venerdì 19 febbraio 2021

MATERA MARCIA PER LA CULTURA E IL LAVORO




Non c’è cultura senza lavoro e non c’è lavoro senza cultura: un binomio inseparabile. Due facce della stessa medaglia.

Finalmente una marcia per sostenere contemporaneamente i due poli, sia il lavoro che la cultura appunto con un’ottica differente rispetto al passato quando la cultura era un esercizio teorico per una elite disinteressata a tutto li resto perché benestante. 

Una marcia dignitosa, giusta, legittima che i sindacati hanno fatto propria con l’entusiasmo di alcuni uomini di Matera di ieri e di oggi, a cominciare da Massimo Lanzetta, regista e promotore culturale, personaggio dello spettacolo e della vita quotidiana che rappresenta le istanze di un Sud tutto da scoprire, ancora. Un Sud eternamente a un bivio come, del resto, sono sempre stati i Sassi, il quartiere noto nel mondo per essere insieme espressione di tempi durissimi e proiezione nel futuro di uno status urbanistico e abitativo oggetto di studi.

Ma qual è lo scopo della marcia? Cgil. Cisl e Uil percorreranno la città per dire basta alla dispersione delle energie, per rivendicare un ruolo del dopo Capitale europea della cultura per il 2019. Per aprire nuovi scenari. Ecco la posta in gioco. 

Finito il 2019 finisce anche Matera e con essa un grande patrimonio di idee, di storia e di vita? No, non è possibile. Anche perché la capitale della Cultura è indiscutibilmente un pilastro della scienza. E la scienza è modernità, conoscenza, sviluppo, economia equilibrata e in grado di dare lavoro a giovani e meno giovani.

Matera con la Basilicata e il Mezzogiorno non vogliono essere peraltro occasione di un turismo costruito per il colpo d’occhio, magari per una immagine incoraggiante della fisionomia delle città e dei paesi.

Il dinamismo e la forza propulsiva della cultura derivano dalla capacità di produrre occasioni vere che corrispondano a una trasformazione in senso positivo non solo dell’economia, ma degli uomini e della loro stessa condizione di vita.     

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