giovedì 1 ottobre 2020

TORTORELLI (UIL): FAR RIPARTIRE LA BASILICATA

                          

                 Vincenzo Tortorelli Segr. UIL Basilicata




Vincenzo Tortorelli, segretario generale della UIL Basilicata dalle settimane che hanno preceduto la pandemia, non ha dubbi: occorre un forte dinamismo e una capacità progettuale davvero straordinari per rimettere in moto la macchina dello sviluppo in una terra ricca di risorse e dalle enormi potenzialità, ma sempre in attesa di un domani che non arriva. 

Il Covid è una tempesta che si è abbattuta sul fragile apparato produttivo lucano con il risultato di destabilizzarlo e di metterlo a volte in ginocchio nonostante la locomotiva Fiat non abbia smesso di trainare la crescita e la Ferrero oggi rappresenti un punto di forza autentico.

“Purtroppo il danno attuale deriva da politiche sbagliate che si sono protratte per alcuni decenni. C’è tuttavia da mettere in evidenza che Melfi ha visto nel 2015 l’ingresso di ben 1800 giovani (moltii i lucani). Ma tutto questo, sotto l’incalzare dell’epidemia, evidentemente non basta. Un intero sistema, compreso quello sanitario, è andato in crisi con conseguenze assai rilevanti.”


Cresce a dismisura intanto la Cassa integrazione. In Italia sono stati autorizzati addirittura tre miliardi di ore. Un fenomeno drammatico, senza precedenti.


“ Ad agosto abbiamo avuto un milione e mezzo di ore di Cassa Integrazione in Basilicata. Non si era mai verificato un dato del genere dal dopoguerra a oggi. Tutto questo ci fa capire il bisogno  inderogabile di investimenti che debbono andare nella direzione del manifatturiero e dei settori di punta dell’economia locale e nazionale. 

Non si tratta evidentemente di Cig congiunturale. Ma di un dato strutturale, il che ci allarma non poco. Tra l’altro nessuno può scongiurare un alto numero di licenziamenti, ad esempio allo scadere del 31 dicembre 2020.”


La Regione quali risposte ha fornito finora? Come si sta muovendo, soprattutto.


“Ha messo in campo  investimenti per la Cassa integrazione in deroga, per tutte quelle aziende che non hanno diritto al provvedimento ordinario. E’ certo una prima risposta importante nell’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Ma tutto questo non basta, in ogni caso, per la ripresa netta e significativa dell’economia. Non bastano un po’ di aiuti qua e là. Occorre dare impulso a vari ambiti per rilanciare l’economia e assicurare salari adeguati ai lavoratori, un sicuro elemento di spinta verso i consumi e la normalizzazione, il che servirebbe a mettere in sesto la nostra economia.

A metà settembre abbiamo dato vita in tutta Italia a una iniziativa Ripartire dal lavoro per lanciare un messaggio significativo al governo nazionale e ai governi regionali. Solo se si investirà nel lavoro e nelle nuove generazioni si potrà uscire dal tunnel in tempi non lunghissimi. 

Stiamo cercando un confronto con la Regione Basilicata per affrontare questi nodi, un confronto non dico permanente ma da sviluppare in tempi più lunghi di una settimana o di un solo giorno, con lo scopo di mettere a fuoco un quadro ben definito degli interventi.”


Ci sono delle sofferenze, si sente dire da più parti. Il sindacato propone alla Regione Basilicata di chiedere alle compagnie petrolifere un’anticipazione di duecento milioni di euro sulle royalties per lavoro e occupazione, in modo da dare ossigeno ai settori più colpiti dal disastro del Covid.  


“Abbiamo ribadito la nostra richiesta per creare un buon bacino e decidere insieme come utilizzare queste risorse, in direzione di alcuni settori in particolare, ma subito. Senza perdere tempo. Il rischio è uno solo: nei prossimi mesi possono andare perduti tutti i risultati ottenuti nei decenni scorsi. Il rischio c’è, eccome. Questo sarebbe un vero segnale di cambiamento. 

Purtroppo abbiamo netta la sensazione che ci sia, per giunta, a vari livelli uno svuotamento di competenze. La macchina amministrativa è importante. Vogliamo una governance innovativa, in grado di dare risposte nei tempi necessari. Non dimentichiamo, inoltre, che lo spopolamento di questa terra non ci aiuta. Un fenomeno gravissimo da arginare, pena la perdita di peso dell’intera Basilicata. Una debacle vera e propria.”


A proposito della disponibilità di risorse: c’è il tema dei parchi che rappresenta un richiamo formidabile per la messa in moto dell’economia, grazie a un turismo di qualità e ad altri interessi. Che fare anche in questo campo?


“ I parchi non sono aree recintate. Un esempio: il Parco nazionale dell’Adamello Brenta, nei giorni scorsi, ha dotato gli allevatori del luogo di sistemi gps per migliorare il pascolamento del bestiame e andare a incidere sulla qualità dei prodotti lattiero caseari. Una scelta innovativa e di grande interesse, da prendere a esempio. 

Se pensiamo che la crisi del Parco nazionale Appennino lucano Val d’Agri lagonegrese dipende da un mancato accordo per la rappresentanza delle varie aree nel direttivo del Parco ci rendiamo conto della gravità della paralisi, ormai consolidata da tempo.

E’ un problema culturale, poiché si è creduto poco, molto poco in questo investimento, soprattutto al Sud. La Basilicata, grazie ai Parchi, può diventare ancora di più regione d’Europa e del mondo. Matera del resto lo dimostra.”  


 

Nessun commento:

Posta un commento