lunedì 12 ottobre 2020

SETTANT'ANNI FA LA RIFORMA AGRARIA

                              


Siamo ormai alla vigilia del 21 ottobre, una data storica che settant’anni fa segnò l’avvio della Riforma Agraria, il grande passo per il superamento del latifondo con l’intento di dare la terra ai contadini, migliaia tra braccianti e contadini poveri del Centro Sud che avevano pagato con il sangue le lotte per la terra e la rinascita, questa la definizione del grande movimento degli anni Quaranta - Cinquanta .

Un traguardo che costò, secondo dati ufficiali, ben 40 morti negli scontri con la polizia. 60319 gli arresti e 21093 persone condannate per avere occupato  le terre incolte o abbandonate del latifondo. 

Cosa rimane di quel 21 ottobre del 1950? Praticamente nulla. Anzi, rimane lo squallore di borgo Taccone, in provincia di Matera, celebrato a metà degli anni Settanta come il fiore all’occhiello di una Riforma che avrebbe dato un futuro a migliaia di braccianti, di lavoratori della terra, che poi furono costretti ad abbandonare il Sud verso le industrie del Nord. Una vera e propria emorragia di braccia. La storia è nota, sperando che lo sia…

L’Alsia in Basilicata è l’erede dell’Ente Riforma di quegli anni ormai lontanissimi. Ad oggi non è dato sapere come e in che modo il prof. Aniello Crescenzi, direttore generale dell’Ente nonché docente universitario,  ritenga di ricordare quella data che ha avuto un peso enorme nella storia d’Italia e della Basilicata in primo luogo. Non solo. A dimostrare quanto valga il ricordo del 21 ottobre di settant’anni fa, sul finire dell’estate alcuni professionisti con dei giovani universitari della valle del Melandro, nel potentino, avevano pensato addirittura di invitare a una sorta di convegno la Ministra delle politiche agricole Teresa  Bellanova. Idea svanita nel nulla, anche questa. 

Certo, la ricorrenza non è a livello di chiacchiere da bar. Meno che mai di passerella. Ma è piuttosto la dimostrazione di quanto la storia, tanto più pesante e colma di contenuti, venga ignorata per amore di un presente spesso in balìa del susseguirsi degli eventi.

    

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