sabato 28 ottobre 2023

DI ELISA SI CONTINUA A PARLARE IN TV








                                


Gildo e Filomena Claps in TV



Filomena, la mamma di Elisa Claps di cui si parla ormai non solo in Italia, merita un riconoscimento per il suo coraggio e quella forza interiore che la spinge ogni giorno nella ricerca di verità negate sul caso di Elisa di cui oggi il programma tv talk si è occupato. 

Una donna di grandi doti che sprigiona ogni volta una straordinaria forza interiore, in questi trent’anni dal 12 settembre 1993, il giorno della scomparsa di Elisa. Chiede giustizia e verità. Chiede di sfondare il muro dei silenzi e di quella omertà interessata a  coprire, negare, annullare tutto. A far dimenticare per cancellare dalla memoria collettiva la terribile storia della sedicenne uccisa da un mostro.

La fiction Rai in tre puntate (la seconda martedì prossimo  31 ottobre alle 21,30 sul terzo) è un grande contributo per affrontare tutti i nodi ancora irrisolti del dramma, in cui si mescolano tanti livelli di responsabilità. Tante omissioni imposte dai ruoli di personaggi oscuri, coinvolti direttamente nella vicenda ai quali oggi tremano inevitabilmente le vene e i polsi.

Sarebbe bello se a Filomena fosse il Capo dello Stato a consegnare un premio quale mamma coraggio, la mamma di una delle tante vittime della violenza cieca e assassina . Una mamma simbolo, capace di imporsi all’attenzione dell’opinione pubblica per la sua determinazione nel chiedere incessantemente giustizia. Una lotta quotidiana, una mobilitazione senza limiti.

Certo la televisione ha avuto ed ha  un ruolo di primo piano per mettere a fuoco i mille retroscena del caso Claps. Federica Sciarelli, la conduttrice di Chi l’ha visto? ha il merito di aver creduto ormai da anni nel ruolo dei media e della televisione anzitutto. 

Grande protagonista, Federica, oltre ad essere una collega dalle doti non comuni di umanità e di impegno civile. Chi dimentica i tanti collegamenti con Potenza, la città teatro del dramma, per dare la parola a Gildo e a Filomena e consentire loro di non arrendersi, per nessuna ragione al mondo.  

venerdì 27 ottobre 2023

LE SETTE CIME DEL VULTURE




Il Vulture in autunno (foto R.De Rosa- riproduzione riservata)


Da lontano il massiccio del Vulture appare subito possente nella forma e nelle dimensioni, con le sue sette cime che dominano il paesaggio. Un custode della natura con i suoi boschi ed i castagneti: arcana  e struggente la montagna con i centri ai suoi piedi, oggi parco naturale. Una riserva di biodiversità, di storia, di archeologia, tra passato e presente, dove i laghi di Monticchio  sono uno scrigno inesauribile di una bellezza naturale ancora intatta, ma fragile e incontaminata. Raccontano millenni di storia, con le acque limpide come contenute in uno scrigno che le avvolge.

Il Parco regionale è certo un’ottima intuizione capace di proiettarsi nel futuro ma radicato nel presente, che apre le porte a un cambiamento totale di ciò che i laghi, il Vulture, il territorio sono stati finora, dominati  da una baraccopoli assediata da un turismo nient’affatto rispettoso dell’esistente. Il turismo dei giorni di festa con mucchi di rifiuti abbandonati lungo viali e stradine ai bordi dei laghi.

C’è poi il capitolo della zona militare sulla cima della montagna, oggi destinata a collegamenti interforze ma fino a ieri, in piena guerra fredda, importante snodo della rete Troposcatter che dalla Norvegia raggiungeva la Turchia con insediamenti non solo per la telecomunicazioni. Alcune strutture di questo imponente apparato rimangono in piedi, quasi a voler sottolineare l’eredità dei tempi andati. 

La Presidente del Parco, Francesca  Di Lucchio, in proposito, ha le idee chiare. Anzi chiarissime. Piazza pulita del disordine urbanistico, valorizzazione e sviluppo per l’ambiente, con l’impegno di  restituire alla storia la sua dignità e fare dell’area un elemento di crescita. 

Si parla sin da ora di un convegno e di una serie di iniziative per concordare con le popolazioni il da farsi, non solo nell’immediato. La Comunità del Parco dovrà a sua volta esprimersi, mentre l’Università di Napoli, con il settore della progettazione ambientale, sta lavorando sul Piano del Parco. Uno strumento indispensabile per governare il territorio e valorizzare le numerose emergenze di cui il Vulture dispone. 


   


mercoledì 25 ottobre 2023

PER ELISA, BEN PIU' DI UNA FICTION


                        
            
               Elisa sul set della fiction (foto R. De Rosa - riproduzione riservata)


Un film verità con al centro la famiglia Claps, vittima di un folle che ha troncato brutalmente l’esistenza della giovanissima Elisa. Creatura dolce e indifesa, nella vita di studentessa e sul set.
Un dolore infinito e irreparabile da mostrare al mondo intero.
Se questo era lo scopo del lavoro televisivo, bisogna riconoscere che l’obiettivo è stato centrato in pieno.
Perfetti tutti gli interpreti, abile la regia di Marco Pontecorvo. Eccellente il lavoro di squadra, sia nella realizzazione di un prodotto televisivo di alto livello quanto sotto il profilo umano, sociale del significato
di un dolore così lacerante e profondo tradotto in immagini.
Interpretare la disperazione dei familiari per l’omicidio di Elisa è il tratto distintivo della fiction che non vuole apparire soltanto come un film perfettamente riuscito, quanto mettere a nudo il significato dell’evento. Svelare il volto di un mostro, dei tanti mostri che lo hanno sorretto.
Soprattutto il ruolo di una minuscola città di provincia che assiste attonita e impotente alle macchinazioni dell’assassino e dei suoi complici, tanti purtroppo, ancora tanti, a trent’anni da quel 12 settembre del 1993.
Sulla scena risuonano nomi veri dei protagonisti della immane tragedia che non si cancella ma assume ogni giorno di più i contorni di un assassinio in piena regola.
A poche ore dal terribile evento, quel 12
settembre, il buio caló su Potenza mentre i familiari tutti non prendevano pace. Casa Claps si era trasformata in un inferno. 
La fiction parla al mondo intero e chiede giustizia. Quella giustizia arrivata solo in minima parte, finora. 


lunedì 23 ottobre 2023

PER ELISA, QUESTA SERA SU RAI UNO


 

                                                                            


Il regista Marco Pontecorvo sul set del film (foto R. De Rosa)



Il caso di Elisa Claps, la sedicenne barbaramente uccisa nel sottotetto della chiesa della Trinità a Potenza trent’anni fa, approda su Rai Uno.  Cessa di essere una vicenda di provincia, un evento, per quanto tragico, ancorato alla dimensione localistica che sminuisce spesso (quasi per uno strano destino) il peso e la portata finanche dei fatti di cronaca peggiori di questo Sud ignorato.

L’omicidio di Elisa diventa una fiction in tre puntate, la seconda il 31 ottobre e la terza il 7 novembre.

E’ la fiction dei mille interrogativi ancora senza risposta, delle domande sospese nel vuoto, delle “mani tese” a un folle ora in prigione in Inghilterra perché condannato all’ergastolo per un altro omicidio, quello della sarta Heather Barnett, trovata riversa sul pavimento di casa coperta di sangue e  mutilata in modo orrendo. 

Opera dello stesso Danilo Restivo, il giovane che all’epoca tagliava i capelli alle ragazze negli autobus delle linee urbane che percorrevano Potenza, la città silenziosa, definita l’isola felice da  questori e prefetti che si sono succeduti fino a quel momento nel capoluogo di regione più alto d’Italia. 

Il lavoro televisivo, per la regia di Marco Pontecorvo (foto) , suona come un terribile atto di accusa verso chi ha mascherato, ha taciuto evitando di andare fino in fondo alla marea di responsabilità che si sono accumulate negli anni. 

Tutte orribili, all’insegna di una complicità degna dei peggiori periodi di mafia. A cominciare da chi ha preferito non indagare sui mille retroscena della vicenda appena accaduta, nei giorni successivi a quel 12 settembre del 1993, fino alle dichiarazioni inammissibili nei vari processi e interrogatori sul caso Claps.  

La cattiva coscienza ha prevalso. Ma la cattiva coscienza viene inevitabilmente smascherata e diventa un tremendo boomerang per chi l’ha usata e continua a usarla come scudo. 

Il caso di Elisa Claps è una miscela esplosiva di responsabilità di ogni genere, un delitto che non può avere un unico responsabile, un unico mostro.


                    


Sul set del film Per Elisa  (foto R. De Rosa - riproduzione riservata)


mercoledì 18 ottobre 2023

MILLE BAMBINI UCCISI A GAZA



                              



Uno scenario di morte e di disperazione minaccia l’umanità intera: il Medio Oriente non ha confini, è un palcoscenico infinito sul quale si consumano atrocità di ogni genere.

I mille bambini (ma probabilmente il bilancio non è aggiornato) sono il prodotto di una guerra fratricida in cui si verifica ogni sorta di violenza senza alcun rispetto delle sofferenze e del sangue. Senza rispetto dell’uomo.  

Gaza è il simbolo della distruzione e della guerra condotta con la convinzione che essa sia davvero necessaria e inevitabile, mentre si consumano ogni giorno accuse violente da Netanyahu ad Hamas. Tutti contro tutti. 

Questo scacchiere è alimentato dal terrorismo dilagante ovunque, anche in Italia, dove le cellule dormienti albergano spesso e rappresentano il rischio peggiore per la comunità. Una minaccia di proporzioni incalcolabili dalla quale nessuno è al riparo. Il terrorista che a Bruxelles ha ucciso i due svedesi a colpi di kalashnikov aveva percorso l’Italia e altri paesi con la stessa disinvoltura di un turista o di un viaggiatore come tanti. In Francia chiusi dieci aeroporti, ma anche altrove è emergenza.

Per quanto impegnati al massimo, i Servizi non riescono a seguire uno per uno gli aderenti all’Isis che spuntano come funghi e sono l’essenza stessa di una guerra destinata a protrarsi oltre ogni ragionevole previsione. Le adesioni si moltiplicano in silenzio, come una libera scelta in cui il terrore è l’unico obiettivo da perseguire.  

Non a caso Biden vola in Medio Oriente, in un tentativo estremo di costruire una pace impossibile. Un clima civile in cui non siano soltanto le armi a parlare ad alta voce. 

Nell’atmosfera che si respira nell'area il terrorismo ha un ruolo di primo piano. L’Europa rimane sullo sfondo, mentre l’imprevedibile si fa largo ogni istante e l’umanità sta a guardare.  


giovedì 5 ottobre 2023

IL POPOLO DELLA TRANSUMANZA


                             


Transumanza in Basilicata (R.De Rosa - riproduzione riservata)


Verrebbe voglia di definirle  il popolo della transumanza, tanto le podoliche sono legate all’uomo che da tempo immemorabile, ormai, le considera la vera essenza della zootecnia di montagna. Il punto fermo di quel legame tra pastori e mucche bianche con i loro campanacci al collo, segno della transumanza, oggi riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. 

La Basilicata ha un primato per il numero di aziende e di allevatori che si dedicano a questo settore.

Sabato 7 ottobre, al bosco di Pallareta a pochi minuti da Potenza, è in calendario una singolare manifestazione: la festa della transumanza. Si vuole  sottolineare il valore, non solo economico, ma antropologico, culturale, sociale, degli allevamenti di podaliche con lo sguardo rivolto ai giovani, alle nuove leve dell’agricoltura come sottolinea il responsabile regionale delle politiche rurali, Alessandro Galella con una buona dose di entusiasmo.

Sullo sfondo dell’incontro con i giornalisti alcune foto di Rocco Giorgio, il patron indiscusso e l’animatore di iniziative del genere, autore di un bel libro sull’argomento.

Giorgio è un medico veterinario impegnato a difendere la razza in tutti i modi con autentica passione. Ce ne vorrebbero tanti come lui.

Cosi la festa deve assumere i caratteri di un evento a tutti gli effetti, pronto a sottolineare il valore delle tradizioni nell’agricoltura lucana. Quelle tradizioni che nel tempo hanno costruito un mondo migliore, del quale forse non ci siamo accorti.


                     

Mucca e vitello cercano di raggiungere la mandria