lunedì 8 settembre 2014

PETROLIO MA NON SOLO


Vincenzo Folino ripercorre il cammino della Basilicata ieri e oggi


Renzi sbaglia se pensa che la Basilicata sia la regione dei veti, o una terra dominata da un esasperato conservatorismo per una difesa ad oltranza del suo territorio. Probabilmente sfugge al Presidente del Consiglio che il primo progetto di "sviluppo olio" dell'Eni risale al 1993 e che le estrazioni di greggio dal sottosuolo lucano collocano questa regione  al primo posto tra i giacimenti in terra ferma in Europa. Non si tratta di dire No al petrolio.
Sicchè il tema del ruolo e del destino della Basilicata, in una dimensione ben più vasta di un semplice localismo, è diventata questione di primo piano. Se questa terra oggi si sente dire dal Primo Ministro "vado avanti, perderò qualche voto ma indietro non si torna" con riferimento all'estremo sfruttamento del sottosuolo lucano, ciò dimostra un totale disinteresse per la sua funzione. Ma soprattutto per le risorse naturali di cui dispone.
Il tema è degno del massimo rilievo, politico, sociale, economico soprattutto. 
Sull'ultima presa di posizione di Matteo Renzi si è aperto un dibattito, senz'altro interessante e ricco di spunti che francamente fa riflettere. 
Ecco il punto di vista dell'on Vincenzo Folino, del PD. 
"Dobbiamo partire dallo scarso riconoscimento che la Basilicata ha ottenuto per il suo contributo all'unità d'Italia. È un dato di fatto, che trova riscontro nella storia. 
Per quanto riguarda invece il suo posizionamento  in ambito nazionale, da rilevare che la stessa industrializzazione - intesa come un decentramento produttivo con la  presenza delle grandi aziende in Val Basento - si è rivelato fallimentare. Per non parlare poi della parentesi del dopo terremoto, della ricostruzione  e dell'insediamento di molte fabbriche con l'articolo 32 della legge 219, nei fatti incapace di creare autentiche svolte. L'unico fattore positivo è rappresentato, tra tante criticità, dall'insediamento della Fiat a Melfi.
La Basilicata dei servizi sta guadagnando invece un buon posto in ambito nazionale con l'offerta di prestazioni specialistiche e di assistenza ai pazienti da parte del San Carlo e della rete ospedaliera di Matera, oltretutto. Per altro verso, però, il livello di qualificazione dell'intero apparato burocratico e dei servizi si sgretola in seguito alla decisione di abolire la Corte d'Appello a Potenza. Ciò corrisponde a una perdita di peso indiscutibile e anche ad un perdita di prestigio. 
D - Negli anni novanta accaddero tuttavia dei fatti importanti, che lasciarono ben sperare in ogni caso.

"In effetti la ribalta più rilevante  è rappresentata dalla messa a disposizione di importanti risorse idriche, gestite e governate a livello centrale a quell'epoca dal Ministero dei Lavori pubblici per l'utilizzo del bene acqua e con una infrastrutturazione del settore di tutto rispetto.  Cosa sulla quale occorrerebbe ad ogni modo una riflessione alla luce degli eventi di questi anni."

D - Oggi gli scenari appaiono ben diversi e la necessità di costruire un proficuo rapporto con il governo, che valorizzi il ruolo di questa regione,  appare non più rinviabile. Si tratta di una prospettiva nient'affatto trascurabile.

Indubbiamente. Siamo di fronte alla necessità di modificare la governance delle risorse, in sintonia tra Basilicata e governo. Ecco il punto focale della questione. Tra l'altro in questi anni è stato trascurato o sottovalutato il tema del rapporto ambiente -  salute. Vi sono pesanti inadempienze nel campo della salvaguardia del patrimonio naturale: se dovessimo considerare l'attività dell'Eni, in relazione a quella degli enti locali, emerge un divario netto, tutto a favore della società petrolifera che mostra una enorme capacità di azione e di controllo del settore. Occorre anzitutto un sistema di monitoraggio costante sotto il controllo di importanti istituzioni accademiche nazionali.

Qual è insomma il destino di questa terra? 

"Il destino della Basilicata dipende purtroppo da una serie di fattori negativi: il venir meno del regionalismo, la spending review che impone un ritmo particolare, il patto di stabilità da non trascurare, mentre il governo nazionale fa dei passi a grandi falcate senza interrogarsi bene, e d'altro canto  la classe politica, gli imprenditori, i  professionisti non riescono a contrapporre un disegno ben preciso.

D - C'è in ogni caso la volontà politica di garantire un futuro? 

"Si tratta anzitutto di far comprendere il valore di questa Basilicata: affrontare i temi della difesa dell'ambiente e di una concreta valorizzazione delle risorse esistenti è in fondo un passaggio obbligato. Penso che dobbiamo far comprendere le nostre ragioni e giungere a una intesa istituzionale con lo Stato e il Governo in modo da avere certezze per il presente e garanzie per il futuro. Tutto questo può essere fatto mettendo insieme i provvedimenti nazionali, le risorse comunitarie e i proventi delle royalties
con uno sforzo per cambiare vecchi assetti e rimuovere incrostazioni derivanti dal passato."


    

Nessun commento:

Posta un commento