domenica 10 agosto 2014

LA POLITICA ASSE PORTANTE DELL'ESISTENZA REALE


Per fortuna in questo agosto, tradizionalmente mese di ferie, si apre qualche spiraglio per un dibattito su passato e presente della Basilicata. Un dibattito da non intendersi come ispirato  da considerazioni municipalistiche, una riflessione dal respiro corto su temi locali destinata a perdere quota e a diventare ininfluente, magari nello stesso momento in cui viene fatta. Tutt'altro.
Andrea Di Consoli lancia il sasso nello stagno, e Lucia Serino - responsabile dell'edizione lucana del Quotidiano - fa bene da ottima giornalista a dare spazio a queste considerazioni condivisibili entro certi limiti, ma forse non realistiche nel momento in cui finiscono, ad esempio, per vedere nella politica un elemento comunque destabilizzante, per nulla titolato a occuparsi di tutto. Dall'economia alla finanza, alle scelte importanti, al destino di intere aree, al futuro dei giovani e degli anziani, al disimpegno di tanti che hanno deciso di buttare nel cestino il certificato elettorale. 
Sostengo esattamente il contrario: la politica deve invece occuparsi di tutto,  essere all'altezza dei problemi, seguire con una visione nazionale le scelte positive (poche!) e i veri disastri che spesso passano inosservati, questo si, con un danno non solo di immagine per una regione piccola ma non insignificante. Continuo a definirla così. Anzi capace di assolvere a un ruolo nazionale di primo piano. 
Ovviamente da non intendersi la politica come il regno del libero arbitrio con  un concetto distorto e rischioso, a tutti gli effetti. 
Guardando al passato si percepisce il riscontro di tutto questo: non fu per caso una scelta politica ad autorizzare il Genio Civile di Potenza a costruire il primo, imponente acquedotto dell'Agri, inaugurato nel lontano 1937? Non fu Emilio Colombo negli anni Cinquanta-Sessanta a pensare alla Trisaia di Rotondella come al più grande centro nucleare del Mezzogiorno, diventato non a caso subito dopo il punto di forza per il riprocessamento del combustibile esausto della centrale americana di Elk River? Lo sostiene anche un bellissimo libro pubblicato da Einaudi, anni orsono. Certo, Rotondella ha avuto un peso negativo enorme non solo sulla Costa Jonica lucana, ma sull'intero Sud. E continua ad averlo tuttora all'insaputa di tanti, politici e non, convinti che il silenzio oggi faccia bene alle coscienze...
La politica, dunque, asse portante dell'esistenza reale. Altro che. Bisogna vedere in ogni caso di quale politica si tratta, ovvio, no? 
C'è stata, altro esempio, per interi decenni una politica dissennata, fondata sulla esclusiva raccolta del consenso elettorale, dentro e fuori dalla Basilicata,  obiettivo di carriere di ignoti personaggi, assurti alla gloria di un celebrità di cartapesta, a tutto danno di quel bene comune di cui si parla a non finire. Ben lungi, quindi, dal perseguire l'obiettivo del raggiungimento di un peso politico vero di questa terra in un ambito nazionale.
Come conseguenza immediata c'è un dato allarmante: il governo attribuisce altre tre deleghe nella sanità a Vito De Filippo, braccio destro della Lorenzin, concede un po' di carburante gratuito ai lucani, con o senza auto, e poi accelera sul titolo quinto, àncora di salvezza per le compagnie petrolifere, che d'ora in poi potranno piantare trivelle ovunque, alla faccia del decentramento e dell'autonomia degli enti territoriali, regioni in prima linea. 
C'è poi una rabbia immotivata nei confronti del territorio, vittima a sua volta di scelte sbagliate: "per me andare a Maratea è come andare al cimitero" dice Di Consoli. Certo, Maratea passerella esclusiva di personaggi più o meno noti, fiore all'occhiello di una Basilicata bella e ricca, Maratea  che si spegne ad ottobre e cessa di esistere non è uno spettacolo bellissimo. Altro errore della politica. Ma ciò non significa che la politica deve essere esclusa per rimediare agli sbagli commessi.  Spetta a tutti ripristinare un suo ruolo corretto, una funzione davvero pubblica del governo della "polis". 
Per la Basilicata non c'è bisogno di scelte impopolari, ma di concretezza e di coerenza. E di tanta, tanta onestà personale e intellettuale di chi muove certe leve. La "rivoluzione" annunciata da Marcello Pittella va condivisa e portata avanti. Nemici permettendo.

Nessun commento:

Posta un commento