giovedì 2 agosto 2012

IL MINISTRO CLINI AL POLLINO: UNA VISITA QUASI INOSSERVATA

La recente visita del Ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, al Parco del Pollino e il suo incontro con esponenti della vita pubblica e amministratori del Sud  non ha avuto il rilievo che meritava. Almeno a livello dei media.
La visita rappresenta un segnale ben preciso in un contesto non solo locale, evidentemente. Non si é trattato soltanto  di una ricognizione delle aree bruciate dagli incendi che hanno devastato il Parco nazionale piú grande del Sud: la visita del Ministro ha avuto come riferimento l'offerta natura e quel grande patrimonio ambientale che non può certo passare sotto silenzio.
Proprio in occasione della sua visita, Corrado Clini  ha ufficializzato il decreto di nomina del Commissario del Parco nazionale dell'Appennino, Domenico Totaro, a Presidente. Una scelta che ha il suo rilievo e sottolinea il ruolo di questa importante area protetta nel suo difficile confronto con il petrolio. Ecco il punto da non sottovalutare affatto.
La zona di estrazione é infatti uno dei problemi  (non certo l'unico) della Basilicata del terzo millennio: stabilire un equilibrio tra le due realtà, parco e petrolio,  é uno dei nodi piú impegnativi. Non so quanto risolvibile, per giunta, sul terreno concreto.
Ad ogni buon conto, il Parco non puó sottrarsi ad un ruolo di salvaguardia della integrità del territorio e di stimolo a operare alle istituzioni. Non é cosa da poco di cui Totaro é ben consapevole sin dal suo primo mandato di commissario. Sin da quando ha colto la delicatezza del  mandato. Difatti nei suoi progetti un posto di primo piano lo ha svolto la costante preoccupazione di un sufficiente monitoraggio ambientale. Comunque necessario e assolutamente indispensabile per l'ambiente e per la salute di quanti lo abitano. Problema delicatissimo, peraltro non risolvibile con il semplice monitoraggio del centro olio di Viggiano e dintorni.
Ecco perché la visita di Clini al Pollino ha costituito una sorta di esplorazione delle necessità e al tempo stesso una presa di coscienza dell'esistente.
Il peso attribuito a una operazione del genere non ha ottenuto tuttavia, come dicevo, il giusto risalto. Poteva essere la presenza del Ministro l'occasione per ribadire il ruolo nazionale di questa regione. E per rivendicare una diversa attenzione del governo Monti verso una terra troppo spesso dimenticata, se non ignorata. Invece il tutto ha avuto il carattere di una "semplice" visita, quasi una visita di cortesia mentre i problemi continuano a bussare alla porta. Oggi come in passato. Con l'aggravante che oggi il degrado di vaste aree rappresenta un colpo all'economia e alla salute degli abitanti.

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