giovedì 26 giugno 2025

PITAGORA E PARMENIDE, I GRANDI ASSENTI



                                 




Due mondi che hanno scritto la storia del pensiero greco, quello della Magna Grecia. Pitagora e Parmenide, l’uno legato alla matematica e alla filosofia, ai tesori custoditi nel Museo nazionale con l’incanto di una civiltà mai tramontata, l’altro il caposcuola di Elea, Velia. Parmenide il filosofo dell’esssere e della Natura. Entrambi tuttavia accomunati dallo stesso, inesorabile destino che sembra avere steso il velo dell’oblio sulle due figure di cui non si parla in termini di conoscenza che caratterizza i luoghi, li rende attraenti, al di là di un mero interesse turistico - balneare per la sola durata dell’estate.

Il tempio delle Tavole Palatine, situato nell’area archeologica di Metaponto rappresenta qualcosa di più di una mera testimonianza del passato, giacchè manifesta un vigore del tutto simile a un potente richiamo a rivivere la storia. 

E dire che in un lontano passato il tempio era definito “Scuola di Pitagora” non solo in ricordo del filosofo e matematico, quanto per attribuire un ulteriore significato alla  presenza di una scuola, con tutta la sua autorevolezza appunto,  nel corso dei secoli.

Per Elea e per Parmenide un discorso analogo. Mi chiedo per quali ragioni il nome del pensatore dell’antica Lucania sia escluso dalle manifestazioni a sostegno delle campagne di scavo tese a mettere a fuoco risultati per buona parte tutti da scoprire.

Il binomio Velia - Parmenide rappresenta senz’altro un arricchimento delle conoscenze e un modo di vivere questa realtà archeologica e turistica con lo stile di un forte richiamo ad una realtà, forse prima d’ora ancora inesplorata sotto questo profilo.

Inesplorata per un disegno ben preciso, per non confondere l’archeologia con la storia del pensiero antico? Non è da escludere. Mi rifiuto in ogni caso di credere che possa essere questa l’unica motivazione reale.  


                          


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