual è in tutto questo il ruolo del Consiglio regionale e del governo della Basilicata. Quali scelte debbono avere carattere prioritario nel difficile rapporto con i colossi dell’energia perché l’entità politica, geografica e naturalistica di questa terra del Meridione possa rimanere integra, com’è stata per secoli.
Temi di tutto rilievo ai quali dà una risposta l’intervista a Marcello Pittella,  governatore per anni di questa regione e protagonista della vicenda politica ambientata tra Roma e la Basilicata stessa. 
“C’è da dire anzitutto che l’impegno dell’Eni è un impegno datato: negli accordi del 98 si prevedeva la realizzazione non solo del polo energetico ma una valorizzazione a tutto tondo della generosità che la Basilicata mostrava nei confronti del Paese consentendo alle compagnie di utilizzare il proprio territorio.
Mi sembra tuttavia che nella prima fase di attuazione dell’intesa non tutto è stato attuato, come avrebbero voluto i cittadini e le stesse istituzioni della Basilicata. 
Sicchè la posizione della Regione, anche a mia guida, non è nuova ai fini dell’utilizzo del territorio per scopo energetico, rapportato alle possibilità dello stesso territorio e soprattutto recuperando le grandi ricadute occupazionali e imprenditive che il territorio merita. 
Frattanto, entro l’autunno 2019, ci sarà il rinnovo della concessione. Una scelta che spetterà alla Basilicata e al Ministero, comprese le compagnie, per valutare  le condizioni e la durata dell’eventuale rinnovo.
Io penso che preliminarmente bisognerà fare un consuntivo delle cose fatte, considerando lo sversamento del petrolio nel sottosuolo, il contenzioso in atto a fronte della richiesta della Regione di risarcimento per quello che è accaduto. E poi c’è bisogno di sentire le comunità, i cittadini, le associazioni: il tessuto vivo di questa terra per capire se andare verso un rinnovo oppure no.
Il metodo è preliminare assolutamente e poi c’è il merito, senza escludere il potenziamento di Arpab o altro. Se tutto questo accadrà potremo con maggiore serenità decidere sul da farsi.”

Ambiente e salute dovranno essere inevitabilmente al primo punto.   

“Non vi è dubbio. Ci rendiamo conto tuttavia che la sfida non è da poco, tutt’altro. Le nostre iniziative del resto sono state chiare: dall’indagine epidemiologica al rafforzamento di Arpa, l’agenzia per la protezione dell’ambiente. Siamo giunti alla chiusura del Centro olio perché abbiamo avuto un’Arpa efficiente. E abbiamo avuto Ispra in grado di eseguire quei controlli che non erano di nostra diretta competenza. 
Il petrolio è una risorsa inevitabilmente, utile per il Paese. Bisogna convincersi tuttavia che la Basilicata deve ottenere dal petrolio il massimo del beneficio. Un dato irrinunciabile.”

La Basilicata in questo 2019. Il quadro è ricco di eventi, ma quale dovrà essere il ruolo della cultura scientifica e quello di tanti giovani ricercatori che oggi operano all’estero. Da dove cominciare se non da un dibattito ampio su un argomento oggi praticamente dimenticato?

“E’ vero, nonostante politiche attive che la regione, attraverso i fondi europei, ha messo in campo su questo versante. Da un lato dovremmo potenziare quelle risorse, farle conoscere di più, dall’altro far crescere il fermento utile del blocco imprenditoriale che è vocato alla ricerca. Imprenditoria e ricerca sono un binomio indivisibile e la ricerca ha un valore enorme per questa terra del Sud in particolare.” 

Il Centro di geodesia spaziale riveste grande importanza per il cammino della regione sul terreno della scienza. E’ il fiore all’occhiello di una cultura scientifica in grado di guadagnare sempre nuove posizioni, in campo internazionale.

“Anche grazie al Centro ubicato sulla Murgia materana  la Basilicata riesce a recuperare una sua centralità in campo europeo. Abbiamo investito molto, ma non basta. Occorre dare slancio in questo settore al ruolo di una imprenditorialità evoluta fondata sulla ricerca e l’innovazione. Ci sono tanti bandi e tante possibilità di erogazioni finanziare piuttosto cospicue, rivolti a una imprenditoria di livello, dotata di lungimiranza e dinamismo.
C’è da fare un’ultima considerazione: Matera 2019 è un evento di portata internazionale ma le ricadute sono ancora modeste. Questo ci deve mettere in condizione di avere un atteggiamento propositivo nei confronti dell’Europa, in modo da ottenere frutti di un certo rilievo.”

Il Consiglio regionale si occuperà di questi temi? 

Me lo auguro, in attesa che il Consiglio riesca ad accelerare i tempi per un dibattito costruttivo su questioni di primo piano, limitate non solo all’ambito regionale ma di respiro nazionale ed europeo.”


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