sabato 17 ottobre 2020

L'EDITORE RUBBETTINO IN PRIMA LINEA AL TEMPO DEL COVID



                           


                        


Imprevedibile in tutto. Non solo nel disastro provocato a livello mondiale. Ma anche in campo letterario. Il Covid imperversa facendo cambiare rotta a molte pubblicazioni già annunciate e indicando percorsi diversi a quella editoria a carattere strettamente divulgativo  che parla alla gente anche dei grandi temi, fino a ieri considerati per pochi. O, meglio, a carattere puramente scientifico, quindi destinati a chi fa ricerca e, pertanto, non all’opinione pubblica.

Rubbettino, editore calabrese tra i più accreditati, registra questo nuovo orientamento: una sorta di rivoluzione, appunto, in grado di incidere sulle scelte dei lettori, assetati di nuove conoscenze che mettano ciascuno in grado di capire cosa sta davvero accadendo, con l’occhio rivolto al futuro e non solo al presente, burrascoso e tormentato. 

Antonio Cavallaro, responsabile Comunicazione esterna della Casa editrice Rubbettino. 

Si tratta dunque di una rivoluzione che fa inevitabilmente avvertire il suo peso. Anche questo un evento non previsto?


“Abbiamo pubblicato già diversi titoli, che parlano della caccia agli untori anche nel caso del coronavirus, una peste che incide sul senso morale della gente, e non solo sotto il profilo della salute.” 


Si parla in molti libri della paura irrazionale, ma vera, che la peste scatena. 


“Ci siamo resi conto che molti testi in corso di pubblicazione parlavano di un mondo che non esisteva più, cancellato letteralmente dal virus. Spazzato via. 

Per questa ragione abbiamo modificato una serie di pubblicazioni. C’è un libro che s’intitola Dopo - Come la pandemia può cambiare la  politica e addirittura le relazioni internazionali. Un libro che fa riflettere. Estremamente attuale.”


Un effetto non solo imprevedibile, ma totalizzante. Che incide su tutto.


Il mondo che rinasce è un altro dei titoli chiaramente indicativi di ciò che il Covid ha determinato, altro che rivoluzione, insomma. Cambiamento di tutto, a cominciare dalle abitudini individuali, agli stili di vita. Parlerei piuttosto di un vero terremoto dalle conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Un terremoto dagli effetti non previsti.

I cannibali di Mao, di Marco Lupis, inviato in Cina durante il periodo della Sars: un volume che stabilisce quindi un raffronto quanto mai realistico tra i due momenti, il mondo di prima e quello di oggi.”


Tutto questo fa parte di una sorta di esplorazione del regno dell’imprevedibile, che forse fa paura più di quanto si veda e si tocchi con mano.


“L’imprevedibilità ha sempre fatto parte dell’orizzonte umano. Ora siamo in presenza di un elemento che sconvolge la quotidianità. Che fa piazza pulita di tutto quanto è estraneo, perché non appartiene all'oggi.”


Qual è il nesso, o anche la relazione tra questa letteratura, volta a una conoscenza su larghe basi, e la pubblicistica prettamente scientifica che ha come interlocutori solo ed esclsivamentegli uomini di scienza?


“Stiamo uscendo con un manuale di un infettivologo che lavora a Catanzaro  e che è un testo di cure assistenziali per i medici di famiglia e per quanti seguono questo comparto.

Il rapporto che c’è tra i due momenti rivela il carattere di stretta complementarietà dell’uno rispetto all’altro. C’è un bisogno di lenti interpretative, di momenti esplicativi destinati a incidere sulla conoscenza, a qualunque livello. E’ cambiato tra l’altro l’approccio alla conoscenza, non dimentichiamo.”


La Rubbettino ha pubblicato anche un lavoro sullo smart working, se non sbaglio, anche questo un segno dei tempi.


“Esattamente. Affronta dei temi che fino a ieri sembravano fantascienza e che oggi invece sono di stretta attualità. Non vi è dubbio. Un monito per tutti perché si comprenda l’entità di certi cambiamenti e li si collochi nella vita reale del tempo in cui viviamo.”


Come sarà il mondo che verrà dopo la pandemia? Un interrogativo inevitabile e non da poco.  Definirlo migliore è un azzardo. Definirlo assolutamente diverso mi sembra una ipotesi assolutamente realistica. Bisognerà vedere quanto cambierà la vita di ciascuno, non solo in Italia o in Europa, nel dopo virus.

 




 


 


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