martedì 14 maggio 2019

IL DIGIUNO DI MAURIZIO BOLOGNETTI



La lotta per la legalità e il pluralismo delle voci, a volte costa  forse più del dovuto.
E’ il caso di Maurizio Bolognetti, segretario dei radicali in Basilicata, che da febbraio (oggi 77 giorni) fa lo sciopero della fame per affermare il principio della non violenza e battersi contro la chiusura di Radio Radicale, una emittente che da sempre ha trasmesso le cronache parlamentari per consentire alla gente di sapere, conoscere, approfondire.
A Radio Radicale sono stati tagliati i contributi pubblici perché risparmiare significa togliere l’ossigeno anche a quelle strutture maggiormente impegnate nel sociale e nella tutela dell’interesse della società, che ha diritto a essere informata e a partecipare  alle decisioni di Parlamento e Governo. 
Il distacco rispetto ai “palazzi” sarebbe una sciagura, una perdita di democrazia, un salto nel passato che il Paese non può consentire. E meno che mai tollerare in silenzio poiché il silenzio equivarrebbe, anche in questo caso, alla fine.
Bolognetti si batte dunque per questo e sta ottenendo l’adesione di personalità del mondo della cultura e della politica: un gesto da non sottovalutare, nella speranza che riesca a far ritornare sui suoi passi chi ha deciso di condannare a morte Radio Radicale.      

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