lunedì 16 marzo 2020

DA NAPOLI SEGNALI INCORAGGIANTI


           
       

Non si tratta di semplici illazioni, di notizie circolate per interessi di parte, magari di una casa farmaceutica o di un gruppo di ricercatori determinati a cavalcare l’emergenza coronavirus. Tutt’altro. La notizia del farmaco, il Tocilizumab, impiegato finora per combattere l’artrite reumatoide, sta ormai circolando a livello internazionale mentre aumentano di giorno in giorno le richieste di ospedali e regioni interessati ad un utilizzo del principio attivo nel campo della difficile lotta alla pandemia. Fonti qualificate informano che i pazienti ai quali il farmaco viene somministrato appartengono alla Liguria, alla Puglia, alla Calabria, oltre alla Campania che ha il primato in questo senso. A Cosenza due pazienti “hanno risposto molto bene” a giudizio dei medici. 
Nella fase di sperimentazione, dai risultati definiti incoraggianti, sono direttamente coinvolte due strutture di tutto rilievo della medicina napoletana: il Cotugno e il Pascale con nomi di spicco nel campo oncologico e della immunoterapia, dal prof. Vincenzo Montesarchio al prof. Paolo Ascierto, in prima linea in questo settore. Montesarchio parla di “un’ottima risposta al farmaco” che riguarderebbe alcuni pazienti intubati per i quali si prospetta la possibilità di un trasferimento in reparto e di un superamento della fase critica che ha richiesto appunto il ricorso alla terapia intensiva. Un vero salto di qualità in una situazione simile a un bollettino di guerra, che ormai ha diffuso il panico in molti paesi. 
Il tema centrale rimane in ogni caso quello della immunoterapia, stando al parere di medici impegnati nella ricerca nel settore. Ascierto è a sua volta allievo del prof. Michele Maio, punto di riferimento in Italia in questo campo.
Energie valide, dunque, non certo professionisti in cerca di notorietà.
Se la scienza ha l’obbligo di non rincorrere il clamore e meno che mai la passerella, c’è tuttavia da riconoscere la necessità di una conoscenza adeguata di ciò che va maturando in una situazione delicata e complessa, che giustifica pienamente le peggiori preoccupazioni, senza escludere la paura e il panico. Esiste  finanche una buona ragione perché il terrore abbia una motivazione valida: siamo giunti ad un punto limite, inutile nasconderlo.
Il lavoro dei ricercatori napoletani va per questo seguito, incoraggiato, assecondato nel migliore dei modi. Un dovere sacrosanto per l’intera comunità scientifica.