Sapevamo fino a qualche giorno fa che la guerra è sotto gli occhi di tutti, con i suoi alti e bassi, con i suoi retroscena volti a giustificare l’intervento armato e le mille catastrofi provocate da un conflitto come quello che dura da oltre cento giorni.
Ma l’opinione pubblica o, meglio, la gente comune non sapeva probabilmente che un’altra guerra, non meno cruenta e rischiosa di quella con bombardamenti e missili, si combatte in modo strisciante sul piano della informazione e della disinformazione per orientare il consenso o il dissenso, a livello internazionale.
Una enorme mobilitazione di strutture e personaggi è in atto, non tutti noti. Anzi solo alcuni noti, a cominciare dal prof. Orsini, autore di un pensiero volto a contrastare la più diffusa opinione che attribuisce a Putin la responsabilità dell’invasione dell’Ucraina con morti e disastri a non finire. Scene drammatiche, in ordine alle quali non possono esserci punti di vista contrastanti o divergenti.
Eppure il documento desecretato dal prefetto Gabrielli, una sintesi di un altro ben più ampio si apprende, mette in luce mondi sconosciuti e un vasto attivismo, addirittura insospettato.
Il sottosegretario con delega ai Servizi precisa che non ci sono “investigazioni” in atto sulle opinioni dei singoli e dei giornalisti ma che questo complesso lavoro di accertamento è condiviso da “servizi segreti, l’Ufficio del Consigliere militare del Presidente del Consiglio, il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, i Ministeri dell’Interno e della Difesa”. Giusto quanto basta a disegnare scenari di dimensioni e di portata di tutto rilievo.
Riferimenti anche al sen. Vito Petrocelli, a un fotoreporter freelance , e a Laura Ruggeri che vive nientemeno a Hong Kong e scrive su una rivista online riconducibile, dice il Corriere della Sera, al servizio di intelligence russo.
Una macchina gigantesca si è messa in moto e non da oggi. Quali gli obiettivi, quali le finalità. Insomma cui prodest ( a chi giova?) direbbero i latini con assoluta semplicità, senza scavare nei sotterranei dell’informazione e del suo contrario, la disinformazione che sono prerogativa della società avanzata e tecnologica, oltre ogni misura. Sarebbe utile capire quali orizzonti si aprono, in concreto e cosa tutto questo potrebbe produrre.
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