domenica 7 novembre 2021

NOVEMBRE, TEMPO DI CONVEGNI




Si discute di tutto e su tutto. Questo novembre alimenta il dibattito sui temi più diversi: Covid e No green pass sembrano essere all’ordine del giorno, ma anche il Quirinale diventa già questione di confronto politico animato che, presumibilmente, salirà di tono quando saremo in prossimità della successione a Mattarella. Dibattiti e convegni dominano la scena di radio e TV, non è un dato secondario.  

La UIL promuove in Basilicata una giornata di riflessione in piazza, a Potenza, il 10 novembre mercoledì, dal mattino fino al pomeriggio inoltrato dal titolo inconsueto: Uil tour 2021. Lo scopo è di ridisegnare l’Italia facendo partecipare la gente. E ciò in un momento in cui per un verso crescono a dismisura i punti di crisi e la povertà, e dall’altro la gente nell’ultima tornata elettorale ha mostrato disinteresse in crescita in rapporto alla politica in senso lato.

Frattanto, di grandi temi da affrontare nelle sedi giuste, in questa piccola regione del Sud ma dal peso straordinario, ce ne sono a bizzeffe. Aziende del potentino che hanno chiuso, Val Basento da rivitalizzare, ma come e con quali priorità? Questione giovani in attesa di risposte vere e poi, non ultima, la vicenda Stellantis che tiene con il fiato sospeso centinaia di famiglie, senza dire poi dell’eterna questione del deposito delle scorie nucleari in ordine alla quale si dovrà conoscere prima o poi la decisione del Governo.  

Molta carne in pentola, in effetti. Qualcuno obietterà che lo scopo del gran parlare e della convegnista è quello di ascoltare il punto di vista della gente per aiutare il sindacato a rappresentare gli interessi dei lavoratori nelle varie sedi.

D’accordo su tutto. Immaginiamo che la UIL o i sindacati, in generale, avessero voluto portare in piazza i lavoratori Stellantis per un grande momento di confronto sulla Fiat con riferimento agli obblighi della multinazionale verso la Basilicata. Pura ipotesi, ovvio. Credo che l’interesse della gente, giovani in prima linea, sarebbe stato molto forte, giustificato anche dal peso della posta in gioco. Non parliamo se si fosse trattato poi di scongiurare la minaccia del deposito di scorie. 

Bisogna convincersi che uno degli effetti della pandemia, non ancora alle spalle, è quello di far crescere a dismisura miriadi di elementi di discussione su tutto, quasi a rendere la società e le istituzioni protagoniste di uno sforzo tendente a capire ciò che accade e a fronteggiare l’irreparabile. A suggerire delle soluzioni.

Solo così si giustificano fiumi di parole e tante iniziative che in altri tempi non sarebbero balenate per la mente probabilmente a nessuno.  

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