sabato 25 ottobre 2014

SAN CARLO DI POTENZA

LA PAGINA BUIA 
DELLA CARDIOCHIRURGIA


Un medico non può essere, per definizione, nè  incapace, nè superficiale, nè scarsamente informato poiché veste gli abiti della ricerca e non deve lasciarsi travolgere da pochezze nè da rivalità o da contrapposizioni, specie poi se queste pessime  abitudini coinvolgono altre persone del settore. Vale a dire dei colleghi.
La notizia dell'arresto dei sanitari della cardiochirurgia del San Carlo di Potenza, per la morte di una paziente, lascia sbigottiti, a maggior ragione se si dà credito ai contenuti delle intercettazioni e alle indiscrezioni emerse in un chiacchiericcio tra medici. Ancor più compromettente e di basso livello rispetto a qualunque espediente per sottrarsi a precise responsabilità. 
Altro che il rigore della scienza e l'autorevolezza di chi, per mestiere, se ne occupa. Siamo al peggiore pettegolezzo e alla ricerca dei mezzucci per mascherare, nascondere, coprire ciò che non deve essere sottoposto all'attenzione dell'opinione pubblica. Ciò che la gente non deve sapere.
Ci sono in questa vicenda, ovviamente, precise responsabilità forse non ancora del tutto emerse. E c'è in primo luogo la responsabilità di chi ha scelto un'equipe capace di portare in rianimazione addirittura un cadavere, almeno sulla base delle notizie finora diffuse. Certo, tutto da dimostrare in sede di procedimento penale. Senza alcun dubbio.  
Chi è finito agli arresti troverà mille ragioni per sottrarsi a un giudizio netto e definitivo, stando almeno alle prime indiscrezioni e alle avvisaglie delle linee di difesa degli imputati, con un collegio di avvocati  di grande prestigio, che tenterà di ribaltare le accuse, per quanto pesanti,  e magari, per ipotesi, facendo apparire gli incriminati come vittime di un gioco perverso di rivalità, paradossalmente. Come coloro i quali pagano un prezzo ingiusto, soprattutto in termini di immagine e  di carriera. Per giunta chi meglio del chirurgo è in grado di sostenere una tesi anziché un'altra? Certo l'autopsia mette in evidenza dettagli importanti ma che, tuttavia, non sono una verità inoppugnabile. Non rappresentano l'unica verità possibile. O incontrovertibile. Almeno per quanto riguarda gli scenari che si delineano.
I processi come al solito si protraggono oltretutto per anni. Indubbiamente a subire le conseguenze dell'accaduto, oltre alla vittima e ai parenti, è il buon nome dell'ospedale San Carlo, cosa della quale il Governatore Pittella giustamente si preoccupa. 
Emerge in ogni caso un particolare importante in questo scenario fosco: la nomina del dottor Rocco Maglietta a commissario e successivamente a direttore generale del nosocomio, almeno c'è da augurarsi. Maglietta è un professionista serio e qualificato. Non un mercante in fiera. Ha capacità di mettere ordine, d'intesa con i livelli istituzionali, in un settore di punta che anni addietro era il fiore all'occhiello del San Carlo di Potenza. Apprezzato e stimato sul piano scientifico anche fuori regione e fuori dal Mezzogiorno. 
Maglietta ha oltretutto la capacità di colmare certi vuoti che fanno da zavorra oggi a punte di elevata eccellenza: non a caso il progetto di trasformazione in Istituto di ricerca della Reumatologia rappresenta un traguardo significativo. Il senso di una svolta particolarmente attesa a fronte di una pagina nera qual è appunto quella della cardiochirurgia. Una pagina da dimenticare. Ammesso che sia possibile. 

Nessun commento:

Posta un commento