venerdì 14 maggio 2021

LA LUCANIA ANTICA AL QUIRINALE


                      

Sorpresa e interesse del Presidente della Repubblica per il racconto appassionato del Direttore dei Musei, Massimo Osanna,  che ha illustrato al Capo dello Stato e al Ministro Franceschini il pregio storico della Mostra Tota Italia. Una rassegna di grande rilievo allestita nelle Scuderie del Quirinale, con una miriade di reperti, riferiti alle culture delle genti italiche nell’Italia romana. 

Uno spazio qualificato nella mostra è dedicato ad alcune lastre dipinte di età lucana, provenienti dalle aree archeologiche di Paestum e di Velia, materiali architettonici a testa leonina e soprattutto l’erma del filosofo Parmenide, particolarmente apprezzata - riferisce una nota dell’ufficio stampa - dal Capo dello Stato.

Significativa la presenza di Mattarella e di Franceschini a questa importante mostra in cui spicca il talento delle genti lucane e la consistenza del loro patrimonio, in una dimensione culturale rimasta finora nell’ombra ma che il Governo intende valorizzare. 

Una ragione in più per considerare il Cilento quanto mai vicino alla Basilicata di oggi e alla Lucania dell’antichità. Oltretutto la stretta correlazione tra i due Parchi nazionali - Cilento e Appennino lucano - può rappresentare un motivo perché le due realtà possano muoversi in un quadro d’intenti unitario, finalizzato al rilancio dei rispettivi territori.

L’Appennino lucano, tra l’altro, ha finalmente la presidenza della Comunità del Parco nazionale, un dato di prima misura se inteso non soltanto come distribuzione dei finanziamenti a pioggia, quanto come spinta per costruire un reale interesse delle popolazioni  intorno alla vicenda dell’area protetta. 

L’appello è diretto in particolare al Commissario - Presidente dell’Appennino, Giuseppe Priore, in questa fase di insediamento degli organi dirigenti. Fase delicata ma assolutamente di grande importanza per il destino dell'Appennino lucano, Val d’Agri, lagonegrese.    

mercoledì 12 maggio 2021

PIU' VICINA LA ZES IONICA?



Sembra compiere un passo importante, forse risolutivo, la Zes ionica interregionale Puglia Basilicata, la Zona economica speciale di cui si discute da tempo ma che ora entra in una fase più concreta. 

Il tavolo tecnico, al quale ha partecipato tra gli altri l’assessore alle Attività produttive della Basilicata, Francesco Cupparo, ha indicato alcune priorità alle quali attribuire il necessario risalto. Anzitutto il ruolo  di Ferrandina snodo naturale strategico con il porto di Taranto, precisa una nota, senza escludere un'ampia interlocuzione con Governo e forze sociali. 

La Val Basento sarà un retroporto del porto di Taranto, sostiene a sua volta il senatore Pasquale Pepe che recentemente ha avuto dei contatti con l’autorità portuale tarantina ai fini della logistica, al centro di un ampio interesse. Strade e collegamenti sono infatti il punto cardine per dare corpo a una svolta che abbia carattere di assoluta concretezza, ben oltre la sfera dei buoni propositi. 

Ed è proprio la logistica a determinare in prospettiva, questo almeno  l’auspicio,  una ricaduta sulla vicenda Val Basento, una delle zone della Basilicata con un tormentato iter industriale dei decenni scorsi, inserita nella mappa nazionale dei siti a maggiore inquinamento da bonificare in tempi non lunghi, considerato che la questione è sul tappeto non da oggi. Peraltro i finanziamenti per  attuare l’obiettivo esistono e si rischia di perderli di nuovo. 

Il percorso della Zes, ha precisato inoltre Cupparo, impone un cambio di passo anche dal punto di vista della normativa esistente. E’ dunque un evento di tutto risalto, anche per questo motivo.

“Un movimento di merci che arrivano e merci che vanno, un tema importante quello del retroporto” osserva  Pepe facendo rilevare che il traguardo della Zes, oltre alla questione  delle infrastrutture, implica comunque un largo impegno sul piano politico istituzionale. 

Il Governo Draghi ha stanziato 600 milioni di euro per avviare il discorso infrastrutture a livello nazionale nell’ambito appunto dell’attuazione delle Zes, da Trieste alla Sicilia. Cosa andrà alla Zes Ionica interregionale e in particolare alla Basilicata, nel suo rapporto con la Puglia? La riunione odierna a livello di Regione pone la questione come punto di forza nel quadro delle iniziative da adottare, nella speranza di cominciare a costruire almeno i presupposti essenziali per una economia dell'intera area su basi nuove . Certo molto dipenderà anche dalle scelte del Ministero del Sud e della coesione territoriale e dalle volontà politiche, problema tutt'altro che marginale. Per la Basilicata far sentire la sua voce è un dovere anzitutto nei confronti dei suoi abitanti. Non una opzione qualunque. 

Contatti sono previsti nei prossimi giorni.   


giovedì 6 maggio 2021

BASILICATA "GREEN" TRA STELLANTIS E PETROLIO



Intervistato da Giovanni Acquarulo, per radiouno Rai, un operaio della Sata di Melfi esprime tutte le sue preoccupazioni per l’attuale fermata dello stabilimento di San Nicola, ormai Stellantis in una dimensione internazionale, che avrebbe dovuto dare certezze ai lavoratori e alla stessa Basilicata. Ma sembra che non sia esattamente così, per quanto la sospensione temporanea della produzione fino al 10 maggio sia da attribuire alla mancanza di microchip, provocata dal blocco dell’indotto in seguito al Covid. Un fenomeno di cui nemmeno i sindacati riescono a darsi una spiegazione motivata, mentre la questione Melfi finisce in Parlamento con una interrogazione al Ministro Giorgetti.

Sono ormai lontani anni luce i tempi in cui con una telefonata a Emilio Colombo Giovanni Agnelli annunciò la scelta di San Nicola di Melfi per il nuovo insediamento industriale. La Basilicata si sentì ripagata di anni di marginalità economica e sociale. Sembrò che il vento fosse cambiato e una nuova era stesse lì lì per segnare la storia dei lucani fatta di attese interminabili e cosparsa di mille insoddisfazioni. 

Intorno a Melfi esplose un’attenzione mediatica e letteraria addirittura imprevedibile. Dall’Università di Arcavacata (Cosenza) andò alla Sata Domenico Cersosimo, all’epoca ricercatore tra i più attivi. Pubblicò un libro dal titolo Viaggio a Melfi - La Fiat oltre il fordismo. Era il 1994. Oggi cosa succede, quali gli scenari? 

La domanda è per Marcello Pittella, consigliere regionale, già Presidente della Basilicata.  

“Succede che un colosso come Stellantis decide di rivedere i suoi piani di investimento e produzione, ponendo un dubbio sulla stabilità e sull’attuale assetto dello stabilimento di San Nicola. A fronte di questo, governo regionale e governo nazionale dovrebbero prendere una posizione forte, sulla base della quale muoversi per salvaguardare Melfi per oggi e per la prospettiva. I temi sono due: come evitiamo scossoni e licenziamenti e come proiettiamo lo stabilimento verso il futuro.”


Altro argomento di primo piano la questione petrolio, con ricadute sull’occupazione, ancora del tutto insufficiente, e sul territorio che risente non poco della presenza delle trivelle. Il protocollo d’intesa tra Regione, Sindaci, Eni, Sindacati e Imprese apre delle prospettive. Pone sul tappeto questioni vecchie e nuove. Tuttavia il  rapporto tra i due grandi insediamenti (Val d’Agri e Tempa Rossa) con l’ambiente e le popolazioni sembra non del tutto risolto, mentre il prosieguo dell’attività estrattiva disegna scenari incerti per questa Basilicata “verde” ancora in attesa di risposte.  

“Resta in piedi il tema della decarbonizzazione e del post-petrolio. La ricontrattazione con Eni, che pure sembra chiusa in questi giorni, non si può liquidare solo con un quantum - tra l’altro ovvio e dovuto - ma imponeva ed impone un atteggiamento più lungimirante e strategico per la Basilicata. Penso agli investimenti dell’Idrogeno, sollecitati al governatore Bardi, mentre si sbandiera un progetto non chiaro e ahimoi penso poco realizzabile in Basilicata e poco efficace perché troppo generalista.” 


martedì 4 maggio 2021

SESSANTACINQUE ANNI DI CASA SOLLIEVO

 




                          CASA SOLLIEVO della SOFFERENZA



5 maggio 1956. Una folla enorme, quel mattino pieno di luce, seguì a San Giovanni Rotondo l’inaugurazione di Casa Sollievo della Sofferenza, l’Ospedale voluto da Padre Pio e costruito dal nulla. Un’opera grandiosa di fede e di scienza diventata nel corso di questi decenni il simbolo dell’amore verso l’umanità sofferente.

Un giorno della storia del nostro tempo quel cinque maggio, un momento indimenticabile in cui diventò realtà il progetto grandioso del Figlio di Pietrelcina. 

 Breve, ma denso di contenuti, il discorso inaugurale di Padre Pio. 

“Signori e fratelli in Cristo, la Casa Sollievo della Sofferenza è al completo. Ringrazio i benefattori di ogni parte del mondo che hanno cooperato. Questa è la creatura che la Provvidenza, aiutata da voi, ha creato; ve la presento. Ammiratela e benedite insieme a me il Signore Iddio.”

Anzi un discorso forte e struggente nella forma, nei contenuti, nella semplicità francescana, nello spirito che riassume tutto il pensiero del Santo Frate. Un gesto di carità  proiettato nel tempo dello spirito. Questo il messaggio nel giorno dell’inaugurazione dell’ospedale.

Sessantacinque anni sono trascorsi da quel cinque maggio. Giornata indimenticabile. 

Casa Sollievo è oggi un cantiere aperto, un centro di studio e di ricerca con i suoi reparti, i suoi ambulatori, gli uomini e le donne impegnati per tradurre in gesti efficaci il messaggio dell’umile cappuccino. 

Non c’è un istante del giorno e della notte in cui questo grande cantiere si fermi. Non c’è un solo momento in cui la mano tesa verso l’umanità sofferente abbia un minimo di esitazione. La solidarietà umana e cristiana, prima di tutto. Ecco il clima che si respira mentre l’ospedale vive la pandemia ma non dà segni di resa. Anzi avanza sul suo cammino.

“La Carità Divina che non conosce limite che è luce stessa di Dio e della Vita Eterna accumulerà per ciascuno di voi un tesoro di grazie di cui Gesù ci ha fatti eredi sulla Croce.”