martedì 28 maggio 2019

SINDACI PRONTI A DIFENDERE IL TERRITORIO?



                          
Il centro olio di Viggiano (PZ) 


La tornata elettorale di domenica scorsa ha consegnato in Basilicata il territorio, e i centri abitati, a sindaci che avevano già considerevoli esperienze ma anche a persone chiamate per la prima volta ad assumersi la responsabilità di un comune. Cosa non da poco. 
Se si parla poi dell’area di estrazione del petrolio, e del Parco nazionale della Val d’Agri, il discorso assume particolari tonalità e pone una serie di pressanti interrogativi ai nuovi primi cittadini, al punto da individuare la loro figura come l’asse portante di politiche inevitabilmente rivolte alla salvaguardia del paesaggio, del bene natura e di tutta una serie di attività sostenibili dalle quali possono e debbono derivare nuovo lavoro e nuove possibilità di occupazione.
Una vera e propria sfida o, meglio, un banco di prova da non sottovalutare affatto per le caratteristiche e le peculiarità di ampie zone esposte al rischio di contaminazione ma, al tempo stesso, capaci di produrre ricchezza.
Il sindaco di Viggiano, la “capitale” del petrolio, è ben consapevole di questo ruolo da consolidare e sviluppare con un rapporto costante con Regione e provincia. Una posizione di netta preminenza, quella di Amedeo Cicalagiacché il fratello Carmine è stato chiamato a presiedere il Consiglio regionale in un momento di particolare importanza e delicatezza in cui, tra l’altro, si apprende dagli analisti che il petrolio continuerà a tenere banco per numerosi altri decenni e che le auto elettriche dovranno superare una lunga e complessa sperimentazione per sostituirsi alle attuali tecnologie. La notizia è di oggi ed è stata diffusa nel corso di Radio anch’io, la trasmissione di Radio Uno Rai condotta da Giorgio Zanchini.
Tutela dell’atmosfera e dell’ambiente nel tentativo di attribuire al Parco nazionale un ruolo ben preciso nella protezione di emergenze naturalistiche, storiche, archeologiche e  di quella ricca biodiversità, fiore all’occhiello di una Basilicata dalle grandi risorse. 
Il tema delle responsabilità dei sindaci può dirsi addirittura infinito e riguarda non solo la valle, dove il ruolo di Marco Zipparri (nuovo primo cittadino di Marsicovetere) è sottolineato dalla sua esperienza quanto anche dalla sua presenza negli organismi del Parco.
La prospettiva futura è affidata, inoltre, ad altre numerose realtà dalle quali c’è da attendersi un agire nella direzione esclusiva della valorizzazione dell’esistente, lontano da contrasti e da lotte di potere. E’ il caso di Satriano, centro del Melandro, dove è stato eletto sindaco Umberto Vita, giovane avvocato con alle spalle esperienze familiari nel campo della politica e delle istituzioni. Satriano per giunta è il centro dei murales, espressione di una cultura artistica finora poco valorizzata e forse dimenticata, se non sopraffatta da una miriade di problemi, l’occupazione dei giovani in primo luogo. 
Vien voglia di suggerire a Umberto Vita di cominciare proprio da questo tema, nel momento in cui il disinteresse e l’incuria rischiano di prevalere sul problema urgente di un rilancio della zona, circondata da boschi antichi e ricca di acqua. 
Su questo occorre far leva per un turismo che l’Agenzia per la promozione del territorio  cerca in tutti i modi di elevare al rango di quelle attività stabili e redditizie, dalle quali potrà dipendere una buona fetta del futuro della Basilicata.      

martedì 21 maggio 2019

LA BASILICATA HA UNA SUA CENTRALITA' IN CAMPO EUROPEO



                            
Marcello Pittella (foto R. De Rosa)



Il polo energetico della Val d’Agri, di cui l’Eni parla in questi ultimi tempi soprattutto dopo i recenti provvedimenti della magistratura,  rappresenta un punto di svolta nelle politiche per la valorizzazione del territorio e la salvaguardia delle risorse paesaggistiche. Obiettivo strategico e decisamente impegnativo che equivarrebbe per ipotesi a una rivoluzione, specie se si scorrono le pagine della recente ordinanza del Gip dalle quali traspare una situazione non proprio rassicurante per l’ambiente e la salute, a cominciare dalla valle dell’Agri senza escludere il resto del territorio soggetto alle estrazioni del greggio.
Qual è in tutto questo il ruolo del Consiglio regionale e del governo della Basilicata. Quali scelte debbono avere carattere prioritario nel difficile rapporto con i colossi dell’energia perché l’entità politica, geografica e naturalistica di questa terra del Meridione possa rimanere integra, com’è stata per secoli.
Temi di tutto rilievo ai quali dà una risposta l’intervista a Marcello Pittella,  governatore per anni di questa regione e protagonista della vicenda politica ambientata tra Roma e la Basilicata stessa. 
“C’è da dire anzitutto che l’impegno dell’Eni è un impegno datato: negli accordi del 98 si prevedeva la realizzazione non solo del polo energetico ma una valorizzazione a tutto tondo della generosità che la Basilicata mostrava nei confronti del Paese consentendo alle compagnie di utilizzare il proprio territorio.
Mi sembra tuttavia che nella prima fase di attuazione dell’intesa non tutto è stato attuato, come avrebbero voluto i cittadini e le stesse istituzioni della Basilicata. 
Sicchè la posizione della Regione, anche a mia guida, non è nuova ai fini dell’utilizzo del territorio per scopo energetico, rapportato alle possibilità dello stesso territorio e soprattutto recuperando le grandi ricadute occupazionali e imprenditive che il territorio merita. 
Frattanto, entro l’autunno 2019, ci sarà il rinnovo della concessione. Una scelta che spetterà alla Basilicata e al Ministero, comprese le compagnie, per valutare  le condizioni e la durata dell’eventuale rinnovo.
Io penso che preliminarmente bisognerà fare un consuntivo delle cose fatte, considerando lo sversamento del petrolio nel sottosuolo, il contenzioso in atto a fronte della richiesta della Regione di risarcimento per quello che è accaduto. E poi c’è bisogno di sentire le comunità, i cittadini, le associazioni: il tessuto vivo di questa terra per capire se andare verso un rinnovo oppure no.
Il metodo è preliminare assolutamente e poi c’è il merito, senza escludere il potenziamento di Arpab o altro. Se tutto questo accadrà potremo con maggiore serenità decidere sul da farsi.”

Ambiente e salute dovranno essere inevitabilmente al primo punto.   

“Non vi è dubbio. Ci rendiamo conto tuttavia che la sfida non è da poco, tutt’altro. Le nostre iniziative del resto sono state chiare: dall’indagine epidemiologica al rafforzamento di Arpa, l’agenzia per la protezione dell’ambiente. Siamo giunti alla chiusura del Centro olio perché abbiamo avuto un’Arpa efficiente. E abbiamo avuto Ispra in grado di eseguire quei controlli che non erano di nostra diretta competenza. 
Il petrolio è una risorsa inevitabilmente, utile per il Paese. Bisogna convincersi tuttavia che la Basilicata deve ottenere dal petrolio il massimo del beneficio. Un dato irrinunciabile.”

La Basilicata in questo 2019. Il quadro è ricco di eventi, ma quale dovrà essere il ruolo della cultura scientifica e quello di tanti giovani ricercatori che oggi operano all’estero. Da dove cominciare se non da un dibattito ampio su un argomento oggi praticamente dimenticato?

“E’ vero, nonostante politiche attive che la regione, attraverso i fondi europei, ha messo in campo su questo versante. Da un lato dovremmo potenziare quelle risorse, farle conoscere di più, dall’altro far crescere il fermento utile del blocco imprenditoriale che è vocato alla ricerca. Imprenditoria e ricerca sono un binomio indivisibile e la ricerca ha un valore enorme per questa terra del Sud in particolare.” 

Il Centro di geodesia spaziale riveste grande importanza per il cammino della regione sul terreno della scienza. E’ il fiore all’occhiello di una cultura scientifica in grado di guadagnare sempre nuove posizioni, in campo internazionale.

“Anche grazie al Centro ubicato sulla Murgia materana  la Basilicata riesce a recuperare una sua centralità in campo europeo. Abbiamo investito molto, ma non basta. Occorre dare slancio in questo settore al ruolo di una imprenditorialità evoluta fondata sulla ricerca e l’innovazione. Ci sono tanti bandi e tante possibilità di erogazioni finanziare piuttosto cospicue, rivolti a una imprenditoria di livello, dotata di lungimiranza e dinamismo.
C’è da fare un’ultima considerazione: Matera 2019 è un evento di portata internazionale ma le ricadute sono ancora modeste. Questo ci deve mettere in condizione di avere un atteggiamento propositivo nei confronti dell’Europa, in modo da ottenere frutti di un certo rilievo.”

Il Consiglio regionale si occuperà di questi temi? 

Me lo auguro, in attesa che il Consiglio riesca ad accelerare i tempi per un dibattito costruttivo su questioni di primo piano, limitate non solo all’ambito regionale ma di respiro nazionale ed europeo.”


giovedì 16 maggio 2019

A GRANDI PASSI LA REUMATOLOGIA DEL SAN CARLO


                            
La presentazione del report 2018 (foto R. De Rosa)

I numeri parlano chiaro. La Reumatologia del San Carlo a Potenza rappresenta il fiore all’occhiello di una buona sanità che si fa largo tra tante polemiche e tanti casi denunciati spesso dalle cronache nazionali. 
In questo settore, ma non solo, la Basilicata detiene un primato addirittura a livello internazionale riuscendo a polarizzare l’attenzione di pazienti reumatici che giungono da regioni lontane e dotate, per giunta, di strutture di eccellenza. La presentazione del Report 2018 conferma il trend positivo registrato negli scorsi anni, con quasi 15 mila prestazioni, ha fatto rilevare la dottoressa Angela Padula che dirige la struttura, l’unica donna in Italia ad avere la responsabilità di un Dipartimento. Un primato anche questo. 
Folla di medici e di pazienti alla presentazione del documento, con l’intervento del Governatore della Basilicata, Vito Bardi, che ha dichiarato il suo impegno personale e quello della compagine che guida per dare il massimo impulso a una sanità in linea con i bisogni della gente, capace di contrastare le vecchie migrazioni verso città importanti e sedi di prestigio.
Il punto focale della giornata, tuttavia, è consistito nella valutazione dei passi compiuti in venti anni, dal momento della nascita del Dipartimento (una felice intuizione del compianto prof. Ignazio Olivieri, studioso conosciuto a livello non solo italiano) fino al momento attuale con l’occhio rivolto al riconoscimento di IRCCS, anche questo un primato per la piccola ma non insignificante Basilicata, finalmente non più periferia della scienza, ma centro della ricerca.
Certo, maggiori risorse potranno garantire un salto di qualità di tutto rilievo, per quanto riguarda in particolare  l’obiettivo di un’attività ambulatoriale decentrata e capillare, al servizio del territorio consentendo di ridurre i tempi di attesa per i pazienti.
Intanto prestigiose riviste internazionali continuano a pubblicare i risultati della ricerca condotta dai medici della struttura del San Carlo di Potenza, con la collaborazione di tutto il personale del Dipartimento, soggetto a turni non certamente agevoli che sono in ogni caso il segno concreto di un impegno civile, e non solo professionale, da considerare con il massimo riguardo. 
                       
                                                         
La direttrice Angela Padula intervistata dalla RAI
     

martedì 14 maggio 2019

IL DIGIUNO DI MAURIZIO BOLOGNETTI



La lotta per la legalità e il pluralismo delle voci, a volte costa  forse più del dovuto.
E’ il caso di Maurizio Bolognetti, segretario dei radicali in Basilicata, che da febbraio (oggi 77 giorni) fa lo sciopero della fame per affermare il principio della non violenza e battersi contro la chiusura di Radio Radicale, una emittente che da sempre ha trasmesso le cronache parlamentari per consentire alla gente di sapere, conoscere, approfondire.
A Radio Radicale sono stati tagliati i contributi pubblici perché risparmiare significa togliere l’ossigeno anche a quelle strutture maggiormente impegnate nel sociale e nella tutela dell’interesse della società, che ha diritto a essere informata e a partecipare  alle decisioni di Parlamento e Governo. 
Il distacco rispetto ai “palazzi” sarebbe una sciagura, una perdita di democrazia, un salto nel passato che il Paese non può consentire. E meno che mai tollerare in silenzio poiché il silenzio equivarrebbe, anche in questo caso, alla fine.
Bolognetti si batte dunque per questo e sta ottenendo l’adesione di personalità del mondo della cultura e della politica: un gesto da non sottovalutare, nella speranza che riesca a far ritornare sui suoi passi chi ha deciso di condannare a morte Radio Radicale.