martedì 31 gennaio 2023

TRISAIA DI ROTONDELLA SEMPRE IN PRIMO PIANO


L'IMPIANTO ITREC DI ROTONDELLA (MATERA) 



Si riapre il capitolo Trisaia di Rotondella, storico insediamento nucleare sulla costa del mare Jonio, in provincia di Matera, a pochi passi da zone di grande interesse turistico e residenziale. 

Un tavolo della trasparenza si è svolto in Regione, per iniziativa del responsabile dell’Ambiente, Cosimo Latronico, con lo scopo di mettere a fuoco tempi e modalità per la messa in sicurezza dei punti nevralgici della struttura, tra le  più grandi in campo nazionale e non solo.

“Un inquinamento rilevante che incide sulle popolazioni”. 

E’ quanto sostiene il Sindaco di Rotondella, Gianluca Palazzo, intervenuto al tavolo della trasparenza. 

Un inquinamento rilevante, dunque. L’affermazione del primo cittadino di Rotondella, per la verità poco circostanziata, lascia perplessi e suscita non poche preoccupazioni, tenuto conto peraltro che negli anni e nei decenni scorsi si sono verificati numerosi incidenti nucleari  in Trisaia, tutti di una certa gravità, al punto da indurre il Procuratore della Repubblica dell’epoca, Nicola Pace, a informare direttamente il Capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro, in ordine alla gravità di questi eventi. Quale sia stata la risposta del Quirinale, non è dato sapere.

La storia della Trisaia di Rotondella e, in particolare, dell’impianto ITREC (l’impianto per il trattamento e il riprocessamento del combustibile nucleare esausto) è tutta contenuta in un corposo rapporto del capitano dei Carabinieri, Antonio Zaccaria, comandante del Reparto operativo del Comando provinciale di Matera, responsabile di un pool di esperti nominati dalla Procura della Repubblica. Il documento risale ormai alla metà degli anni Novanta.

Un orizzonte senza limiti che investe finanche la Questura di Venezia, l’Anpa, organismi e soggetti privati, una miriade di esperti, uomini delle forze dell’Ordine, esponenti di Greenpeace e del mondo della politica, oltre ad alcuni personaggi particolarmente in vista nel settore. 

Una delle indagini più corpose e impegnative del secolo scorso che giunge a una conclusione drammatica, quando il capitano Zaccaria si chiede: “Perché l’Enea è andata avanti con un impianto fuorilegge per ben 20 anni, perseverando nella violazione delle norme?”  

Interrogativo grande quanto un macigno, per giunta senza risposta. 

C’è poi il capitolo Italia Iraq: uno dei pilastri dell’inchiesta, figlio del risultato di altri accertamenti condotti dal pool. Scrive al riguardo Zaccaria. “L’Iraq ha ottenuto dall’Italia una supercentrifuga quando in Italia ci sono solo le centrifughe.” Il tutto riferito al trattamento del materiale radioattivo, ancora lì in Trisaia. 

Macigno su macigno nella nebbia fitta che avvolge il centro della costa Ionica, oggi come ieri, mentre tra cronoprogrammi e tavoli della trasparenza si spera di approdare a dei risultati. Quali? Domanda più che legittima.    


sabato 28 gennaio 2023

“SIATE LA FARFALLA GIALLA CHE VOLA SOPRA I FILI SPINATI”




                                   


Il binario n. 21 arriva ad Auschwitz


La farfalla gialla ieri sera, giorno della memoria,  si è levata in volo con le sue ali al vento, libera nel prato della vita.

Binario 21, il programma su RAI Uno di Fabio Fazio con Liliana Segre, deportata ad Auschwitz, ha percorso le tappe del calvario di migliaia e migliaia di ebrei, di zingari, di omosessuali buttati nelle camere a gas o nei forni crematori dagli aguzzini al servizio di Hitler.

Passo dopo passo nei sotterranei della stazione di Milano, lungo il binario della morte dove i carri bestiame sono ancora lì, un monumento alla crudeltà senza limiti. 

Momenti intensi, rievocazioni che toccano il cuore, e poi un grande slancio della mente e dell’anima verso la libertà e la vita.

Brani letti con calore e maestria, musiche profonde e accorate hanno reso la trasmissione davvero un unicum, capace di conquistare le coscienze nel pronunciare un NO alla violenza e allo sterminio, di cui l’umanità si è macchiata in uno dei momenti più duri della storia. La storia appunto. Come è possibile oggi, domani, dopodomani cancellare dalla mente e dal cuore di tutti gli esseri umani una tragedia di proporzioni incalcolabili, sorretta e alimentata anche da tanti italiani schierati al fianco delle SS? Orribile a dirsi. 

In chiusura il gran finale degno di una trasmissione che troverà posto negli annali della RAI, rivelatasi una grande, grandissima azienda con un capitale umano di valore inestimabile. Prima la consegna di un Ambrogino alla Segre da parte del sindaco di Milano, Sala, e poi il magnifico coro della Scala ha intonato il Va pensiero dal Nabucco di Giuseppe Verdi. 

Applausi e tanta commozione quando i treni della stazione di Milano centrale si sono fermati per osservare un minuto di silenzio. Ma sulla Shoa non è calato il sipario.  


martedì 24 gennaio 2023

DI MISTERI IN MISTERI

Titoli di grande efficacia, non solo giornalistica, continuano a scandire i mille retroscena della vicenda di Matteo Messina Denaro.Il Corriere della Sera già all’indomani dell’arresto: “Catturato il padrino delle stragi” poi : “ I segreti di un blitz” e ancora: “Il volto, un mistero lungo trent’anni”. Infatti, un mistero impenetrabile come conferma del resto il magistrato Nino Di Matteo in una delle sue interviste fiume dove continua a parlare della trattativa Stato mafia. Capitolo chiuso? Tutt’altro.Una escalation che evidenzia silenzi, complicità, ammiccamenti e pesanti responsabilità accumulati in questi trent’anni di vita del boss alla luce del sole, senza che nessuno si accorgesse di nulla: tutti ciechi, muti e incapaci di intendere i personaggi con i quali Matteo Messina Denaro è entrato in contatto. Bocche cucite, anzi sigillate.Intanto spunta un rapporto dei carabinieri datato 2021 sul sanguinario capomafia, particolarmente circostanziato a quanto siapprende. Da cosa nasce, quali i contenuti, e soprattutto da quale approfondita conoscenza di certi dettagli prende il via? Interrogativi grandi quanto un macigno.Poi ci sono personaggi pubblici e politici condannati per rivelazione di segreti e molto altro, ma solo appena sfiorati dall’onda delle indagini inevitabilmente compromesse dalle pesanti interferenze con sorprese infinite in grado di fare riferimenti finanche al CNR, il Consiglio nazionale delle Ricerche. Cosa c’entra il CNR con la vicenda del capomafia? C’entra eccome!Niente misteri, niente complicità? Niente miriadi di retroscena? Si tenta di rassicurare banalmente l’opinione pubblica perché nulla più di tanto si sappia. Lo diceva anche Dante: “State contenti, umana gente, al quia...” Non chiedete più di tanto, non potete e non dovete sapere, oggi nella società delle informazioni e del “miracolo” della modernità. Una modernità balorda, affidata ai silenzi delle istituzioni e ai mille retroscena destinati a ingigantirsi giorno dopo giorno come una macchia di petrolio nel torbido mare della realtà quotidiana.Inviato da iPhone

giovedì 5 gennaio 2023

"UN PAPA CHE RAPPRESENTI TUTTA LA CHIESA"


                            


In preghiera davanti alla bara di Benedetto XVI

                               

Tende a decollare con molta rapidità il dibattito sul dopo Benedetto XVI o, meglio, sul dopo esequie del Papa emerito, un evento che promette di accendere nel mondo degli osservatori un confronto serrato ma senz’altro laicizzante, per non dire riduttivo. Quanto meno poco appropriato alla materia di cui si discute. Vale a dire la Chiesa cattolica, il suo presente e il suo domani. Senza escludere per questo eventi e figure legati al passato. 

Il criterio di “rappresentanza” attribuito al Papa, chiunque sia, è capace di ridurre la Chiesa come comunità di fedeli ad una sorta di istituzione da governare al meglio, magari facendo prevalere le diverse anime (rifuggo dal considerarle gruppi di pensiero o, peggio, correnti) in un senso prettamente ideologico se non politico.

Marianna Aprile, nel corso di una trasmissione de la 7, parla dell’aspetto “politico” del giorno dei funerali di Benedetto, sottolineando quelle caratteristiche che avrebbero incluso delle componenti ed escluso delle altre proprio secondo una visione della prevalenza di non so quale maggioranza rispetto a non so quale minoranza o, peggio, opposizione.  

Il magistero della Chiesa tutta e, di conseguenza, di chi rappresenta il massimo dell’autorevolezza al suo interno, consiste nella predicazione del Vangelo e della carità cristiana. Si la carità di cui parla spesso Francesco, ma di cui si parla molto poco in giro per una non meglio identificata capacità di seguire i tempi. 

Non possono esserci, quindi, argomenti divisivi o inclusivi. Come non può esserci un “governo” della Chiesa così come si tende a disegnarlo con un laicismo degradante, quasi un materialismo infiltrato tra i banchi delle parrocchie.

I temi che oggi vanno facendosi largo non sono certamente gli stessi che Padre Pio (uno dei giganti della Chiesa) ha utilizzato nella sua predicazione, intrisa di umiltà e amore per il prossimo, anzitutto con il suo esempio fulminante: la capacità di ubbidire, di non reagire davanti ai suoi persecutori non è forse autentica interpretazione del Vangelo? Del messaggio della croce? Quella croce di cui San Pio portava impressi i segni sul suo corpo.

Tempi lontani, potrebbe obiettare qualcuno, quelli dell’umile Frate di Pietrelcina. Tempi estranei ad una modernizzazione a tutti i costi anche del linguaggio e delle categorie di analisi, direi.  Da duemila anni ad oggi il Cristianesimo non ha bisogno di aggiornamenti, di adeguamenti di sorta. Guai se così non fosse: la cristianità sarebbe un movimento di opinione pronto a dimenticare l’insegnamento di Gesù.   

mercoledì 4 gennaio 2023

TRA MILLE CONTRADDIZIONI


                 


Attivisti imbrattano la facciata del Senato

          

Un momento difficile o forse un tempo pieno di contraddizioni? Non è semplice dare una risposta, considerati gli scenari che si delineano con la guerra alle porte dell’Europa ed i mille problemi legati all’economia, al lavoro (si, il lavoro prima di tutto) e poi all’ambiente, in un clima in cui si fanno strada le opinioni le più disparate. 

Il gesto dei giovani che hanno imbrattato di vernice la facciata del Senato divide e fa discutere. Un gesto folle, riprovevole, assurdo. Un insulto  come viene definito da alcuni, mentre c’è chi considera quell’espediente un campanello d’allarme capace di far svegliare le coscienze e dire basta ai tanti abusi a danno del pianeta terra, ormai allo stremo. 

Radio anch’io, la trasmissione di radio uno Rai condotta da Giorgio Zanchini, ha ricevuto valanghe di messaggi sul tema della protesta e della sua efficacia per dare risposte all’ambiente, a lungo calpestato e ignorato. Fin troppo.

Ben venga un confronto di idee e di opinioni su una questione così scottante che induce, anzi obbliga, a riflettere anche sulle enormi contraddizioni di questi anni trascorsi all'insegna dei femminicidi, degli accoltellamenti. Tutto tranne che il segno della società evoluta, non solo dal punto di vista tecnologico o scientifico: andiamo avanti, ma a quale prezzo?

Nessuno può dirsi estraneo a una tematica del genere, nessuno può esimersi dal ragionare e invitare gli altri a ragionare. 

Il clima anomalo è il segnale di un rischio incombente che già travolge tutto e tutti. La casa inospitale, logorata da decenni di incuria, spinge i suoi inquilini a trovare soluzioni nell’immediato. Sperando che lo si capisca e si corra urgentemente ai rimedi. Ma quali rimedi potranno rivelarsi davvero efficaci?