venerdì 2 marzo 2018

NO AI VELENI E ALLA RABBIA



                                 
Marcello Pittella (foto R. De Rosa)
                              

La campagna elettorale ormai alla conclusione ha visto esplodere un quantitativo enorme di veleni di ogni genere e di rabbia covati per anni nel petto di tanta gente, inasprita dall’odio verso le istituzioni, fomentata dalla prospettiva di un cambiamento totale finalmente a portata di mano e per giunta a costo zero. Ce n’è di tutti i colori e per tutti i gusti. 
Nel grande scenario della politica questa rabbia rende ciechi, al punto da indurre a non riconoscere i progressi fatti, i passi avanti compiuti e tanta tanta fatica spesa nel tentativo di dare a una regione come la Basilicata un peso diverso nel contesto nazionale ed europeo. Il 38 per cento in più di turisti, la crescita progressiva del prodotto interno lordo, il traguardo raggiunto dei buoni risultati alla lotta contro la povertà e la disoccupazione e poi gli ottimi successi nel campo della scienza e della tecnologia, anche nella sanità, incoraggiano ad avere fiducia in chi guida questa terra e in una compagine impegnata a vari livelli con Roma e con Bruxelles. 
Il traguardo di Matera 2019 è un risultato positivo ma anche un banco di prova, sostiene Marcello Pittella nei suoi affollati interventi elettorali che si traducono in un faccia a faccia con la gente, con i giovani, con la grande famiglia lucana alla quale il governatore usa parlare con il linguaggio delle cose vere. Illustrando le mete raggiunte ma anche le difficoltà persistenti sul difficile cammino del Mezzogiorno interno e in particolare della Basilicata nell’era del petrolio. 
A proposito del petrolio e dell’ambiente: quando mai nei decenni scorsi sono stati compiuti degli sforzi per imporre alle compagnie il principio della trasparenza e della sicurezza per l’ambiente e per suoi abitanti? Quando mai si è parlato di un’agenda così fitta di impegni per controllare passo per passo l’attività estrattiva e la prospettiva che si apre davanti all’intera regione. A voler essere soltanto un po’ realisti bisognerà riconoscere che il governo Pittella, in sintonia con quello nazionale, ha sbarrato la strada al cane a sei zampe (ma sono molte di più) a Pasqua 2017 davanti all’inquinamento del suolo provocato dalla fuoriuscita di greggio dai serbatoi del centro olio. Fenomeno non da poco con probabili collegamenti con la tragedia del suicidio del direttore del centro di Viggiano. Grande mistero sul quale si continua a indagare. 
Il 4 è ormai imminente. Le urne vuote attendono le schede. Le promesse miracolistiche e le pure illusioni lasciano il tempo che trovano. La Basilicata, che non è più quella di Carlo Levi, ha bisogno di un patto tra uomini e generazioni, tra politici e non, dice ad alta voce Marcello Pittella, auspicando una partecipazione reale e non solo di facciata alle scelte importanti che si andranno a compiere. Ottimo esempio di buona politica.
La folla del san Marco, nella valle dell’Agri, in occasione di una delle tante manifestazioni elettorali, esplode in un applauso sentito rivolto anche a Vincenzo Robortella, organizzatore dell’incontro, che corrisponde a un gesto di fiducia e sottolinea al tempo stesso il peso di una responsabilità non da nulla. Per il presente e per il tempo che verrà.  

    

Nessun commento:

Posta un commento