Mondi che si uniscono in nome di un’unica fede nel Cristo risorto: la preghiera di Leone XIV sulla tomba di Bergoglio apre orizzonti di vita e traccia al tempo stesso il profilo della Chiesa del nuovo Pontefice in nome della Pace, della fratellanza e della solidarietà, valori inestimabili e forse non del tutto compresi.
Perché dunque questo Papa? Cosa dominava la sua mente e il suo cuore nell’abbraccio con migliaia di uomini e di donne che hanno reso grazie a Dio per la sua elezione? Sentimenti di amore e di riconoscenza, ma anche invocazione al Padre celeste per il cammino da intraprendere, con profonda emozione avanti alla folla immensa, dominata dalla umiltà del suo sentire, dalla preghiera di devoto a Maria Vergine, nel giorno della supplica di Pompei. Quel sentire la comunione con il Cristo è, dunque, il tratto distintivo della sua figura di uomo e di sacerdote. Basta saperlo cercare e apprezzare nel moto vigoroso della sua anima.
E’ qui il progetto di Chiesa Universale, sottratta al richiamo dei beni terreni, delle ricchezze effimere, in linea con il Vangelo forza motrice di un umanesimo che sovrasta tutto e tutti, la parola di Dio destinata a penetrare nelle coscienze e ad abbattere ogni distinguo giacchè la fede unisce, accomuna nella unità dello Spirito, al di sopra della materia povera e inconsistente.
Umiltà e carità, ecco cosa emerge dal volto di Leone XIV. Il richiamo alle origini e la carità verso gli ultimi come ribadito mille volte da Francesco.
Papa Leone XIV ha dentro di sè una vita che illumina, sorprende, meraviglia e stupisce nella semplicità dell’Essere, un solido punto di partenza irrinunciabile.
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