giovedì 18 agosto 2016

SENISE, LA COLLINA TIMPONI PER LA DIFESA DELL'AMBIENTE


                                   
                     La Collina Timponi oggi (foto R. De Rosa)

Senise, la cittadina lucana in cui perdettero la vita otto persone nella frana della Collina Timponi, si prepara a ospitare un convegno nazionale dedicato ai trent'anni da quell'evento con l'obiettivo di fare il punto sulle misure per una concreta difesa del territorio da attacchi di ogni genere, anzitutto l'utilizzo improprio dei suoli esposti a mille rischi, troppe volte sottovalutati o considerati con grande leggerezza.
L'iniziativa è del Comune, in sintonia con Regione Basilicata, Ministero dell'Ambiente, Consiglio nazionale delle ricerche e liberi professionisti impegnati nel settore della salvaguardia idrogeologica specie lá dove l'assalto del cemento, o di opere pubbliche dissennate, non è mai cessato.
Partendo dallo scenario disastroso di quella mattina del 26 luglio del 1986, e da tutta la serie di questioni ancora aperte sul versante della Magistratura, il  convegno di settembre (non ancora stabilita la data) intende candidare la cittadina del Sud della regione a punto di riferimento per una intesa su vasta scala, in grado di scongiurare sciagure del genere. Ottima idea. Oltretutto capace di assegnare un ruolo dinamico alla Basilicata, da sempre terra dello "sfasciume idrogeologico" in cui il moltiplicarsi delle frane e degli smottamenti contrasta con la parola d'ordine del consolidamento degli abitati, lanciata dopo il sisma del 23 novembre 1980 e mai in realtà posta in essere con misure e stanziamenti all'altezza della situazione. E non certo per atavica mancanza di fondi.
La storia della Collina Timponi mette in luce una gran mole di retroscena, soprattutto sotto il profilo politico generale che stentano a emergere ma che vengono ricordati dai protagonisti del tempo.
 Il rapporto tra Zamberletti, il sindaco Francesco Bulfaro e numerosi personaggi di quel mondo politico vengono tuttora additati come un elemento non certo ininfluente alla base di quanto accadde.
L'iniziativa del convegno, che vede in prima linea il sindaco Giuseppe Castronuovo e numerosi esperti, serve oltretutto a rafforzare il ruolo dell'Ateneo lucano in questo settore. Se la Basilicata ha l'universitá lo si deve in larga misura a una pressante contingenza che pone sotto gli occhi dell'opinione pubblica le questioni aperte dell'ambiente. 
Oggi purtroppo il petrolio sovrasta tutto e tutti diffondendo un allarme, non certo ingiustificato, per l'inquinamento del suolo, delle falde acquifere e dell'atmosfera. Ma ciò non significa distrarre lo sguardo dalla storia geologica di una terra tormentata da mille problemi, per quanto ricca di risorse e di un bene natura non certamente indistruttibile.
  

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