lunedì 17 febbraio 2020

UNA FESTA PASSAPORTO PER LA VITA?


Il simbolo della festa

                      


Osservata da dietro le quinte la festa di una diciottenne mette in mostra tutti gli aspetti dello stare insieme per una serata piena di musiche, di sensazioni, di suoni che richiamano alla mente ritmi banali e motivi importanti. Situazioni spesso irrazionali. Piccole storie di un grande mondo qual è quello dell’adolescenza. E non solo.
Mi chiedo, riferendomi a una festa recentissima, perché la protagonista l’ha fortemente voluta fino al punto da ritenerla questione talmente importante,  una sorta di banco di prova per sé, per i genitori, per lo stuolo di amici (o pseudo amici?) pronti a giudicare lei e la sua famiglia. 
La risposta è probabilmente una sola: una festa per evadere da un mondo piccino e incomprensibile costruito tra tante banalità con la speranza di un giorno diverso che stenta ad arrivare.
Mi sembrava di vedere la neo diciottenne davanti a una commissione d’esame della maturità, a giudicare dai tanti preparativi della vigilia. Eppure si trattava soltanto di mangiare dei rustici, sorseggiare del prosecco (non so se il 958 o addirittura il Valdobbiadene), assaporare dolci e poi distribuire delle porzioni di una torta davvero enorme per la circostanza. Dimenticavo: si trattava soprattutto di ballare al ritmo sfrenato di musiche da discoteca, messe insieme da un DJ giovanissimo, più o meno esperto di serate del genere, in cui i db delle casse decidono davvero tutto. 
Una festa inevitabile, da mettere in piedi a tutti i costi? Probabilmente sì. Anzi certamente. 
Sicchè quella festa è diventata un passaporto per la vita, addirittura irrinunciabile. Questo fa molto riflettere.
Stando per un po’ rigorosamente fuori dalla festa, mi è parso di cogliere i segni di un rito inevitabile al quale non è consentito sottrarsi, per nessuna ragione al mondo. Pena il dover rinunciare a essere giovani, anzi diciottenni doc. Sottolineo doc.
Per concludere, la maxi torta abbellita da una simpatica fanciulla giapponese, emblema di una cultura lontana, fin troppo estranea alla nostra tradizione. Apprezzata per questo, appunto per evadere e andare lontano, oltre certi confini angusti.     

   

mercoledì 12 febbraio 2020

BASILICATA, SOS PSICHIATRIA




Protesta per la psichiatria a Matera 
                            
Allo scadere del 2025 mancheranno in Italia almeno mille  medici psichiatri da destinare alle varie strutture. Un dato allarmante, stando alle previsioni del momento, con gravi ripercussioni sui pazienti, ovunque in numero crescente.  
Anche in Basilicata la psichiatria attraversa un momento di crisi con una quarantina di specialisti che si occupano dei presidi nell’ambito delle due province.
Il dato preoccupante, precisano i sanitari del Centro di igiene mentale della ASP, è dato anzitutto dal rilevante aumento della richiesta di prestazioni da parte di un sempre più elevato numero di pazienti che fa schizzare di un trenta per cento in più il numero di malati mentali costretti a rivolgersi ai centri specializzati in regione. 
Per giunta allo stato non è dato sapere quale sia la causa del fenomeno poiché  non esistono studi e ricerche anche da parte di strutture qualificate delle regioni vicine, Puglia e Campania anzitutto, dotate di osservatori specifici. 
Peraltro la Basilicata non dispone di una facoltà di medicina per cui l’elaborazione dei dati  non produce ricerche e analisi in grado di dare il via a una serie di provvedimenti per arginare la crescita incontrollata delle patologie psichiatriche, alcune delle quali sono per giunta associate a malattie rare. Il che aggrava sensibilmente il quadro della situazione, in atto da almeno un decennio e, particolarmente, negli ultimi cinque anni. 
Una elevata percentuale dei nuovi pazienti è costituita da soggetti giovani. Altro tema scottante questo,  non disgiunto dall’uso di droghe e sostanze stupefacenti, sostengono ambienti qualificati, il che rende ancor più fosco il quadro. 
C’è poi la necessità di considerare le urgenze, gli interventi domiciliari, insomma una vasta gamma di esigenze da soddisfare perché l’intero settore possa avere la necessaria importanza e il giusto peso nel quadro della sanità lucana. Una sanità, è utile ricordarlo, con significative punte di eccellenza e in grado di guardare al futuro in attesa di nuove svolte e con una sempre maggiore capacità di adeguarsi ai bisogni della gente.
Assessore Rocco Leone, cosa fare per una psichiatria efficiente in una terra che rifiuta di essere ormai periferia della scienza, come in passato.
“In molti casi prevalgono le psicosi, che hanno spesso origine familiare e relazionale e purtroppo il medico di riferimento finisce per essere lo psichiatra, quando sarebbe utile rivolgersi allo psicologo. 
Specie nelle zone interne, droga e alcol hanno  risvolti pesanti, sicché nevrosi e patologie psichiatriche sono spesso lo sbocco inevitabile.”

C’è anche in Basilicata il tema rilevante dei ragazzi autistici che diventano maggiorenni.  

“Purtroppo accade anche in questa regione che giovani autistici, nella maggiore età, vengono affidati alle cure di medici psichiatri. Questi pazienti non rientrano nella sfera di competenza della psichiatria. Deve esistere un diverso approccio terapeutico. 
Per affrontare questo nodo stiamo costruendo un percorso apposito. Verrà in Basilicata tra non molto il dottor Roberto Keller da Torino, tra i maggiori esperti in campo nazionale in questo ramo. Vogliamo creare le premesse per dare risposte positive a giovani e adulti autistici. Non è poco.” 

Spesso le patologie psichiatriche mettono a dura prova la tenuta delle famiglie, il rapporto figli genitori. La vita assume in certi casi aspetti drammatici, specie nei piccoli centri della montagna lucana.

“Non ci sono strutture e possibilità di fornire alle famiglie un adeguato apporto, perché nessuno debba sentirsi abbandonato al proprio destino. 
Le case famiglia hanno dato un grosso contributo dopo il varo della legge Basaglia. Ci sono purtroppo tanti casi in cui, dopo il trattamento sanitario obbligatorio, non esistono sbocchi se non l’imprevedibile. 
Occorrerebbero più psichiatri sul territorio e meno negli ospedali. Nonostante gli sforzi dei medici la situazione rimane tuttavia difficile, sull’orlo del collasso. Il territorio continua a essere carente. I bisogni delle famiglie non dovranno essere dimenticati per tante ragioni, ovviamente.”






domenica 9 febbraio 2020

LA CULTURA DEL TERRITORIO ALLA BIT DI MILANO



                       

LA BASILICATA ALLA BIT 2020


Basilicata in prima linea alla Borsa internazionale del turismo di Milano, edizione 2020. Come per tradizione. Scelta importante per rimarcare non tanto il valore aggiunto delle risorse di questa regione del Sud, quanto la sua capacità di proporsi in uno scenario internazionale per il legame che unisce il territorio alla sua cultura, il passato al presente.
Si è avuta netta la sensazione che questa Bit rappresenti una sfida per l’intera classe dirigente lucana, Regione anzitutto, senza escludere i vari motori che agiscono per promuovere, far conoscere, celebrare in senso positivo e non consumistico una vasta scala di valori in grado di attrarre  turismo di qualità, sollecitato dalla dimensione stessa dell’offerta. 
Antonio Nicoletti, direttore generale dell’Azienda per la promozione del territorio, ha in realtà puntato molto su questo tema che va da Matera 2019 e spinge lo sguardo ben oltre i confini temporali della Capitale europea della cultura. 
Matera e la Basilicata, ragionevolmente, non finiscono con la chiusura del 2019, tutt’altro. Lo sorso anno è un punto di partenza, dal quale dovrà muoversi il governo della Regione, per riempire di contenuti la programmazione nel breve-lungo periodo . Una programmazione impegnativa e difficile, ma necessaria per evidenziare le reali potenzialità di un ambiente ricco di storia e di cultura. 
Vito Bardi, presidente della Regione, è consapevole di questo e sa bene che il confronto con le grandi realtà europee, ma non solo, rappresenta il vero banco di prova per dare un peso non occasionale alla terra che governa. Per fare in modo che grandi occasioni siano messe a frutto nel migliore dei modi. Ecco il senso della presenza lucana alla Bit 2020, in cui il tema della comunicazione appare quanto mai attuale e addirittura prioritario. La comunicazione ha in sé dei messaggi che debbono essere raccolti e fatti circolare in un ambito in cui si decide praticamente tutto il futuro di una terra, nell’interesse delle popolazioni. 
La Bit non solo una vetrina e meno che mai semplicemente una passerella, ma una occasione di grande rilievo.