lunedì 23 gennaio 2012

LA NAVE ITALIA

L'immagine della Costa Concordia,  piu' che adagiata su di un fianco, sconfitta e battuta come un gigante che sembrava invincibile ma in realta' non lo era, da' una terribile sensazione d'impotenza. E, dato il momento, richiama alla mente la navigazione della nave Italia in un mare in tempesta che non lascia presagire ne' schiarite, ne' un cambiamento della direzione del vento. 
Liberalizzazioni e semplificazioni per battere la crisi, mentre la lotta agli evasori, fin troppo noti, segna il passo. Frattanto gli  indicatori d'inizio anno rimangono ancora attuali.Sarà utile ricordarli per grandi linee. 
Confindustria prevede per il 2012 una caduta del reddito dell'1,6 per cento a fronte di previsioni ufficiali che parlano di una perdita del 2 per cento. 
Il decreto "salva Italia" ha portato la pressione fiscale a un massimo storico: il 45 per cento. La povertà delle famiglie è peggiorata rispetto a venti anni fa. Un dato che crea sconforto e smarrimento. 
Al primo gennaio 2012 risultavano complessivamente 300 mila  i dipendenti coinvolti nelle 230 crisi aziendali che il Ministero dello sviluppo era chiamato ad affrontare a inizio anno. Crisi destinate a moltiplicarsi, nel giro di poche settimane. 
Questi soltanto alcuni dei dati di spicco. 
Il fronte dell'energia diventa sempre più un indicatore di rilievo. Le accise incalzano e i prezzi dei carburanti sono alle stelle. Addirittura insopportabili per chi deve spendere un migliaio di euro per fare un pieno di gasolio, da rifare magari nella stessa giornata. 
C'è un dato non marginale, tutt'altro. .Il Paese ignora che nella vicenda energetica la Basilicata ha un ruolo determinante. Un ruolo di primo piano che nessuno sottolinea. Dovrebbe essere una regione leader, addirittura, mentre e' sconosciuta e ignorata. E ' il più grande serbatoio di petrolio in terra ferma in tutta Europa. Ma nessuno appunto sembra rendersi conto. O, meglio, non avere alcun interesse a rendersi conto. Il che e' peggio! Ma la vicenda del petrolio non e' poca cosa, men che mai in Basilicata. Miliardi di euro incassati dalle compagnie, cifre  da capogiro per i milioni di barili finora estratti dal sottosuolo della Val d'Agri e altri miliardi  per quelli da estrarre ancora. Dove sono finiti? Dove finiranno? Chi trarra' benefici, a parte le royalties del petrolio? Tutti buchi neri ancora da chiarire. 
Non credo che la Basilicata abbia voglia di stare a guardare. Ovvio! La Regione e' percorsa intanto da una crisi politica  tutt'altro che di facciata. Settori cardine come l'agricoltura chiedono risposte precise che finora, in questa legislatura, non hanno ottenuto nemmeno per sogno.  E c'è naturalmente tutta la macchina del governo locale da far marciare con dinamismo e capacita' corrispondenti ai bisogni del momento e al cervello dei lucani, che certo non sono da meno rispetto agli abitanti di altre regioni.. . Non e' un luogo comune. 

Il tema di fondo riguarda la possibilità di dare a questa terra del Sud, stracolma di ricchezze, un governo adeguato in tutto e per tutto alla posta in gioco. Non si tratta di mettere cervelloni o professoroni a reggere il timone della barca, quanto persone preparate e capaci che rivelino anzitutto onestà intellettuale, indipendenza rispetto a interessi corporativi e sufficiente buon senso, con una notevole capacità di programmare l'uso delle risorse, sapendo bene che la delicatezza del momento si salda alla complessità del quadro nazionale e alle tante difficoltà derivanti dal sistema Europa.A questo punto, ritengo, forse non sarebbe male uno scatto d'orgoglio da parte delle popolazioni della Basilicata,, con giusta determinazione e con una briciola di realismo e concretezza.. A questo proposito mi piace ricordare l'adesivo distrbuito  ai tempi del deposito di scorie che doveva sorgere a Scanzano. "Orgoglioso di essere lucano!" Un adesivo che diceva davvero tanto. Forse sarebbe il caso di stamparne molti altri. Tanti e tanti, da distribuire ovunque, non solo in Italia, se necessario, per far conoscere di cosa questa regione è capace, indipendentemente da forme inutili di campanile e lontano da qualunque arroccamento.                     Rocco De Rosa

Nessun commento:

Posta un commento