sabato 13 febbraio 2021

LA BASILICATA DI GOVERNO


                                    





Chi mai avrebbe aspirato a sedere sulla poltrona del responsabile della Salute quando, esattamente un anno fa, il Coronavirus fece la sua drammatica apparizione in Italia e nel resto del mondo? Credo ben pochi avrebbero desiderato di  prendere il posto di Roberto Speranza,   chiamato a tenere nelle mani il timone della barca che ogni giorno rischiava di andare alla deriva. Chi dimentica quei camion dell’esercito stracarichi di bare? Chi dimentica le scene strazianti dei familiari delle vittime assaliti dalla disperazione di non essere riusciti a dare ai loro cari neppure l’ultimo saluto?

Interrogativi drammatici che ritornano puntuali alla mente nel momento in cui il premier Draghi dà fiducia a Speranza, considerandolo un politico in grado di rimanere al posto di comando per decidere cosa fare per “governare” questa terribile pandemia, purtroppo non ancora sconfitta.. 

C’è di più. Non dimentichiamo in questo anno le incertezze della scienza, in Italia come altrove. Incertezze di medici che all’inizio della pandemia si sentirono, e lo confessarono, pressoché disarmati davanti all’aggressività del Covid. Ricordo tra l’altro il confronto impari a #cartabianca tra il prof. Galli di Milano e il dottor Ascierto di Napoli: quest’ultimo “responsabile” di avere sostenuto la validità del Tocilizumab, un antinfiammatorio utilizzato nella cura dell’artrite reumatoide. Quasi uno scandalo eppure questo farmaco ha salvato la vita a decine di pazienti. Inspiegabile l’accanimento di chi si sente scavalcato e reagisce in malo modo.

A fronte di mille incertezze c’è stato e c’è un ministro che tira avanti diritto. E non è poco, in una situazione in cui si tratta di decidere tutto, dai minimi dettagli fino alle operazioni decisive per l’intera comunità nazionale. 

In questo governo c’è ancora posto agli Interni per Luciana Lamorgese, altra lucana, nome storico nella Potenza dei romani (romanorum Potentia secondo i latini). Altro esempio di impegno contro le varie mafie che continuano ad assediare il Paese soprattutto in certi punti nevralgici. Mafie e droga sono il binomio eternamente capace di lanciare una sfida e di dimostrare con quanta tracotanza la malavita è in grado di essere presente su tutti i fronti, nessuno escluso. Lo Stato riuscirà a vincere? Mille punti interrogativi che pesano più di un macigno.

A proposito di questa Basilicata di governo c’è tuttavia da fare varie riflessioni. 

Una anzitutto. La consistente presenza di esponenti di rilievo nel Governo del Paese avrà un riscontro, in termini concreti, sul ruolo in campo nazionale di questa piccola terra del Sud, marginale da sempre e da sempre periferia di tutto, dalla scienza all’economia. Occorrono scelte finalizzate a produrre ricchezza e lavoro, si sente dire da più parti. Il governo Draghi è disposto a impegnarsi su questo terreno? Dal dopoguerra ad oggi  non è accaduto. Purtroppo. 

    

 

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