venerdì 15 agosto 2014

SIMONE, UNO SPLENDIDO RAGAZZO


                                 


Non sapevo che Simone  Camilli, il videoreporter ucciso a Gaza dall'esplosione di un ordigno bellico, fosse il figlio di un collega, Pierluigi, che conosco da  tempo, dall'epoca del terremoto del 23 novembre 80. 
Ne ho avuto conferma vedendo Pierluigi appunto sorreggere insieme ad altri la bara del figlio, appena arrivata all'aeroporto di Ciampino con un volo militare e francamente mi ha dato i brividi sapere che si tratta del figlio di un amico. 
Leggendo poi le agenzie e ricostruendo la carriera dello sfortunato giornalista, riconosco in lui i "tratti somatici" del papà, uomo dedito al suo lavoro con impegno e straordinaria passione. Del resto solo una grande passione ti porta a sfidare il rischio e a sentirti o, meglio, a trovarti sempre in prima linea per catturare una immagine, un video, una frase, un particolare di quei momenti sciagurati di cui sono fatte le guerre. Tutte, nessuna esclusa. Non parliamo poi dell'eterno conflitto tra israeliani e palestinesi. Napolitano auspica una "immediata e definitiva cessazione delle ostilità" in un messaggio di cordoglio alla famiglia.
Il giovane è stato ucciso da una potente deflagrazione, proprio mentre riprendeva particolari preziosi da diffondere in tutto il mondo. Si perché le immagini viaggiano sul web e raggiungono in pochi secondi ogni parte della terra. E' la rivoluzione di internet, alla quale bisogna spesso pagare un prezzo assai alto. E Simone, con la sua famiglia, lo ha pagato. 
C'è una foto struggente che ritrae Simone Camilli intento a riprendere un edificio sventrato dalle bombe. Era una immagine destinata all' Associated Press, agenzia per la quale lavorava. Dal suo volto non traspare neppure una briciola di paura, di preoccupazione, neppure una minima incertezza ma solo la soddisfazione di chi riesce a riprendere una immagine ricca di significato e di angoscia da mostrare al mondo. Si, immagini che squarciano il cuore, purtroppo.
Alle esequie in chiesa a Pitigliano, una cittadina in provincia di Grosseto, Pierluigi ha detto del figlio: era speciale. Per giunta queste parole lo sfortunato padre le ha pronunciate nella veste di sindaco. Un'altra circostanza assolutamente speciale.

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