mercoledì 28 settembre 2022

IL PARCO DEL VULTURE IN ATTESA DI UNA SVOLTA



                              I laghi di Monticchio (Potenza)


“La cultura del vino parte dalla Basilicata, a cominciare dagli enotri fino ai romani che hanno lasciato tracce profonde in questa terra. 

Il Parco del Vulture? Per definizione è il parco del vino, grande risorsa. Può essere anzi l’occasione per un turismo enogastronomico in grado di promuovere il territorio e di farlo conoscere ai massimi livelli.”

Gerardo Giuratrabocchetti, titolare del marchio Cantine del Notaio di Rionero, è convinto della possibilità di un effettivo decollo  in chiave di natura e ambiente. Di bellezze che attraggono il turista e lo incoraggiano a essere presente là dove la natura parla di sé. Un unicum a tutti gli effetti, a cominciare dai laghi di Monticchio nell’area vulcanica esplosa ottocentomila anni addietro. Fantastico, non ci sono aggettivi per definire questa realtà. 

Si attende ora che il parco regionale finalmente decolli per affrontare i nodi dell’area, a cominciare dall’aspetto naturalistico e ambientale fino alla valorizzazione dei territori del vino, appunto, dando risalto alla ricerca archeologica e alla presenza della seconda abbazia a Monticchio laghi di cui rimangono in piedi le mura di sant’Ippolito, testimonianza di un passato millenario che mette in luce tutto il fascino di una località misteriosa e struggente, percorsa dai briganti dove esistono ancora il sentiero e la grotta di Carmine Donatelli Crocco, figura mitica del brigantaggio lucano, peraltro pastore dell’azienda Saraceno, oggi Fattorie Donna Giulia. Un pezzo di storia che non può rimanere nel cassetto.

Intanto cosa si muove sul versante della presidenza del parco, affidata a Donato Sperduto, sindaco di San Fele, uno dei più importanti centri dell’area. Molto dipende dall’intesa tra i sindaci, dal ruolo della comunità, strumento fondamentale per avanzare proposte e procedere speditamente sul terreno delle iniziative da adottare nell’ottica di una salvaguardia mirata alla conoscenza e alla promozione dei luoghi.

Questo il punto di vista di Antonio Placido, già sindaco di Rionero e parlamentare, profondo conoscitore delle questioni tuttora in piedi. Consapevole peraltro che il Vulture rappresenta una sfida: guai a farne semplicemente una zona da picnic, un territorio poco conosciuto che ospita ondate di turisti occasionali provenienti dalle regioni vicine, d’estate a ferragosto o a pasquetta quando i laghi ribollono di moltitudini incomprensibili e indisciplinate, senza alcun riguardo per la natura. Si tratta della più importante area protetta di questa Basilicata ricca di risorse, per buona parte ancora da mettere a frutto compiutamente. Un motivo in più perché la Regione operi speditamente verso i necessari traguardi di natura ambientale, ma soprattutto scientifica e archeologica. Il parco del Vulture è un gioiello di cui occorre essere consapevoli. Anzitutto.      


                             

                 Le mura dell'abbazia di Sant'Ippolito a Monticchio laghi

domenica 25 settembre 2022

DA MATERA UN MESSAGGIO UNIVERSALE



                             




Il pane, la fratellanza, la solidarietà e la carità anzitutto. I temi che hanno fatto grande il Congresso eucaristico di Matera, collocando la Chiesa in una dimensione del tutto straordinaria, capace di interloquire con i popoli del mondo. 

Ingiustizie, disparità, risorse della terra distribuite in modo iniquo: Francesco si sofferma sulla necessità di un nuovo ordine mondiale alimentato dalla speranza in cui il pane di speranza e di gioia per tutti sia sulle mense dei popoli.

“Vorrei dirvi ritorniamo a Gesù che si fa cibo”, mentre nel mondo continuano a consumarsi ingiustizie di ogni genere.    

“Torniamo al gusto del pane, torniamo a Gesù” ripete Papa Francesco. 

Occasione unica per Matera che lancia un appello ai popoli attraversati da guerre e carestie, logorati dalla sopraffazione e dall’ingiustizia. Nessuno potrà rimanere indifferente all’appello di una solidarietà autentica che si leva dalla città della Basilicata, testimone di secoli di storia e capace di una cultura del rinnovamento.

Sul Congresso eucaristico cala il sipario, ma l’eredità di questa giornata non potrà cadere nel nulla. E’ un bene di cui avvertiremo i benefici. 

Matera conferma dunque la sua centralità e chiede di stringerci intorno a Cristo. Per cambiare la vita. 


                         


PAPA FRANCESCO SALUTA L'ARCIVESCOVO DI MATERA

   

mercoledì 21 settembre 2022

CACCIARI BACCHETTA TUTTI



                               


Massimo Cacciari  

L’intellettuale, quello vero, si colloca al di sopra di giudizi, anche solo apparentemente scontati, per indossare l’abito di chi non si rassegna a essere una persona normale, un comune mortale, poiché dispone di senso critico e capacità creativa non indifferenti. Altrimenti che intellettuale sarebbe?

E così Massimo Cacciari, noto filosofo veneziano ospite ormai storico di diverse tv, a Cartabianca s’indispettisce, si agita e bacchetta un po’ tutti gli ospiti che parlano di riforme avviate da Draghi, per quanto insufficienti e ancora incomplete. Sbagliato: il prof ribatte con rabbia e sorpresa per la verità molto irriverente, ma tanto lui è così. Mica gli interessa assumere un atteggiamento più consono. Al contrario, quanto più stridente è il suo intervento, tanto meglio risponde ai canoni di unicità e superiorità.
Cacciari se la prende con Paolo Mieli, con Alan Friedman risparmiando la Berlinguer per il semplice fatto che ambasciator non porta pene, recita un vecchio adagio. Ovviamente la conduttrice del programma non sposa nessuna tesi per dovere imposto dal servizio pubblico.
Un atteggiamento che dura da tempo, quello di Cacciari censore forse per rimarcare un bisogno esistenziale di non accettare nulla così semplicemente, ma di sottoporre tutto e tutti a una critica intransigente e finanche, se necessario, nullista. Distruttrice. E' di lì che emerge la stoffa di uno straordinario intellettuale al di sopra di tutto e tutti.
Perché Cacciari, uomo di cultura e fine politico, informatissimo, non prova a individuare i mille retroscena della realtà italiana di questi decenni? Ogni governo ha avuto i suoi lati oscuri ed i suoi misteri, ma tutto questo sembra non interessare. Batte e ribatte sul ragionamento degli altri ospiti di Cartabianca, disponibili a riconoscere se non altro una volontà di cambiamento del governo Draghi. E qualche inizio di riforme. Cacciari non tollera e s'inviperisce. Si arrabbia. Tutto il resto non conta. 

L’Italia, ricordiamolo, è l’unico paese ad avere avuto un Presidente della Repubblica che scappó via dal Qiirinale una sera dell’estate del 1978 per arginare il mare di polemiche legate a varie vicende. Mi limito a questo. Il Presidente era Giovanni Leone, insigne giurista e ottimo penalista.

L’Italia dei veleni e dei potentati economici, ma non solo.
Cacciari non scava in certi retroscena. Non parla di speculazioni, non vede nulla a livello italiano e internazionale, si accanisce contro chi nota qualcosa di positivo in questa realtà scombinata e complessa, dominata spesso dall’imponderabile. Anzi dall’invisibile. 
Quanto c’è d’invisibile nel bel Paese? Prof. Cacciari provi a dare una risposta, senza fare scena. Pacatamente. Per cortesia non si arrabbi, sarebbe troppo comodo!

domenica 11 settembre 2022

SOLO GLI INGLESI SANNO ESSERE COSI'



                                   

                    Anche i bimbi inglesi partecipano al cordoglio


S’inginocchiano e si tolgono il cappello le guardie reali nel giorno in cui Carlo III succede alla madre. Una commozione dilagante domina uomini e cose. Senza limiti. Un trasporto collettivo, una partecipazione inaudita alla dipartita di Elisabetta e alla successione del figlio. Difficile vestire i panni del popolo inglese e sentirsi partecipi di un moto dell’anima così profondo e inarrestabile . Che travolge tutti. Sembra quasi surreale ma invece è vero, tutto fa parte di quella realtà in cui la natura, l’ambiente, il cielo sono parte di un ossequio alla regina scomparsa e al figlio.

Lo si chiami omaggio a Elisabetta e al nuovo Re, ma il termine è riduttivo.
Molto più intenso di un omaggio o di una preghiera a cuore aperto.
Basterebbe solo questo dato per scrivere ben più di una pagina di storia.
Dubito, inoltre, che questo moto di popolo, giunto fino agli angoli più lontani del mondo, possa essere etichettato soltanto come un evento storico e soprattutto che possa essere compreso in tutta la sua fantastica portata da chi vive lontano dal Regno Unito. Da chi non è intriso di quella cultura delle masse oceaniche disposte a tutto pur di non rinunciare ai loro regnanti e ringraziarli immensamente per il bene fatto ai singoli e alla comunità. 
Non è tutto. L’onda lunga delle solenni manifestazioni ha coinvolto indistintamente i media, specchio della realtà. Dai giornali di tutto il mondo alle tv. 
Una diretta fiume del TG 1 ha inaugurato i collegamenti e gli approfondimenti assolutamente  senza precedenti nella storia della televisione, il tutto diretto da una impeccabile, anzi instancabile Monica Maggioni con Marco Varvello, braccio destro, storico e ineguagliabile corrispondente da Londra della Rai.  Si notava il bisogno di dire, di argomentare all’infinito, quasi per essere all’altezza dell’assoluta straordinarietà di quell’accadimento di cui parlano anche le pietre. E continueranno a farlo senza sosta.

lunedì 5 settembre 2022

NON E' POSSIBILE VIVERE IN UN MONDO COSI'



           
                          
                              Mensa dei poveri a Milano                     

           

Chi mai avrebbe immaginato che il Nord ricco e produttivo, per anni modello consolidato di sviluppo, potesse ad un tratto nascondere nel suo grembo una povertà davvero allarmante, con persone che lavorano ma non sono in grado di provvedere a sé stesse, o di arrivare con il salario o la pensione a fine mese? 
A fornire un’immagine reale di tutto questo sono le numerose mense, sempre più affollate da persone indigenti. La Formica, le Caritas diocesane e diverse organizzazioni umanitarie distribuiscono migliaia di pasti al giorno, spesso nel totale silenzio, quasi si trattasse di un evento da considerare normale o fisiologico. Ai margini della società del benessere.
L’inflazione erode il potere d’acquisto del denaro, rende tutti più poveri ed i poveri incapaci di rialzarsi e proseguire il loro difficile cammino.
Sullo sfondo una speculazione di cui non abbiamo e forse non avremo mai contezza, per le reali dimensioni e la portata del fenomeno: brucia migliaia di miliardi, determina rialzi dei costi delle materie prime, influisce sul quotidiano in maniera imprevedibile. Nulla riesce a sottrarsi a questo mostro che ci costringe a interrogarci su quanto accade, la guerra più di tutto, frutto di interessi miliardari collegati alla prospettiva di ridisegnare vecchi e nuovi equilibri e di riscrivere finanche la geografia dei territori.
 Non una generica speculazione, considerata fino a ieri quasi inevitabile se non addirittura parte dei sistema, ma una speculazione legata al cibo, alla sopravvivenza degli esseri umani con poche aree ancora immuni e zone ad altissimo rischio, a cominciare dai paesi del Nord Africa. Una rete di uomini e progetti in grado di mettere in ginocchio il mondo con disegni capaci di tutto, di sovvertire qualunque equilibrio a qualunque latitudine.
E’ forse questa la nuova regola imposta da una globalizzazione dagli aspetti inediti?
Non è da escludere affatto. 
Il programma di Riccardo Iacona (Presa diretta - Rai Tre) ha aperto squarci di verità a dir poco sconcertanti, un campanello d’allarme per l’Europa e l’Italia in primo luogo.
Presa diretta ha dato la parola agli speculatori, ha consentito loro di parlare in Tv, cosa fino a ieri impossibile e assurda, oggi diventata prassi corrente in un sistema privo di garanzie ma legittimato da leggi occulte. Conoscere questo dato di fatto sembra possibile, diventa anzi un’esigenza nonostante siano note le difficoltà per venire a capo di processi stratosferici.
Intorno al cibo ruotano enormi guadagni e manovre politiche, sicchè il cibo stesso è diventato a sua volta valuta di scambio in una situazione legittimata per giunta da una prassi largamente accettata anche da chi dovrebbe combatterla, vale a dire i paesi più fragili con minore peso economico, ma con una gran mole di bisogni da soddisfare per le popolazioni, oggi ridotte allo stremo. 
In che misura tutto questo interessa alla comunità internazionale? E in che misura la partita non può dirsi già persa in partenza? Domande in attesa di risposte.