mercoledì 24 aprile 2024

"LA BASILICATA GRANDE QUANTO DUE CIRCOSCRIZIONI DI ROMA"









                          




Commenta Giorgio Zanchini, conduttore di Radio anch’io la trasmissione di Radio Uno Rai:  “con tutto il rispetto per la Basilicata ma è l’equivalente di due circoscrizioni di Roma”. 

Come dire irrilevante dal punto di vista della consistenza numerica. Una terra in cui il sovraffollamento non esiste dove però il progressivo e inarrestabile spopolamento rende la vita ogni giorno più complicata. In genere una casa che si svuota è una casa inospitale.

In una battuta Zanchini disegna l’immagine realistica di una regione in cui, appunto, lo spopolamento che dura da decenni ormai preclude molte possibilità di crescita, nonostante la grande disponibilità di risorse. Paesaggi da non immaginare presi d’assalto da un turismo internazionale altamente qualificato e poi tanti cervelli e un ottimo posto nella graduatoria della scienza e della tecnologia. Sulla Murgia materana esiste ad esempio uno dei Centri più importanti nel campo della Geodesia spaziale e dell’osservazione delle stelle. Ma stranamente non se ne parla. 

Scarsamente popolata non significa irrilevante, anche se la continua emorragia di persone e soprattutto di giovani contrasta con l’offerta natura e con tutti gli scenari esistenti. 

Senza volerlo Giorgio Zanchini indica il problema numero uno al nuovo governo di questa meravigliosa terra del Mezzogiorno, che l’Agenzia di Promozione territoriale si sforza di far conoscere in tutti i modi per fare del turismo uno dei comparti trainanti, capace di ribaltare vecchie e nuove situazioni di stallo.

La svolta per la Basilicata dipende in larga misura dall’uso delle risorse, sottolineano qualificati osservatori dello sviluppo e del quadro dell’economia. Ma dipende per buona parte anche dalla fiducia delle imprese e degli investitori che vorranno credere in questa realtà “grande quanto due circoscrizioni di Roma” ma determinata a non arrendersi.


sabato 6 aprile 2024

CICALA, IL RUOLO DI GARANZIA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA BASILICATA



Sulla facciata dell’edificio che ospita l’Assemblea del massimo ente territoriale, a Potenza,  campeggia la scritta a grandi lettere: CONSIGLIO REGIONALE DELLA BASILICATA. S’illumina a sera ed è leggibile praticamente da buona parte della città e dal suo hinterland. 

                                           



L’idea è stata del presidente Carmine Cicala, a voler rimarcare il rilievo del Consiglio e la sua caratteristica primaria di essere espressione di tutta la Comunità dei cittadini lucani, nessuno escluso, dal più ricco all’ultimo dei nullatenenti. Idea geniale, soprattutto.

In quelle lettere che compongono la scritta si riassume la presenza delle istituzioni nella vita quotidiana, con lo scopo di ridurre ed eliminare, se possibile, le distanze tra l’opinione pubblica e l’espressione diretta della realtà del territorio qual è appunto il Consiglio che i cittadini, sostiene Cicala in un lungo colloquio, conoscono e debbono poter conoscere sempre meglio.

Ottima idea, senz’altro nuova rispetto alla logica delle istituzioni chiuse in sé stesse e pronte ad aprirsi solo al cospetto del potere, restando come una torre d’avorio impenetrabile da chi non ha titoli per accedervi,  nè capacità politica per giustificare la sua presenza. 

Il colloquio con il Presidente Cicala si fa istante dopo istante ricco di spunti e capace di sollecitare mille curiosità. Una sorta di viaggio in un ambiente dai confini molto estesi che richiede attenzione e riguardo per le materie affrontate.  

Il tema clou della conversazione ruota intorno al ruolo di garanzia del Presidente, ma al tempo stesso dell’Assemblea. Una visione completa e lucida della dinamica dei rapporti politici, in cui si riflette l’essenza democratica di questa istituzione, un punto di forza della società che Carmine Cicala spera si rafforzi con le elezioni ormai alle porte. Intanto un percorso risulta ormai ampiamente tracciato per il futuro. Un futuro già presente che costituisce l’approdo concreto degli sforzi per costruire dibattito e consapevolezza. Senza escludere la possibilità di rifondare il nesso tra cittadini e l’universo della politica. Operazione non facile, tutt’altro.

     

giovedì 4 aprile 2024

MELFI, IL GELO DI TAVARES




                       




Dove è finito l’entusiasmo della prima ora, quando la Fiat a Melfi era apparsa a tutti come la manna dal cielo, e l’avvocato Agnelli telefonò a Emilio Colombo per dirgli: “abbiamo scelto voi perché siete brava gente”.

Ora tutto fa parte della preistoria del nostro tempo, irrimediabilmente. Al punto dove siamo arrivati, Carlos Tavares, ad del gruppo italo - francese, evita di sedere al primo dei tavoli tematici di Stellantis che riguardava appunto Melfi. Brutto segnale di netta sottovalutazione della fabbrica lucana in uno scenario internazionale, nonostante le rassicurazioni fornite al Governo secondo le quali “a Melfi il gruppo ha confermato l’intenzione di realizzare 5 modelli full electric.” A riferirlo è il Ministro Adolfo Urso.

C’è non solo in Basilicata un clima di  sconforto e di preoccupata attesa. 

Già sul finire dello scorso anno un sito francese aveva annunciato l’esclusione da Melfi del modello Opel Manta, un Suv coupé  elettrico che sarebbe dovuto rientrare tra i cinque modelli assegnati appunto alla fabbrica lucana. 

I sindacati parlano di un dialogo tra sordi, a proposito della totale assenza di risposte e del rischio che il 15 aprile, data in cui partirà la firma delle dimissioni dei lavoratori di tutti gli impianti, a San Nicola potranno essere ben oltre 600 i dipendenti che decideranno di andar via per non rimanere coinvolti nell’imprevedibile processo , fatto di fermate e di cassa integrazione, legato alle scelte della multinazionale.

Stellantis è un colosso, per giunta in mani francesi, che guarda all’Italia come alla periferia di una realtà, incapace di essere centrale e produttiva, anche a fronte del calo delle vendite stimato intorno all’11,9 per cento. Intanto 5,4 miliardi di euro sono destinati agli investimenti di Stellantis in Sud America, in tempi abbastanza ravvicinati. Un dato che si commenta da solo. 

Quale sarà nel medio lungo periodo il destino di san Nicola di Melfi? Una cattedrale in un deserto più o meno mascherato? 

    

venerdì 29 marzo 2024

LA PASQUA DEL VULTURE



                                 

                      La zingara del Venerdì Santo (Photo De Rosa )
   


Nel Vulture tutto sembra essere in piena sintonia con le cerimonie in ricordo della Passione di Cristo. Il clima, gli uomini, il susseguirsi delle vicende, lo spirito stesso delle iniziative e il modo con cui viene vissuto questo periodo pasquale rivelano una straordinaria tensione emotiva. E tanto altro ancora.

L’immagine della zingara e della zingarella di Barile, di qualche anno fa, riempie l’anima dell’attesa della resurrezione e fa vivere il mistero della fede al quale le popolazioni partecipano con slancio, nella certezza che il Golgota sia non solo la passione di Gesù ma qualcosa che direttamente coinvolge gli uomini. 

Appunto l’attesa della resurrezione, lo sguardo rivolto verso l’alto, l’atmosfera pesante della morte di Cristo preludono alla grande svolta. Al domani luminoso e pieno di mistero che fa tremare le vene e i polsi. 

Terra laboriosa e struggente il Vullture  con i suoi tramonti e le albe in cui mille segnali si dirigono verso le coscienze, per le quali la fede non è illusione, ma un vissuto reale, profondo, che instaura un rapporto vero con l’infinito. 

In questa dimensione il Parco regionale riveste un ruolo di primo piano che la Presidente, Francesca Di Lucchio, non manca di sottolineare nei suoi interventi. Fare della  stupenda realtà un mix di fede e natura, di amore per la vita e per gli uomini rappresenta un traguardo da raggiungere e conservare nella sua interezza. Un Parco non è un recinto con mille impedimenti e tanti vincoli. Al contrario è motivo di sviluppo. 

Visto in questa luce il Vulture con le sue cime e i suoi laghi di Monticchio non è una semplice area protetta. Per giunta lì prendono corpo, nel ricordo e nella dimensione dell’oggi, le paure degli anni della guerra fredda, con la zona Troposcatter, un’area militare sotto l’egida di Palermo, che rappresenta tuttora un punto di avvistamento e di difesa da eventuali attacchi da oriente.  


venerdì 22 marzo 2024

AVE AQUA, FONS VITAE, MORBIS INIMICA




Disegno di Vincenzo De Rosa per il Genio Civile


Salve acqua, fonte di vita, nemica delle malattie. Mai una frase più autorevole di questa è stata scritta su un progetto riguardante appunto  l’acquedotto capace di placare la sete eterna delle popolazioni del Metapontino. 

La foto riproduce il frontespizio del primo progetto dell’acquedotto dell'Agri che il Genio Civile della Basilicata curò con mesi di lavoro da parte dei tecnici e degli esperti, con una valutazione delle reali esigenze dei comuni attraversati dalla prima rete idrica lucana che iniziava da Paterno, in provincia di Potenza, fino a raggiungere Scanzano sulla costa jonica meridionale, nel territorio di Matera.

Ho lo fortuna di conservare l’originale del disegno che accompagnava il progetto (anno 1937) realizzato su lucido con inchiostro di china, scampato al terribile bombardamento del 9 settembre 1943. 

Un lavoro meticoloso e certosino, fatto con la passione nel cuore che sarebbe bene far conoscere ai progettisti di oggi, abituati a usare il computer tecnicamente molto più valido della mano umana, non vi è dubbio, ma certo spersonalizzante. 

In occasione della giornata dell’acqua desidero sottoporre alla sensibilità di Cosimo Latronico, responsabile dell’Ambiente per la Basilicata, questo progetto, definito un’opera d’arte da chi ha avuto modo di vederlo e apprezzarlo. Ancora oggi a Paterno e a Scanzano esistono le testimonianze di questo progetto dell’Agri, in evidente stato di abbandono, come purtroppo accade per tante testimonianze del passato.  

  

domenica 17 marzo 2024

L'INNOVAZIONE, PERCHE'? A COLLOQUIO CON CANIO SABIA

 


                         


Stellantis, dove l'innovazione crea problemi

Innovare equivale a cambiare, ma non nel senso di un cambiamento purché sia. Quanto in tema di modifiche strutturali, frutto di riflessione e di analisi dell’esistente: una sorta di apertura sul piano ideologico, verso una concretezza diversa per combattere errori vecchi e nuovi.

Innovare significa aprirsi a diversificazioni positive, in qualunque campo e ad ogni livello. Non è un caso se l’innovazione ha radici nel sapere scientifico, tutt’altro che statico, stagnante. Anzi particolarmente dinamico, in tutti i sensi. 

In un recente convegno, Canio  Sabia, Direttore generale del Dipartimento attività produttive della Basilicata, ha indicato l’innovazione come un nuovo metodo di lavoro, una più efficace possibilità di interagire rispetto alle problematiche esistenti, molte in attesa di risposte soprattutto in materia di sviluppo e di crescita del tessuto produttivo. 

“L’innovazione serve finanche ad abbattere alcuni pregiudizi di tipo culturale, legati ad esempio al momento della ricerca di nuove figure professionali, alla loro formazione. Sembra impossibile immaginare che spesso alla domanda da parte di settori specialistici delle aziende di nuova forza lavoro non possa corrispondere una precisa risposta in termini di concretezza, spesso perché non esistono le basi per un cambiamento di rotta idoneo. 

IL problema - prosegue Sabia - interessa la scuola, l’università. Ad ogni livello.”

D’accordo, ma c’è tuttavia alla base una questione  politica,  riguardante le scelte di fondo. Oltre a una questione morale legata alla disponibilità ad accettare mutamenti anche repentini. 

“Indubbiamente, questo accade a livello di scenari internazionali. Anche le tante crisi, destinate a moltiplicarsi di giorno in giorno, richiamano l’esigenza di porre alla base degli interventi il principio di una innovazione all’altezza della posta in gioco. E’ il caso di Stellantis con numerose aziende dell’indotto spesso “frenate” nel cammino verso una idonea riconversione in grado di tutelare anzitutto il lavoro e, di conseguenza, il destino di tante famiglie. Riconvertire corrisponde a una significativa diversificazione, un processo da agevolare in ogni modo per evitare i contraccolpi di una crisi destinata a protrarsi all’infinito.”

Ci sono le premesse perché questo accada?

“Si, senz’altro. Da un lato abbiamo il livello formativo, il livello tecnologico, le imprese, e tutti gli strumenti adeguati da parte del mondo politico e istituzionale. 

La tecnologia gioca un ruolo importante ma non è l’unica protagonista nel campo della innovazione. Sicchè c’è da attendersi una programmazione strategica orientata in tal senso. Non è poco, anzi potrebbe trattarsi di una sfida. E’ l’incontro tra i vari attori della vita produttiva, culturale e sociale a generare delle risposte. Ecco il senso di una innovazione altamente positiva.”     

 

martedì 12 marzo 2024

IL VULTURE VOLTA PAGINA



                              

                  Una delle cime del Vulture in primavera (foto De Rosa - riproduzione riservata )



Un percorso ad ostacoli. Solo così può essere definito il tormentato iter che ha caratterizzato finora l’attività della Presidente del Parco naturale regionale del Vulture, Francesca Di Lucchio,  a seguito di una serie di ricorsi tutti orientati in un’unica direzione: sostenere la presunta illegittimità della nomina e, di conseguenza, bloccare l’attività di gestione della più importante area protetta regionale. Importante per le sue risorse, la sua storia, il suo passato e il presente che fanno di questa realtà davvero un unicum, non solo per la Basilicata.

Lo sostiene autorevolmente il TAR, a seguito di vari ricorsi, rigettati perché ritenuti infondati dai magistrati del Tribunale amministrativo regionale della Basilicata. 

Ora, dunque, si volta pagina. Inizia il cammino verso  la  valorizzazione di questo territorio, purtroppo finora ignorato e considerato spesso soltanto area da pic nic da migliaia di turisti di Pasquetta e  Ferragosto, ma non solo, ridotto a un accumulo di tonnellate di rifiuti abbandonati in modo indecente ai bordi dei due laghi, una vera perla per l’intero Mezzogiorno, sfigurata fino all’incredibile.

Si aprono dunque nuovi orizzonti. Lo sostiene la Presidente Di Lucchio, finalmente legittimata a ricoprire questo ruolo. Certo, molto dipende dal grado di coesione dei sindaci dei centri dell’area e dall’interesse delle popolazioni. Un parco, qualunque esso sia, non può non avvalersi del contributo responsabile dei diretti protagonisti, partendo dalla convinzione che il Vulture è comunque un valore aggiunto di grande pregio da salvaguardare a tutti i costi in un ambito decisamente vasto.

Tra l’altro, mentre scrivo queste note apprendo di un importante obiettivo, vale a dire il rilancio del Premio letterario Giustino Fortunato sostenuto dal Circolo Sociale di Rionero e dall’Archeoclub. Anche questa una tappa essenziale nel percorso del Vulture che si accinge a vivere una stagione ricca d’interesse nella speranza di superare vecchie e nuove resistenze. Vecchi e nuovi ostacoli.          


domenica 3 marzo 2024

LA BICI, UN EVENTO



      

                          In bici nel bosco ( foto da Internet)



Dà un senso di serenità e di quiete l’immagine delle città dell’Emilia, ma non solo, percorse da moltitudini di ciclisti che si spostano da un capo all’altro senza bisogno di ricorrere all’auto o alla moto. Quasi uno spettacolo insolito che si ripete fino al punto da indicare la bici come possibile protagonista di un turismo ecocompatibile e in ogni caso rispettoso del clima.

Secondo Legambiente la Basilicata ha visto crescere di oltre 10 punti percentuali la sua vocazione cicloturistica, passando dal 7  al 17 per cento in termini di adesione a questa nuova forma di turismo, ispirato alla lotta agli inquinamenti e soprattutto al ricorso ai mezzi tradizionali. “Un settore dalle grandi opportunità” lo ha definito Michele Casino, responsabile delle attività produttive in Regione, intervenendo al Bike forum, promosso da Apt e Regione Basilicata. 

Intorno a questo comparto, praticamente nato dai piccoli numeri, si sta consolidando una imprenditoria disposta a investire e a credere nello sviluppo del settore, per buona parte autopropulsivo e sostenuto già da interventi cospicui. Si parla di 2 milioni di euro, finora.  

Tutto in effetti autorizza a ritenere che possa trattarsi di una svolta, anzitutto nel modo di intendere la mobilità, un tema del quale si ritorna a parlare quando piccoli e grandi centri sono invasi dallo smog e tanti temono per la salute dei propri figli, soprattutto bambini in età scolare ammalati di asma o di patologie respiratorie.

Il Bike forum apre una riflessione su argomenti  con i quali siamo costretti a misurarci ogni giorno. Non è poco.         

mercoledì 21 febbraio 2024

MELFI E LA ZES


                                           

                                         I cancelli di Stellantis a Melfi



Quanto potrà influire la ZES (la zona economica speciale) sull’assetto delle aree industriali della Basilicata? 

Il discorso riguarda segnatamente la capacità di attrarre nuove imprese e, di conseguenza,  nuovi investimenti sia nei poli industriali storici che in quelli del dopo terremoto dell’80 soprattutto là dove occorre una svolta in termini di produttività e di tutela dell’occupazione. 

La materia è oggetto di analisi da parte del Ministro Fitto impegnato a fissare i criteri per dare slancio all’unica ZES che include appunto l’intero Mezzogiorno.

Tema centrale rimane la situazione di San Nicola di Melfi, riferita non solo alle scelte di Stellantis, quanto al problema dell’indotto che ha fatto registrare già 110 licenziamenti di lavoratori nel campo della logistica, un segnale di allarme da non sottovalutare, sostiene Michele Casino responsabile delle Attività produttive in Regione. Alla base del provvedimento la scelta del colosso di interrompere le commesse alle due aziende per motivi contingenti che, tuttavia, potrebbero rivelarsi strategici in una visione di medio - lungo periodo. Difatti, nei vari incontri romani al Ministero, è stata sottolineata la fragilità dell’indotto in Basilicata, un vero polo di scarico delle varie crisi industriali che si vanno succedendo da alcuni anni. Situazione resa ancor più difficile dalle  scelte di Stellantis, assunte all’estero che rischiano di marginalizzare lo stabilimento di San Nicola, nonostante la dichiarazione di interesse per Melfi, considerato un polo strategico in prospettiva.  

Il rischio - sottolinea Casino - è rappresentato in alcuni casi dalle disparità tra aziende locali dell’indotto e aziende estere che partecipano  alle gare da una posizione di maggior vantaggio, sulla base del costo del lavoro. 

La questione dell’indotto rimane senza dubbio tra le più delicate e complesse, nel quadro generale di una precarietà che si manifesta a tratti. Potrà riuscire la ZES a riequilibrare uno stato di cose già consolidato e, per giunta, in attesa di risposte urgenti? Ecco il maggiore interrogativo che Regione, Governo e sindacati debbono affrontare considerando che l’indotto è realmente l’ago della bilancia, in grado di indicare lo stato reale della tenuta di Melfi, ma non solo. Tuttavia molto può dipendere dalla trattativa tra Governo e Stellantis basata sull’ammontare degli incentivi che in questo caso potranno avere comunque un ruolo determinante.       

domenica 18 febbraio 2024

CHI E' IN GRADO DI FERMARE PUTIN?

                         La polizia russa arresta una manifestante



Due interrogativi, tra i tanti, aggiungono angoscia e desolazione a uno scenario di morte, dall’Ucraina alla fine tremenda di Navalny.

Il primo: è mai possibile che il consesso internazionale non abbia gli strumenti adatti per indurre il capo del Cremlino a desistere da una persecuzione incalzante e infinita contro la persona, il dissidente russo e non solo, e quanti si dicono  non allineati? Contro il popolo inerme dell’Ucraina.

Il secondo: il 27 gennaio del 1945, e nei giorni precedenti, l’Armata Rossa riuscì a liberare Auschwitz e altri campi di sterminio nazisti. 

Oggi il tempo attuale  ha ribaltato tutto. I veri assassini sono gli adepti al regime di Putin con una polizia spietata e irrefrenabile che non esita a commettere qualunque crimine in nome dell’interesse supremo di certa “politica”. Si vede con quanta ferocia i poliziotti arrestano i manifestanti e bloccano qualunque iniziativa di dissenso. Qualunque desiderio di libertà, mentre una miriade di proteste coraggiose tiene alta la tensione sul caso.

Difficile trovare una ratio nelle guerre, come sottolinea da tempo lo stesso Pontefice nei suoi reiterati inviti a costruire la pace, ma ancor più difficile accettare l’idea di uno Zar assolutista e imperterrito che sfida il mondo intero, sicuro di poter proseguire lungo quella scia di terrore, destinata a durare. Anzi, a non conoscere mai la fine. 

L’umanità impotente sta a guardare. Ecco il dramma nella sua reale manifestazione. Il dittatore, libero di agire, non bada a nessun genere di rapporto con la comunità internazionale avvalendosi di una malintesa facoltà di non interferenza negli affari interni di una nazione. 

Quali sviluppi avrà la tormentata vicenda di Navalny? Tutto da vedere in un clima in cui i rapporti economici, il nesso che unisce un popolo ad altri popoli, si rivela praticamente inesistente. 

Fa rabbrividire il comunicato del Cremlino che si conclude con una frase lapidaria e terribilmente ipocrita: “Si stanno accertando le cause della morte” firmato Dmitri Peskov. Gli fa eco Biden: Putin responsabile. Ma nulla più di tanto.


lunedì 12 febbraio 2024

TRA PARCHI E TURISMO, ASPETTANDO ANGELINA


                              




Maratea e Lagonegro attendono con ansia Angelina Mango dopo il successone di Sanremo che ha aperto alla Basilicata (la Basilicanta come dice Fiorello) nuovi scenari, forse non del tutto ancora chiari, non tanto all’opinione pubblica locale quanto a quella nazionale.

Angelina rimane un elemento di forza all’interno dell’Appennino lucano, Parco nazionale, che include Lagonegro e guarda con interesse alla costa di Maratea. Non vi è dubbio: Lagonegro, dominato da quel gigante che è il Sirino, trova nella montagna una forza propulsiva per attrarre flussi di turismo qualificato e non certo del mordi e fuggi. 

Il tema appunto della forza propulsiva dei parchi è stato al centro del Forum internazionale sul turismo di Matera, in termini di capacità attrattiva  delle aree protette, intese come spinta  verso una nuova qualità dello sviluppo, finora a tratti soltanto sfiorato ma certamente capace di sollecitare l’interesse dei visitatori, soprattutto stranieri, ma anche italiani ovviamente.

Contrastare lo spopolamento, si è detto, dei borghi rappresenta l’obiettivo numero uno da non mancare.

Il Pollino, ad esempio, ha registrato dopo l’istituzione del Parco nazionale un esodo pari a oltre il 4 per cento della sua popolazione. Se non di più. Tendenza da contrastare con tutti i mezzi a disposizione, anzitutto con la conoscenza delle peculiarità di questi territori, dotati di una offerta natura di enorme rilievo, ma anche di un richiamo per la enogastronomia un settore degno di considerazione, è emerso a Milano nel corso della Borsa internazionale del Turismo, conclusasi recentemente.

Il Forum di Matera con Apt e Regione in prima linea è in conclusione un momento importante, capace di creare nuove tappe e nuovi elementi di richiamo, tutti di valore, da non sottovalutare. Tutt’altro. 

Prende quota dunque l'idea di un turismo al quale affidare buona parte del futuro della Basilicata, secondo una visione globale e altamente competitiva dell'offerta, apprezzata anche all'estero dove le località di maggiore pregio di questa terra fanno sentire la loro voce.


venerdì 9 febbraio 2024

IL GIORNO DELLE FOIBE



                            




Subito dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale, tra i profughi giunti nel Mezzogiorno da Fiume e da altri territori c’era un uomo, giovane, apparente età di circa quarant’anni. Riuscì a essere arruolato tra i vigili urbani di Potenza, quando la polizia locale contava pochissimi elementi. 

Persona di grande umanità, mai un riferimento alla tragedia del suo passato, mai parole di condanna dell’immane catastrofe che furono le foibe, equivalenti ai campi di sterminio nazisti. Una sofferenza vissuta in silenzio ma con dignità nella sua stessa famiglia. Come se parlare potesse far rivivere momenti indescrivibili.

La città lo accolse con grande ospitalità, ma ciò non servì a cancellare dalla sua mente la tristezza  per quella sorta di genocidio degli italiani, colpevoli agli occhi di Tito di essere italiani e quindi fascisti da colpire.

Orribile ricordo che quella persona, come tante altre certamente, ha cercato di cancellare dalla mente con il silenzio per evitare che il ricordo facesse rivivere appunto  i momenti del dramma, umano e sociale.

Certo, ha ragione Mattarella a sostenere che le Foibe sono uno dei tanti  disastri all’interno di quella enorme sciagura del secondo conflitto mondiale, causa di lutti e distruzioni con città e paesi ridotti in macerie in un clima di disperazione, in cui credere nel futuro sembrava impossibile. Se non assurdo.

Nel 1954 festeggiamenti spontanei, organizzati in diverse città dalla popolazione il 26 ottobre, sancirono l’annessione di Trieste all’Italia. Grande entusiasmo con folle commosse  per celebrare l’evento che voleva ricordare per sempre l’orrore della guerra. Ma l’umanità da quegli eventi sembra oggi non avere appreso nulla. Purtroppo. 

 

  

mercoledì 7 febbraio 2024

"SUONERO' CON TUTTA L'ANIMA"





Le dita sfiorano i tasti del pianoforte con dolcezza e decisione: questa è la forza della musica, questa è la forza della vita, commenta commosso Amadeus .

L’evento è di quelli che lasciano il segno. A Sanremo Giovanni Allevi, brillante musicista, ritorna a suonare il pianoforte al teatro Ariston dopo una terribile malattia, un tumore, sconfitto grazie alla scienza e alla forza di vivere. 

Davanti a migliaia di spettatori il maestro consegna al pubblico un gesto irripetibile, fatto di umanità e di fede. Ricorda le albe e i tramonti vissuti dal letto dell’ospedale e definisce guerrieri gli altri pazienti, grandi e piccoli, impegnati a combattere come lui la malattia che non dà tregua nè respiro.

Il suo è un omaggio alla scienza e alla conoscenza, il suo è un inno alla vita sostenuto dalla semplicità di un grande musicista e dalla umiltà degli uomini degni di questo nome.

Dalla commozione traspare una storia terribile, davanti alla quale l’uomo  ha deciso di non arrendersi per non sentirsi sopraffatto dal male, oscuro e perverso, che voleva rubargli la vita.

Giovanni Allevi ha vinto la sua battaglia e il pubblico di Sanremo gli rende omaggio con un lungo, lunghissimo applauso. Un ritorno sulla scena dell’esistenza. Grande maestro.  


LA BASILICATA ALLA BIT VERSO NUOVI TRAGUARDI




                               

                         Lo stand della Basilicata alla Bit


Competere con altre realtà italiane non è certo impresa facile. Eppure la Basilicata alla Bit di Milano è riuscita a conquistare un primato per l’accoglienza, l’autenticità dei suoi prodotti, diciamo pure per il suo stile di vita che le consente di guardare con fiducia al domani. Una terra dotata di grandi peculiarità, anzitutto, come emerge dall’intervento conclusivo del direttore dell’Apt, Antonio Nicoletti che sottolinea l’importanza del lavoro di squadra riferendosi a tutti i protagonisti della grande sfida del turismo e della promozione dei territori. Certo, una grande sfida, non vi è dubbio.

Oltre alle mete urbane e alle coste, rimane fondamentale il ruolo dei parchi nazionali e delle aree protette con il Vulture in prima linea che si accinge a muovere passi importanti. C’è attesa per il piano del Parco, in fase di redazione da parte dell’Università di Napoli: il piano è lo strumento essenziale per il governo del territorio e la sua valorizzazione.

Le sette cime del massiccio del Vulture dominano il paesaggio. Un custode della natura con i suoi boschi ed i castagneti: arcana  e struggente la montagna. Una riserva di biodiversità, di storia, di archeologia, tra passato e presente, dove i laghi di Monticchio  sono uno scrigno inesauribile di una bellezza naturale ancora intatta, ma fragile e non del tutto esente da rischi. Raccontano secoli di storia. Acque limpide contenute in uno scrigno che le avvolge. Laghi in una terra vulcanica esplosa 800 mila anni addietro. Una meta importante nella Basilicata turistica.  





mercoledì 31 gennaio 2024

LA STRADA DEI SOGNI



                                   


La strada inaugurata 

Sembra una mano tesa verso nuovi orizzonti e nuovi lidi. La variante sulla Tito Brienza, nella Basilicata del petrolio, dá la sensazione di vivere una realtà diversa: imponenti gallerie, asfalto nuovissimo, segnaletica perfetta sul tratto di 4 chilometri costato, si sente dire, 125 milioni ma in realtà la cifra è ben maggiore se si considerano i vari cicli di manutenzione già contemplati nei relativi capitolati di spesa. 

Anas con i suoi tecnici , giubbino giallo, è presente in forze all’inaugurazione con relativo taglio di nastro. L'ing. Pasquale Stella Brienza, direttore dei lavori, accetta i complimenti di chi sottolinea il suo impegno. Lavoro duro, commenta mentre l’ing. Pullano, capo compartimento Anas, illustra caratteristiche e costo dell’opera. Relazione tecnica, alcune cifre e pochissime considerazioni senza nemmeno un cenno a chi ha pagato con la vita la sua presenza nel cantiere. Superficialità o, peggio, distrazione volontaria? Forse non è costume Anas ricordare il sacrificio di un uomo, un operaio abruzzese schiacciato dalla sua stessa ruspa nel cantiere di Brienza. Il ricordo finirebbe per inficiare il clima spensierato della festa? Ipotesi verosimile.

La viabilità, almeno quella d'interesse nazionale, in Basilicata ha risentito per decenni di uno stato di abbandono a dir poco incomprensibile, con interventi mai completati lungo il raccordo Potenza Sicignano, in prossimità di alcuni snodi della superstrada Basentana per citare soltanto degli esempi. 

Splendido nel suo assetto, la variante  ultimata dà il senso di una modernità autentica: alcune principali  strade di questa terra del Sud  non sono più i tratturi del confino di Carlo Levi, ma questo non giustifica ritardi e disattenzioni registrati per lunghissimi anni. 

Questo tratto finale della Tito Brienza si apre verso il Tirreno, verso Maratea, il Pollino, la Calabria e la Sicilia. Verso il Mediterraneo. Quasi una creatura nuova, capace davvero di far sognare tutti, piccoli e grandi senza limiti di età.



lunedì 29 gennaio 2024

ILARIA, UNO SCANDALO



                          

                        Ilaria Salis incatenata in tribunale 


Fa impressione vedere una giovane donna comparire in tribunale con le catene alle mani e i catenacci ai piedi. Orribile. 

E infatti è orribile  quanto sta accadendo in Ungheria a carico della ragazza italiana Ilaria Salis detenuta da un anno nel silenzio totale per avere aggredito due nazisti, proclamandosi antifascista.

Non so come Ilaria sia riuscita a comparire davanti alle telecamere in quella condizione di sfida totale alla dignità di una persona ammanettata e legata come una bestia. Anzi peggio. Un cane, un toro, un vitello non vengono oltraggiati in questa maniera poiché insorgerebbero le organizzazioni degli animalisti in difesa delle povere bestie. 

Ilaria, dunque, al disotto di una bestia senza pudore da parte dei suoi carcerieri che l’hanno mostrata al mondo intero peggio di una schiava del buio Medioevo. Certo, la schiavitù è una condizione dura a morire, non vi è dubbio, anche perché questo stato di cose mostra il trionfo del potere sulla razionalità e non solo sulla modernità.  

C’è da augurarsi che l’umanità insorga una buona volta davanti a uno scempio del genere. Non ci sono parole per condannare questa ignominia. Non ci sono aggettivi. C’è soltanto da vergognarsi.

sabato 27 gennaio 2024

QUANDO L'UMANITA' INCIAMPO' NELLA TRAGEDIA IMMANE







Quell’infanzia rubata, i volti scavati dal terrore, lo spettro di una fine tremenda aleggiano ancora sui campi di sterminio.
Le scolaresche invadono Auschwitz con un vociare diverso dal solito che ha il sapore della presa d’atto di una sciagura così lontana nel tempo e tuttavia così vicina nelle coscienze. 
Le braccia tese ricordano ancora oggi che Auschwitz non passa, non si annienta, e non si cancella. Un monumento alla crudeltà infinita, all’odio razziale, alle vittime indifese dall’orrore dei carnefici. Mai più si sente ripetere. Ma non c’è il rischio di un agguato micidiale? Si un rischio nient’affatto scongiurato per quanto considerato remoto e addirittura impossibile.

venerdì 19 gennaio 2024

STELLANTIS, CANCELLATA LA OPEL MANTA?



                           



La Opel Manta 


“Opel Manta (2025), le grand SUV Coupé électrique ne verra pas le jour”

Un annuncio che non ha bisogno di commenti, apparso in questi giorni su un sito francese frequentato da esperti dell’auto, in cui si sostiene appunto che la Opel Manta, un Suv coupé elettrico tra i cinque modelli destinati a Melfi, non vedrà la luce. Era motivo di orgoglio per la produzione in Basilicata di auto di tutto rilievo e ora sembra finire nel dimenticatoio con un brusco taglio. Sarebbe il caso di dire con una imprevista marcia indietro di Stellantis, quanto mai clamorosa, poiché - secondo quanto precisa il sito francese - la Opel Manta era annunciata per il 2025 sin dall’estate del 2021.

Saltano dunque le previsioni, legate alle politiche della multinazionale? Non è improbabile tenuto conto, peraltro, che il sito non può essere tacciato di cialtroneria in quanto seguito dal fior fiore di esperti internazionali quanto mai aggiornati sulle  autovetture di prestigio e sul mercato che le controlla.

Una notizia tuttavia da prendere con cautela, non vi è dubbio, considerata peraltro la previsione di costruire a Melfi altre quattro autovetture di alto livello per un pubblico facoltoso, capace di impegnare ingenti risorse.  Ma se questo è un dato positivo inevitabilmente finirà per incidere sul numero di esemplari fabbricati in Basilicata, l’altra faccia della medaglia. 

Un annuncio del genere viene diffuso in Francia, proprio in coincidenza con la visita a Potenza del Ministro Urso mentre la compagine del governo lucano ed i sindacati, si trovano ad affrontare la fase critica della vertenza dell’indotto di San Nicola con i 110 licenziamenti operativi già da diversi giorni. 

     


giovedì 18 gennaio 2024

MELFI QUESTIONE NAZIONALE




                             

                      

                 Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso

                          

L’annuncio di Giovanni Agnelli con la telefonata a Emilio Colombo (abbiamo scelto la Basilicata perché siete brava gente),  nel momento in cui si decise l’insediamento della Fiat a Melfi, fu il primo dato che sottolineava il respiro nazionale di questa realtà. 

Oggi, nel mezzo di una crisi quanto mai minacciosa e subdola alla vigilia del passaggio all’elettrico, il carattere tutto italiano dell’insediamento di  San Nicola ritorna in primo piano. Diventa questione essenziale e con essa il peso di questa regione del Mezzogiorno, non certo insignificante. Tutt’altro.

L’incontro con il ministro Urso è dunque il vero snodo da non far cadere nel nulla: la vertenza dell’indotto Stellantis assume il carattere di una rivendicazione nei confronti del Governo e del Paese tendente a far decollare richieste tutt’altro che locali.  A sottolineare quell’autorevolezza dei territori forse finora ignorata o non sufficientemente emersa. 

Sono in discussione, beninteso, migliaia di posti di lavoro che incidono sul Pil e segnano la capacità di tenuta di un’area vastissima, non solo lucana. Si tratta del ruolo produttivo di un’ampia fascia di territorio e della  sua presenza nelle dinamiche nazionali, il che non può non rappresentare la forte richiesta di un dialogo permanente con Palazzo Chigi e con le istituzioni tutte. Nessuna esclusa. Bisogna affermare logiche nuove nel momento in cui si profilano delle trattative essenziali con il Governo, a cominciare dal valore intrinseco dell’ambiente e dal suo utilizzo. L'elettrico è una rivoluzione, per Melfi ma non solo.

Su questo terreno si gioca una partita nient’affatto scontata o banale. Una partita di alto profilo, soprattutto  sociale giacchè va di mezzo il ruolo di tante realtà economiche, produttive, occupazionali da non sottovalutare minimamente. Realtà davanti alle quali la benché minima inadeguatezza può costituire un rischio da non correre.


lunedì 15 gennaio 2024

UN CAMPANELLO D'ALLARME CHE DEVE FAR RIFLETTERE




                                         Lavoratori licenziati dell'indotto Stellantis a San Nicola di Melfi



110 lavoratori licenziati con mail, nell’area industriale di San Nicola di Melfi. Sono le maestranze di due aziende dell’indotto Stellantis alle quali sono state sospese le commesse, mentre il processo di riconversione verso l’elettrico si muove tra mille difficoltà. 

La maxi vertenza, come è stata definita, suscita preoccupazione e allarme, proprio in quella che rappresentava fino a qualche tempo fa una realtà industriale con posti di lavoro non in bilico e comunque legati al primato di Melfi nelle strategie produttive nazionali. 

A sottolineare la gravità della decisione e le sue ripercussioni a cascata sul territorio è la scelta di trasferire il tavolo proprio nel comune della città federiciana e di interpellare durante le manifestazioni il ministro delle imprese, Adolfo Urso, sui provvedimenti da adottare da parte del Governo. Da non sottovalutare, inoltre, la presenza dello stesso responsabile regionale delle attività produttive, Michele Casino, nel corso delle manifestazioni a San Nicola.

Man mano che ci si muove verso l’elettrico, Melfi accusa il colpo legato alla difficoltà di essere al passo in maniera idonea con i delicati processi di cambiamento di rotta. I problemi del mercato e quelli dell’indotto marciano di pari passo, mentre non va sottovalutato il tema dell’approvvigionamento di materiali alle aziende dell’area che operano per Stellantis. Questione delicata e determinante nello stesso tempo. Non si era mai verificata in passato una chiusura della fabbrica estesa  all’intero arco delle festività natalizie, senza considerare le tante sospensioni della produzione a singhiozzo.

Le maestranze rivendicano oggi il ruolo delle istituzioni, considerandolo prioritario per qualunque risposta alla crisi in atto. Obiettivo importante. Le istituzioni sono la vera ragion d’essere alla base di una presenza stabile del grande insediamento produttivo nell’area in cui opera Stellantis e dalle istituzioni si attendono risposte in grado di garantire il prosieguo delle attività e la salvaguardia dei posti di lavoro. Sicchè Regione Basilicata, Enti territoriali,  Governo e forze sociali rappresentano, oggi come in passato, l’unica garanzia per il territorio. Così è avvenuto dall’inizio della presenza della Fiat in Basilicata e su questo terreno ci si dovrà muovere obbligatoriamente.     

sabato 13 gennaio 2024

PAESTUM, ARCHEOLOGIA E STORIA DEL PENSIERO




Il gruppo dirigente di Paestum con il Prof. Massimo Osanna


La recente scoperta di due  templi dorici, nell’area archeologica di Paestum e Velia, conferma a grandi lettere il risultato conseguito lo scorso anno con 506.955 visitatori, davvero un record a testimonianza dell’interesse per questo meraviglioso lembo di Cilento, la Lucania  antica, di cui si continua a parlare ormai da tempo.

Paestum non è soltanto scavi archeologici, quanto una sorta di rivisitazione del pensiero antico con la figura di Parmendide di Elea in primo piano che continua ad alimentare il desiderio di conoscere, in Italia e all’estero, soprattutto in Francia, dove tra i massimi studiosi del filosofo dell’essere e del non essere si colloca Léon Robin, di cui Einaudi ha pubblicato l’esito di importanti ricerche. Tra l’altro Parmenide  (510 - 544 a.C. non vi è certezza sulle date) risulta essere autore di uno scritto, particolarmente ricercato dagli studiosi, e dedicato alla Natura. Filosofo dell’essere e del non essere affrontò uno dei nodi della realtà dell’universo, in un’epoca remota quando buchi neri e big bang non erano minimamente all’ordine del giorno. 

Fondatore indiscusso della scuola di Elea, Parmenide è senza dubbio uno dei punti cardine del pensiero della Magna Grecia in tempi lontanissimi. Non solo, quanto la fusione tra ricerca archeologica e filosofia può costituire indubbiamente un elemento di forza per imprimere alla realtà dell’antica Lucania (e del Cilento, terra splendida) un rinnovato vigore. Una possibilità di promuovere un turismo sulle orme di importanti testimonianze del passato.

L’appello è rivolto alla direttrice Tiziana D’Angelo, e al Prof. Massimo Osanna perché un patrimonio culturale, storico, filosofico del genere sviluppi energie e apra nuovi orizzonti. Cos’è l’archeologia se non ricerca delle testimonianze del passato, e quindi anche della storia del pensiero? 

Occorrono dunque nuove iniziative e nuovo dinamismo per fare in modo oltretutto che gli sforzi compiuti da studiosi come Robin non finiscano nel nulla o, peggio, nei libri ricoperti di polvere che nessuno si degna nemmeno di sfogliare.   

 

   

domenica 7 gennaio 2024

LA SCUOLA, ETERNO PROBLEMA



Non è semplicemente il mondo dei più giovani, dei bambini, dei ragazzi. La scuola è piuttosto l’universo della società civile in cui si fondono attese e prospettive di crescita umana, sociale. Economica. In cui si mettono a punto progetti di studio e di ricerca, da portare avanti poi nelle sedi opportune. Un gigantesco laboratorio, in definitiva.

Alla luce di tutto questo, il dimensionamento scolastico sembra essere una parola fuori luogo. È in realtà una minaccia poiché rappresenta un balzo nel passato, quando l’istruzione non era per tutti. Ma soltanto appannaggio per pochi. Magari per chi viveva in città, e non per quanti abitavano le campagne, i centri rurali. 

Una burrasca il dimensionamento, imposto da situazioni spesso oggettive dovute al forte calo della popolazione scolastica e a una miriade di vicende da non sottovalutare. 

Andranno tagliate in Basilicata ben 24 posizioni di dirigente, ma  non sarà chiusa una sola aula, comunica il responsabile del lavoro e attività produttive, Michele Casino il quale fa notare l’importanza di un diretto coinvolgimento delle due province lucane, finora assenti, sottolinea inoltre l’esponente del governo regionale.

Il tema è di natura strettamente politica: non si può parlare di territorio senza la cultura dello sviluppo e della sua qualità. Il rischio peggiore in questo caso deriva dalla genericità delle misure messe in campo per decenni quando alle “sforbiciate” non badava nessuno giacchè non erano prevedibili e non apparivano nemmeno ipotizzabili, anche alla luce delle più acute previsioni. Peraltro, una scuola falcidiata dall’assenza di risorse idonee e privata della sua capacità di incidere sulla formazione dei giovani e dei docenti sarebbe una risposta sbagliata e dannosa. 

Michele Casino ha messo in campo  un impegno straordinario, capace di far fronte alle ristrettezze del momento, informa una nota dell’Ufficio stampa dell’esecutivo regionale valutando tutti i passaggi della complessa questione.

Sicchè almeno per l’anno in corso c’è da stare tranquilli senza, tuttavia, abbassare la guardia che deve rimanere sempre molto alta, commisurata agli scenari tutt’altro che rassicuranti dell’oggi e del domani soprattutto. 

Dare garanzie alla scuola significa assicurare un futuro alla comunità, alla sua emancipazione riuscendo a incidere sugli scenari di una cultura dinamica ed efficiente soprattuto nell’ambito dei grandi cambiamenti che non potranno essere dominati dalla sola intelligenza artificiale. Fuori dubbio.