giovedì 11 settembre 2014

PETROLIO MA NON SOLO

A colloquio con il sen. Guido Viceconte

Stiamo ritornando al peggiore centralismo con lo Stato invadente e totalitario che parla di democrazia e non riconosce  il diritto all'autodeterminazione né la capacità di legiferare di una regione come la Basilicata, il più grande serbatoio di petrolio in terra ferma, non solo in Italia ma in Europa. 
Intanto prosegue  il braccio di ferro con il governo, su un argomento assolutamente fuori da ogni sospetto di cattivo utilizzo del denaro pubblico: le royalties provenienti dalle estrazioni di greggio. Quali saranno gli esiti di questo contrasto? "Accettiamo il confronto ma non si torna indietro" è diventata la risposta classica di Matteo Renzi di fronte alla necessità di mettere a fuoco problemi urgenti e decisivi per la vita del Paese. 
La Basilicata  deve essere considerata per quello che oggi è realmente. Non si giustificano alcune definizioni come quella dei comitatini né altri ragionamenti  tendenti a fare apparire quantomeno arbitraria e infondata  la richiesta di maggiore impegno da parte del governo in una logica di solidarietà non solo di facciata. 

Sen. Viceconte, come  uscire dal catenaccio del Patto di stabilità, che rappresenta non solo un vincolo per la Basilicata, ma un ostacolo alla sua crescita in un momento assai delicato.

La legge di stabilità ha dimensione nazionale ed europea. Noi cosa abbiamo fatto. Siamo entrati nei meccanismi del Memorandum, uno strumento importante per seguire da vicino il rapporto tra la questione energetica e gli introiti della Regione. Abbiamo detto che questa massa di denaro non deve disperdersi in mille rivoli, ma deve essere impiegata in progetti di sviluppo, con riflessi sul l'occupazione. Niente finanziamenti per ripianare i buchi della sanità o per finanziare le sagre di paese. Il nostro obiettivo è quello di contribuire a creare o consolidare una infrastrutturazione materiale o immateriale: dalle strade al miglioramento della rete ferroviaria. Quella immateriale la banda larga, i servizi alle imprese perché queste possano offrire nuove possibilità di crescita e di lavoro, soprattutto ai giovani. Smettiamola con i corsi di formazione che non servono a nulla. Cerchiamo di favorire in modo concreto la ricerca, i centri di eccellenza presenti in questa regione. Non solo il centro di Geodesia spaziale, non solo il CNR o l'Enea, quanto il giacimento di beni naturali e di ambiente di altissimo valore. Non a caso esistono due parchi nazionali che debbono essere gestiti non come musei della natura, ma come vere opportunità di sviluppo e di ricerca, ad esempio da parte delle università. Abbiamo chiesto di elevare da cinquanta milioni di euro a trecento milioni il tetto dell'articolo 16.

Il tema della salute e di una idonea salvaguardia dell'ambiente rimane questione di primo piano, dalla quale non si può derogare minimamente.  Ci si interroga peraltro sulle fiammate al centro olio di Viggiano, diventate ancor più frequenti.


Non vi è dubbio. Non possiamo estrarre petrolio e disinteressarci del mantenimento di certi equilibri, non solo ambientali, ma riguardanti la salute degli abitanti di un'area non piccola. Continuiamo a insistere sulla necessità di un monitoraggio costante e attendibile, affidato a realtà scientifiche in grado di fornire garanzie reali sulla difesa del suolo e degli abitanti. 
Ho detto al presidente Pittella che sarò al suo fianco in questa battaglia non certo insignificante, ma dalle ricadute importantissime. Le compagnie petrolifere non possono controllare sè stesse. La Regione è chiamata a esercitare tutte le sue prerogative, in materia di analisi del suolo, dell'aria e dell'acqua per dare certezze in un momento difficile e complicato, in cui c'è il rischio concreto di una sottovalutazione del ruolo di questa terra, in un ambito decisamente vasto. 

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