domenica 24 agosto 2014

IL PARADOSSO BASILICATA: A TU PER TU CON MARCELLO PITTELLA


                             
             Il Governatore della Basilicata Marcello Pittella (foto R. De Rosa)

"La Basilicata rischia di morire se entro l'autunno  non si sblocca a livello nazionale il tema  del patto e rischia anche in futuro se non ci saranno ristori economici adeguati rispetto a quello che questa regione dà al governo nazionale e all'Italia." 
"Le royalties sono risorse prodotte autonomamente che servono allo sviluppo. E non si debbono bloccare, come purtroppo sta accadendo."
Il paradosso consiste nella disponibilità in cassa di 600 milioni di euro, provenienti dalle royalties del petrolio, diventati intoccabili a causa delle disposizioni del governo in materia di patto di stabilità, appunto, il meccanismo che pone dei veti alla spesa, pur trattandosi non di denaro pubblico ma di denaro erogato dalle compagnie petrolifere. 
Il tema é di quelli che indicano un percorso inevitabile alla politica: occorre estrema determinazione e tempismo per superare ostacoli imprevisti e imprevedibili. C'è una regione in grave, pesantissima crisi, capace tuttavia di  risollevarsi solo con uno sforzo straordinario.
Marcello Pittella parla chiaro: non si sottrae alle sue responsabilità, ma al tempo stesso non accetta che il Governo possa minimamente giocare sul futuro di una terra ricca, ricchissima di risorse ma che non riesce ad avere un peso commisurato alla sua reale consistenza. Con una disoccupazione, per giunta, ai massimi storici. 
Il Presidente promette addirittura di incatenarsi davanti a palazzo Chigi se, con la revisione del titolo quinto della Costituzione e con altre scelte a livello centrale, questa regione dovesse trovare sul suo cammino difficoltà insormontabili.  
C'è tuttavia un filo di ottimismo nel suo ragionamento. La riforma del titolo quinto, prevede il governatore lucano, in fondo non sarà come tutti pensano: ci saranno vari passaggi, vari momenti interlocutori. Insomma la Basilicata non è disposta ad arrendersi facilmente. Altro che... Pittella mostra un sorriso un po' sornione, francamente. Che sa prendersi gioco anche dei pericoli oggettivi. 
"Penso che ci siano le possibilità di fare occupazione vera" aggiunge riferendosi allo sviluppo verde e all'utilizzo di mille opportunità che possono derivare da un incremento sui finanziamenti per le estrazioni petrolifere e da altri meccanismi già previsti o da mettere ancora a punto. 
S'infervora quando dice che le compagnie debbono rispetto a questa terra: non ci saranno nuove autorizzazioni per nuovi pozzi. Bisogna stare ai patti e agli accordi presi. 
"E' evidente che sono un uomo scomodo", osserva ad un tratto il presidente della Basilicata.  Scomodo ovviamente per il governo ma non solo.
Parla poi delle primarie e del suo arrivo a via Verrastro. 
"Sono figlio di un'altra scuola di pensiero e ho compreso subito che dovevo rischiare. Ero contro un'armata tremenda. Ho preferito rischiare e ho vinto. Confesso anche per errori degli avversari, mi piace essere onesto. Ma pure grazie alla comunicazione perfettamente riuscita e andata a segno. E poi c'è sempre stata tanta gente che mi ha detto di andare avanti, di non mollare anche nei momenti più duri."
Marcello Pittella lancia una sfida a Renzi, ma non solo. Al Governo, alla politica. Soprattutto a quella politica assente e disinteressata responsabile del destino di una terra che dà tanto al Paese e si trova ancora al palo. Con mille problemi da risolvere, primo fra tutti lo spopolamento. E la disoccupazione alle stelle. 

1 commento:

  1. Grazie per questo puntuale resoconto della serata con Telese.
    La mia sfida è quella lanciata da tutti i lucani. Non c'è molto tempo ancora per risalire la china e non ci sarà una prova d'appello. Per questo chiedo al Governo attenzioni e risposte, tutte quelle che attendiamo da anni.

    Un caro saluto
    Marcello Pittella

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